Ringiovanire di 30 anni le cellule della pelle: un nuovo studio inglese

Gli scienziati fanno ulteriori progressi nel rallentare il processo di invecchiamento, la ricerca nel Regno Unito potrebbe portare a sviluppare tecniche per curare le malattie della vecchiaia.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Cellule della pelle ringiovanite di 30, la scoperta incredibile degli scienziati inglesi. Negli esperimenti che simulavano una ferita cutanea, le cellule più vecchie sono state esposte a una miscela di sostanze chimiche che le “riprogrammava” in modo da comportarsi come le cellule più giovani.

Grazie a questo nuovo traguardo scientifico l’essere umano potrebbe essere in grado di riportare indietro di 30 anni l’orologio biologico sul processo di invecchiamento cellulare, questo secondo quanto scoperto dai ricercatori che hanno sviluppato una tecnica per riprogrammare le cellule della pelle in modo che si comportino come se fossero molto più giovani.

Cellule della pelle ringiovanite: la scoperta del Babraham Institute

Cellule della pelle ringiovanite: la scoperta del Babraham Institute

La ricerca del Babraham Institute, affiliato all’Università di Cambridge, potrebbe portare allo sviluppo di nuove tecniche che allontaneranno le malattie della vecchiaia ripristinando la funzione delle cellule più vecchie e riducendo la loro età biologica. Gli esperimenti hanno simulato una serie di ferite cutanee, dopodiché le cellule più vecchie sono state esposte a una miscela di sostanze chimiche, una miscela che riprogrammava la loro attività cellulare in modo comportarsi come cellule più giovani.

La prima parte dell’esperimento era stata completata mesi fa, la seconda parte invece, quella della riprogrammazione, è stata invece ultimata in un arco di tempo molto più breve, 13 giorni rispetto ai 50 previsti, rendendo le cellule della pelle ancora più giovani. La dott.ssa Diljeet Gill, ricercatrice del Babraham Institute, ha dichiarato:

La nostra comprensione dell’invecchiamento a livello molecolare è progredita nell’ultimo decennio, dando origine a tecniche che consentono ai ricercatori di misurare i cambiamenti biologici legati all’età nelle cellule umane. Siamo stati in grado di applicare questo al nostro esperimento per determinare l’entità della riprogrammazione raggiunta dal nostro nuovo metodo.

I nostri risultati rappresentano un grande passo avanti nella nostra comprensione della riprogrammazione cellulare.

Il nuovo metodo di ringiovanimento delle cellule della pelle si basa sulla tecnica vincitrice del premio Nobel utilizzata dagli scienziati (ispirata al modo di trasmissione genetica in cui le vecchie cellule dei genitori vengono trasformate nei tessuti giovanili di un neonato) per produrre cellule staminali. 

La ricerca del Babraham Institute rappresenta un passo avanti perché questa tecnica non cancella completamente la cellula originaria. Al contrario, il processo di riprogrammazione viene parzialmente interrotto, consentendo ai ricercatori di trovare un equilibrio nel rendere le cellule biologicamente più giovani. In questo modo viene comunque preservata la loro funzione cellulare specializzata in base al tessuto di appartenenza.

L’esperimento ha mostrato segni promettenti riguardo al fatto che le cellule ringiovanite avrebbero dato un apporto molto più rapido nella guarigione delle ferite. Le cellule riprogrammate hanno prodotto più proteine ​​di collagene, che aiuta a guarire le ferite, rispetto alle cellule che non hanno subito il processo di riprogrammazione.

I ricercatori hanno anche osservato che il loro metodo ha avuto un effetto incoraggiante su altri geni legati a malattie e sintomi dovuti all’età. Questi includevano il gene APBA2, che è associato al morbo di Alzheimer, e il gene MAF, che ha un ruolo nello sviluppo della cataratta.

Tuttavia, i ricercatori hanno affermato che il meccanismo alla base della riprogrammazione delle cellule della pelle non è stato ancora completamente compreso, poiché potrebbe causare il cancro e deve essere ulteriormente esplorato prima che i risultati possano essere applicati alla medicina rigenerativa.

Come invertire il processo di invecchiamento è una questione scientifica che ha attirato enorme attenzione e ingenti investimenti negli ultimi anni. Molti dei ricercatori che hanno lavorato all’esperimento del Babraham Institute, dopo un po’ di tempo hanno lasciato il progetto per unirsi a quello di Altos Labs, una startup sostenuta da miliardari della Silicon Valley (valore 2.2 miliardi di sterline, circa 3 miliardi di euro) che ha contrattato numerosi premi Nobel per lavorare sul ringiovanimento delle cellule della pelle nel tentativo di prevenire le malattie della vecchiaia che portano alla morte.

Leggi anche: Arte e digitale: cos’è il progetto presentato dall’Ucraina per sostenere l’esercito e la popolazione

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