Firenze è il primo capoluogo italiano ad eliminare l’IVA sugli assorbenti

#StopTamponTax : questa è la mozione che è diventata realtà a Firenze, a due anni dall’approvazione della mozione per eliminare l’IVA sugli assorbenti.

Mara Bruni
Mara Bruni
Ama scrivere di tutto ciò che riguarda l'analisi economica, anche in un'ottica green. Nel tempo libero produce cosmetici ecosostenibili.
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Iva sugli assorbenti al 22%: dopo due anni dalla votazione, la mozione presentata dal consigliere comunale Laura Sparavigna diventa realtà: in 21 farmacie comunali fiorentine si potranno acquistare assorbenti femminili senza IVA.

Gli assorbenti in Italia sono considerati beni di lusso e quindi sono ancora tassati al 22%. Ma non è solo una questione economica, bensì culturale: la maggior parte dei Paesi europei ha infatti adottato misure che hanno come obiettivo quello di promuovere una condizione in natura differente: quella femminile.

Firenze primo capoluogo a eliminare l’IVA sugli assorbenti

iva sugli assorbenti

Approvata la mozione del consigliere comunale Laura Sparavigna, Firenze diventa così il primo capoluogo a eliminare l’imposta sul valore aggiunto sugli assorbenti e diventa anche un’esempio per il Paese. Così scrive il consigliere nel suo post su Facebook:

DOPO QUASI 2 ANNI DALLA VOTAZIONE ALL’UNANIMITÀ SIA IN COMMISSIONE CHE CONSIGLIO COMUNALE, LA MOZIONE DA ME PRESENTATA, DIVENTA REALTÀ: NELLE FARMACIE COMUNALI I PRODOTTI IGIENICO SANITARI FEMMINILI SARANNO VENDUTI SENZA IVA!!

Sono 21 le farmacie comunali fiorentine che applicheranno la mozione almeno fino al 31 Marzo 2022, con la speranza che nel mentre arrivi una legge nazionale che ponga fine a questa disuguaglianza.

“Nonostante una donna non possa scegliere se e quando averlo, sta a tutti noi scegliere se e quanto tassarlo”, spiega Laura Sparaviglia.

In Italia gli assorbenti sono beni di lusso

Un primo passo avanti è stato fatto dal Governo Conte nel 2019, con l’abbattimento dell’IVA dal 22% al 5% solo sugli assorbenti biodegradabili e compostabili. La misura non è stata di certo sufficiente ad arginare il problema dell’IVA sugli assorbenti, tassati al 22% come molti beni di lusso non necessari.

Non solo, la misura riguarda solo una tipologia di assorbenti, più costosi e di nicchia, che in realtà necessiterebbero di certificazioni per permettere l’effettivo compostaggio negli impianti italiani.

Ciò non succede nel resto d’Europa. In Spagna, Grecia ed Austria, l’aliquota è al 10%, in Francia al 5.5%, in Irlanda addirittura allo 0%. Mentre nel resto del mondo, India, Australia, New York e Canada hanno completamente abolito la tassazione sugli assorbenti, coppette e tamponi.

Per ora, il Governo Draghi non ha fatto menzione alla questione, anche se ormai l’Italia è uno dei pochi paesi a non aver ridotto non solo l’IVA sugli assorbenti, ma anche a non aver impresso una svolta culturale.

Si tratta infatti non solo di una questione economica, che aggrava ogni anno i bilanci familiari e che è una spesa molto più sentita ora che siamo in preda a una forte crisi pandemica ed economica, ma anche culturale perché abolire l’IVA sugli assorbenti significa affermare l’esistenza di una condizione naturalmente differente.

E questa naturale differenza comporta uscite gravose sul bilancio familiare non a causa di un capriccio o vizio, ma appunto per il semplice fatto di avere un onere biologico.

Leggi anche: Congedo mestruale: quando una legge in Italia?

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Ama scrivere di tutto ciò che riguarda l'analisi economica, anche in un'ottica green. Nel tempo libero produce cosmetici ecosostenibili.
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