Caso Orlandi, il fratello Pietro: “Ho le prove che Emanuela sia passata per Londra”

Caso Orlandi. Nell'intervista a Di Martedì Pietro Orlandi, ha rivelato di avere le prove che sua sorella Emanuela, dopo il rapimento, sia passata per Londra.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Caso Orlandi. Pietro, il fratello di Emanuela Orlandi, la quindicenne vaticana scomparsa a 15 anni il 22 giugno del 1983, in un’intervista rilasciata a Giovanni Floris alla trasmissione DiMartedì, in onda su La7 dalle ore 21.15, ha dichiarato di aver motivo di credere che sua sorella sia passata per Londra, e di avere le prove.

Il riferimento è alle dichiarazioni fatte nel 2017 dal giornalista Emiliano Fittipaldi, il quale sosteneva di avere a disposizione un documento di cinque fogli in cui ci sarebbero informazioni relative alla presenza di Emanuela Orlandi a Londra. All’epoca ne aveva parlato parlato alla stampa mondiale senza sortire alcun effetto o smosso indagini al riguardo.

Caso Orlandi, Pietro: “Sono in possesso di riscontri che confermano quanto sostenuto da Fittipaldi”

caso orlandi

Pietro Orlandi ha specificato quali siano le prove in suo possesso, che confermerebbero quanto dichiarato da Fittipaldi nel 2017, ovvero che sua sorella sia passata per Londra:

Quando fu bollato come falso, io ho continuato le mie indagini e sono entrato in possesso di documenti in cui ci sono riscontri che mi dicono che quanto c’è scritto in quei fogli è vero.

Alcune persone, in contatto con personalità della Chiesa Anglicana, mi hanno detto delle cose in relazione alla presenza di Emanuela a Londra.

Ci sono delle relazioni tra personaggi di alto livello del Vaticano e le istituzioni inglesi.

Il documento che attesta la veridicità, di quanto sostenuto da Fittipaldi, sarebbe custodito all’interno di una cassetta di sicurezza della Prefettura degli Affari Economici. Nelle carte sarebbero annotate anche le spese per il mantenimento di Emanuela affrontate dal Vaticano per mantenere Emanuela in un convento di Londra, ma la Santa Sede ha dichiarato che si tratterebbero di notizie false. Pietro Orlandi invece sostiene di essere venuto in possesso di altri documenti che ne attesterebbero la veridicità. I documenti raccolti verranno inseriti come materiale di studio nella commissione d’inchiesta parlamentare che si occuperà della scomparsa di Emanuela Orlandi per cui si attende il voto.

Caso Orlandi, Pietro sulla pedofilia: C’erano tre o quattro cardinali che avevano questo vizio

Sul caso Orlandi Pietro a Di Martedì ha poi affrontato anche la tematica della pedofilia negli ambienti ecclesiastici e al legame inerente alla scomparsa della sorella:

Qualche anno fa ho incontrato un ex gendarme del Vaticano, mi disse che non appena sparì Emanuela, due giorni dopo, erano andati con la foto di mia sorella da quei tre o quattro cardinali che avevano il ‘vizietto’ con le ragazzine, mi disse”, racconta Pietro Orlandi.

Gli fecero vedere una foto di Emanuela e gli risposero, dopo averla scrutata bene: ‘No, questa ragazza, no’. Me lo raccontò con tutta la naturalezza possibile.

La riapertura del Caso Orlandi: perché proprio oggi?

Sulla scomparsa di Emanuela Orlandi si è deciso di riaprire l’indagine. Ad occuparsene sarà il promotore della giustizia vaticana Alessandro Diddi, con la Gendarmeria. Insieme scandaglieranno di nuovo tutti i fascicoli, i documenti, le segnalazioni, le informative e le testimonianze. Da parte della famiglia, che da tempo parla di un dossier mai reso pubblico, si tratta di una vittoria. Si tratterà di un lavoro a tutto tondo che mirerà a sciogliere ogni dubbio sulla vicenda, una volta per tutte. Nessuno sa oggi che fine abbia fatto Emanuela Orlandi, se sia o meno ancora viva. Anche chi sa o non parla o non può farlo.

L’iniziativa segue la ricerca della verità e della trasparenza volute da Papa Francesco. Nell’aprile del 2022 il Pontefice rispondendo a una lettera del fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, esprimeva “il comune interesse di voler fare luce sul caso” invitando l’uomo a condividere i nuovi elementi con il tribunale dello Stato vaticano.

Leggi anche: Emanuela Orlandi: perché la Santa Sede ha riaperto l’indagine sulla sua scomparsa

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