Il cervello invecchia di 20 anni: ecco cosa rischiano i malati gravi di Covid

Da un recente studio svolto a Cambridge sarebbe emerso che il cervello invecchia di 20 anni nei pazienti ricoverati per Covid in terapia intensiva.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Che tra le conseguenze del Covid-19 ci fossero sintomi neurologici e cognitivi già si sapeva ma ora è emerso anche che il cervello invecchia di 20 anni, nelle forme gravi di Covid.

Si tratta del risultato di uno studio condotto dall’Imperial College London. Un gruppo di ricerca ha lavorato su 46 pazienti ricoverati per Covid in terapia intensiva e ha scoperto che dopo 6 mesi dall’infezione perdevano 10 punti di Qi. È come se passassero in breve tempo dai 50 ai 70 anni.

La notizia positiva è che il danno non risulta permanente ma necessita di un percorso di recupero graduale. La causa potrebbero essere le micro emorragie e micro ischemie dovute all’eccessiva reazione immunitaria. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica eClinical Medicine, appartenente al gruppo Lancet.

Il cervello invecchia di 20 anni: cosa dice lo studio

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Lo studio è stato svolto su 46 pazienti ricoverati in terapia intensiva presso l’ospedale universitario Addenbrooke’s Hospital a Cambridge, nel 2020, all’epoca della prima ondata di Covid-19. Si tratta di soggetti non vaccinati, di cui 16 hanno avuto bisogno della ventilazione meccanica.

Le abilità cognitive e lo stato psicologico dei soggetti, trascorsi sei mesi, sono state esaminate tramite il Cognitron, uno strumento per valutare le abilità legate alla memoria, al ragionamento e all’attenzione, sotto la guida di un supervisore e comparando le prestazioni con quelle di 460 persone non colpite da Covid.

Dai risultati è emerso che i pazienti guariti, dopo sei mesi, presentavano delle capacità ridotte sia nella velocità di elaborare le informazioni e sia nella comprensione del linguaggio, con una perdita di 10 punti nella scala che rileva il quoziente intellettivo. Spesso si sono riscontrati, oltre a queste conseguenze, anche dei sintomi psichici, legati al trauma della malattia.

Sull’entità del danno che la malattia grave avrebbe sul cervello, Adam Hampshire, ricercatore dell’Imperial College London, ha dichiarato:

Solo in Inghilterra 40mila persone sono state in terapia intensiva per il Covid.

Questo significa che i deficit cognitivi post-Covid possono interessare nel mondo un ampio numero di persone.

Anche un recente studio condotto presso l’università di Oxford e pubblicato sulla rivista Nature, a marzo 2022, mostra come il Covid apporti delle lievi modifiche al cervello, rilevabili tramite risonanza magnetica, a conferma dello studio svolto a Cambridge.

Leggi anche: Covid e guerra, gli incubi che tengono svegli 12 milioni di italiani

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