Cos’è il free bleeding: le donne si liberano del tabù mestruale abbandonando gli assorbenti

Accanto a nuovi prodotti mestruali si sta diffondendo la pratica del free bleeding. Vediamo di cosa si tratta e perché viene scelto dalle donne.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Free bleeding. Ogni donna è libera di gestire il ciclo mestruale a modo proprio. Al riguardo oggi si ha l’imbarazzo della scelta: dalle coppette mestruali, agli assorbenti tradizionali, interni o lavabili fino ai period panties.

Emerge, però, anche l’esigenza di attuare una scelta che rispetti l’ambiente, e che sia sostenibile, oltre al desiderio sempre crescente di risparmiare: si tratta della pratica del free bleeding.

Dietro questo gesto si nasconde la necessità di voler togliere quella connotazione negativa alle mestruazioni, di vivere come un atto simbolico quello che ancora oggi è concepito come un tabù.

Free bleeding, tra povertà mestruale e rispetto dell’ambiente

free bleeding

La condizione della povertà mestruale, ossia dell’impossibilità di acquistare prodotti mestruali, è in aumento. La Banca Mondiale stima che almeno 500 donne con un ciclo mestruale in tutto il mondo non abbiano accesso ai prodotti. Negli Stati Uniti oltre il 14% delle donne ha sperimentato la povertà mestruale nell’ultimo anno, e per il 10% di queste la situazione si ripete ogni mese.

Si tratta di un problema esistente, su cui la maratoneta Kiran Gandhi, nel 2015, ha voluto attirare l’attenzione, prendendo parte alla maratona di Londra senza indossare assorbenti, come lei stessa ha dichiarato in quell’occasione:

Volevo portare l’attenzione sulle mie sorelle che non hanno accesso ai tamponi e, nonostante i crampi e il dolore, nascondono il problema come se non esistesse.

Con il free bleeding si ridurrebbe anche l’impatto ambientale che hanno i prodotti mestruali usa e getta. La si può considerare, quindi, come un’alternativa più sostenibile, sempre se compatibile con il proprio stile di vita.

Free bleeding, come le donne combattono lo stigma mestruale vivendo libere dal tabù

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Su TikTok sta spopolando ed è divenuto virale l’hashtag #freebleeding, che in italiano sta a significare sanguinamento libero. Sempre più donne parlano di questo modo di concepire il ciclo mestruale: scegliere di non utilizzare prodotti mestruali, come assorbenti o tamponi, per assorbire le perdite di sangue. Che si tratti di una scelta dettata dal nuovo femminismo, che vede scelte come il voler lasciar crescere i peli sulle ascelle e gambe un modo per esprimere la propria indipendenza e senso di libertà? È possibile.

Il free bleeding viene rivendicato con forza dalle donne come una sorta di celebrazione del proprio corpo, della propria femminilità, come modo per entrare in contatto con la propria natura. Anche se non tutte le donne la vedono allo stesso modo: si tratta di un argomento per certi versi visto ancora come un tabù, avvolto da falsi miti e da un senso di vergogna. Spiega la dottoressa Sara Twogood, specialista in ostetricia e ginecologia, come riportato da Flo.health:

Molte persone provano vergogna o imbarazzo se macchiano i vestiti durante le mestruazioni.

Il movimento del free bleeding si propone l’obiettivo di superare questo stigma.

Il video che ha scatenato il dibattito free bleeding su TikTok

È una creator di nome Annette ad aver aperto su TikTok un dibattito sul free bleeding. Il video in cui racconta la propria esperienza ha ottenuto un milione di visualizzazioni e molte clip di risposta. “Durante i giorni del ciclo mestruale resto a casa e sanguino”, ha raccontato la ragazza. Se esce preferisce indossare degli slip mestruali mentre in casa si affida a un semplice asciugamano.

Molte donne ne hanno risposto testimoniando i benefici, come pratica liberatoria, che per alcune porterebbe anche a una riduzione dei dolori mestruali. Su questo aspetto sono intervenuti diversi medici, i quali hanno negato l’evidenza di prove scientifiche che attestino questa tesi, sottolineando l’importanza, in questi casi, dell’igiene personale.

Il free bleeding in realtà non è una realtà innovativa ma il modo più antico del mondo di affrontare il ciclo mestruale. Fino al 19esimo secolo, infatti, non esistevano gli assorbenti e le donne gestivano in autonomia le mestruazioni. Per alcune donne, però, questa pratica di apparente “ritorno al passato” le riconnette in modo intimo alla loro vera essenza, sottraendole alla vergogna. Spiega la dottoressa Jenna Beckham, specialista in ostetricia e ginecologia:

Alcune persone scelgono di non usare prodotti per assorbire le perdite di sangue come atto di protesta all’interno di un movimento che punta a normalizzare le mestruazioni e a superare lo stigma a esse associato.

Leggi anche: Firenze è il primo capoluogo italiano ad eliminare l’IVA sugli assorbenti

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