Caro benzina, sciopero dei gestori: “Poniamo fine a questa ondata di fango”

Continua la polemica sul caro benzina: questa volta la parola passa ai gestori che proclamano lo sciopero dal 24 al 27 gennaio.

Rosarianna Romano
Rosarianna Romano
Rosarianna Romano, classe 1997. Formazione umanistica e interessi eclettici, sedotta dall'arte e dalla storia contemporanea, ama leggere i libri e la realtà. Nata in Puglia e bolognese d'adozione.
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Il caro benzina non si arresta. Insieme a questo, non mancano le polemiche fuori e dentro la maggioranza. Adesso, oltre ai rincari, gli italiani potranno anche trovarsi di fronte a distributori chiusi.

Infatti, una nota Faib-Confesercenti, Fegica, Figisc-Confcommercio ha comunicato la scelta di scendere in piazza dalle 19 del 24 gennaio alle 7 del 27, per “porre fine a questa ondata di fango”, facendo riferimento alla “campagna mediatica vergognosa” dell’esecutivo.

Caro benzina, il perché dello sciopero

Per porre fine a questa ‘ondata di fango’ contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità, le associazioni dei gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della Categoria, su tutta la rete; di avviare una campagna di controinformazione sugli impianti e proclamare, per le giornate del 25 e 26 gennaio 2023, una prima azione di sciopero, con presidio sotto Montecitorio.

Lo si legge in una nota Faib-Confesercenti, Fegica, Figisc-Confcommercio.

La protesta dei gestori

Secondo i gestori, è il Governo che, di fronte al caro benzina, scarica la responsabilità su di loro, i quali “diventano i destinatari di insulti ed improperi degli automobilisti esasperati”. A seguito della “campagna mediatica vergognosa” avviata contro la categoria.

L’impressione che la categoria ha tratto da questa vicenda è quella di un Esecutivo a caccia di risorse per coprire le proprie responsabilità politiche, senza avere neppure il coraggio di mettere la faccia sulle scelte operate e ben sapendo che l’Agenzia delle Dogane, il Mimit, e l’Agenzia delle Entrate hanno, già oggi, la conoscenza e la disponibilità di dati sul movimento, sui prezzi dei carburanti e sull’affidabilità delle comunicazioni giornaliere rese dalla categoria.

È un imbroglio mediatico al quale le organizzazioni di categoria intendono dare risposte con la mobilitazione dei gestori.

Inoltre, nella comunicazione alla Commissione di Garanzia dell’Attuazione della legge sullo sciopero nei servizi Pubblici Essenziali, le organizzazioni parlano di “azioni politiche irresponsabili” e di “inusitata gravità nei confronti di una intera categoria di onesti operatori economici che basano la loro attività su un margine fisso pro litro di 3 centesimi lordi al litro, garantendo allo Stato, a proprio rischio e pericolo, in alcuni casi della vita, un introito di circa 40 miliardi l’anno di gettito”.

Caro benzina: i dati

Nel frattempo, il Governo monitora prezzi e caro benzina con l’Osservaprezzi carburanti gestito dal ministero delle Imprese del made in Italy. La media settimanale dei prezzi nazionali della benzina, del gasolio, del Gpl, del gasolio riscaldamento e degli olii combustibili viene pubblicata ogni martedì dopo le 12 dal ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo economico.

Il decreto Trasparenza annunciato dall’esecutivo prevede che questa periodicità diventi quotidiana. I rincari sono stati analizzati a livello settimanale: in base all’ultima rilevazione, la media relativa alla settimana fino all’8 gennaio la benzina è risultata più cara del 10,2 per cento, il gasolio del 9,4 per cento.

Il confronto con l’Europa

L’Italia è secondo in Europa per il caro-carburanti. Solo in Finlandia il pieno di benzina costa di più: 1,910 euro, in base ai dati dell’Unione Europea relativi al 2 gennaio. Il gasolio più costoso, invece, si paga in Svezia con 2,152 euro al litro.

Il Paese meno caro per la verde è la Bulgaria con 0,665 euro e Malta per il diesel con 0,553 euro.

Leggi anche: Come combattere il caro benzina: prezzi trasparenti e buoni nel decreto del Governo

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