“Senza ricordi non esistiamo”, la raccolta di Verdone nell’ultimo libro

Da una scatolone dimenticato in un armadio, colmo di foto e appunti, nasce l'ultimo libro di Carlo Verdone: "La carezza della memoria".

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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16 febbraio 2021, Carlo Verdone pubblica il suo ultimo libro: La carezza della memoria.

Il lockdown lascia tempo per pulire, far ordine e riscoprire cimeli del passato. Carlo Verdone, proprio durante la quarantena, ritrova uno scatolone pieno di ricordi, alcuni fino a quel momento dimenticati: “Dietro c’era un racconto, qualcosa da dire. Tanti episodi li avevo rimossi”, commenta uno dei più noti attori, registi e comici italiani.

Da foto e appunti, da anni sepolti tra cassette, prende vita quella prosa che sa di nostalgia, di giorni, compagni e luoghi ormai lontani, ma indimenticabili.

Carlo Verdone, La carezza della memoria

Carlo Verdone, "La carezza della memoria".

Il libro è l’esercizio di una persona che ridà vita a cose che sembrerebbero morte. Invece messe su carta stampata… Il passato è vita, l’unica certezza che abbiamo.

Il presente è la pandemia, il futuro è nebuloso. L’unico conforto è nella nostalgia, che non è una resa. Il libro è come andare in una sala di proiezione del tempo e farti accarezzare l’anima.

Così Carlo Verdone introduce il suo libro, una fuga dal presente, un rifugio dal futuro.

Un’autobiografia, edita Bompiani, in cui l’autore racconta di suo padre, della sua famiglia, dei grandi amici e maestri del cinema nonché di quell’amore giovanile, solo platonico, per una prostituita.

Un viaggio nel tempo, attraverso tappe, che non solo permettono di riscoprire la vita di questo incredibile personaggio, già in parte raccontata da La casa sopra i portici, ma anche quell’Italia che sembra oggi perduta.

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Il viaggio della memoria: i compagni di Carlo Verdone

Il viaggio della memoria: i compagni di Verdone.

Nella foto, Nuti e Troisi, forse tra i suoi più cari compagni di viaggio, “siamo stati il terremoto della commedia”, dirà lo stesso Verdone.

A scattarla, invece, Alberto Sordi, che lo scrittore ricorda come:

Una persona buona, quando entrava a casa era l’esatto contrario di come appariva, geloso del suo ordine maniacale e della sua privacy.

Le serrande erano per tre quarti abbassate, diceva per non far prendere luce ai quadri ma era come il suo ponte levatoio alzato, a casa voleva sentire soltanto il silenzio.

Ma sul treno della memoria viaggia anche Umberto Smaila, “un ragazzo spiritoso che tirava su il morale a tutti, non sentiva invidie o gelosie” e che l’attore e comico romano celebra come il primo vero uomo a credere in lui, secondo solo, forse, a Sergio Leone.

Ma c’è di più, ci son le donne: “Non mi sono messo a dire: facciamo il ritratto di donne, ma il loro è un pianeta interessantissimo: la terrorista incontrata in treno, la malata terminale… la giovane prostituta acqua e sapone..”

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Il viaggio della memoria: le tappe di Carlo Verdone

L’iter parte in famiglia, un caposaldo. E grazie a un padre che lo porta in viaggio con lui, fin da giovane, Carlo scopre il mondo e grandi personaggi del tempo, il drammaturgo Zdenek Digrin a Praga, ad esempio.

Poi c’è il quartiere dove si incontra ed è importante frequentare gente, e ci son le bische:

luoghi tipici degli Anni 60 e 70, i flipper, i biliardi, erano un teatro dell’umanità, vi trovavi chiunque, il malandrino, quello che aveva soltanto il vizio del gioco… Io ero un borghese curioso di tutto.

In quel minestrone riuscivi a selezionare l’apparato umano, è lì che mi sono allenato per i miei personaggi eccessivi.

Oggi sono tutti uguali, vai in un locale fuori dal raccordo anulare tipo Las Vegas, vedi gente silenziosa e ti chiedi: ma chi sono questi? Tutti con il Rolex, vero o finto.

Racconta al Corriere della Sera.

E le città: Roma, Siena e infine Gorizia, “un luogo dove tutto era sospeso, in un silenzio irreale, come per non offendere la memoria dei soldati morti nelle montagne di fronte”.

Carlo Verdone oggi

Carlo Verdone oggi.

Oggi Carlo Verdone rispolvera i giorni andati, c’è malinconia, ma questo in fin dei conti è il bello dei ricordi, che ci siano stati, che è bello averli vissuti e che inevitabilmente lasciano quel che di nostalgico.

Oggi non ascolta quasi più il rock, l’età porta con sé il bisogno di pace, di intimità, di serenità e “se sei un vero amante della musica, scalino dopo scalino ti appare Mahler e la sua contemplazione del dolore”.

Oggi, dopo aver rievocato il suo decennio migliore:

Dal 1990 al 2000 è stato fantastico. Un film più bello dell’altro, Maledetto il giorno che t’ho incontrato, Al lupo al lupo, Perdiamoci di vista, Viaggi di Nozze.

Aspetta con ansia l’uscita del suo ultimo film, Si vive una volta sola, bloccato da ormai un anno per via della pandemia:

Abbiamo aspettato finché era possibile. Un miracolo che non s’è mai avverato. Eravamo convinti che prima o poi ce l’avremmo fatta. A maggio, a settembre… A Natale le cose sono peggiorate.

È diventato complicato tenerlo bloccato, perché c’è il pericolo che il film invecchi. Finiremo su una piattaforma. Abbiamo sperato in tutti i modi ma non puoi tenerlo fermo per un anno.

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