Campi Flegrei: cosa prevede il piano d’evacuazione e quando si attuerebbe

Un piano di evacuazione per il rischio eruzione ai Campi Flegrei, che finora non esisteva, sarà pronto in quattro mesi. Vediamo di fatto cosa prevede e le zone interessate.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Il piano d’evacuazione previsto dalle forze dell’ordine è basato su uno scenario eruttivo con basso, medio grado di esplosività vulcanica e si svolgerebbe in 72 ore. Per il momento le scosse di terremoto nell’area dei Campi Flegrei, diventate più frequenti nelle ultime settimane, lasciano presupporre che si tratti di una fase acuta del fenomeno ciclico legato al vulcanismo, il bradismo, una sorta di “respiro vulcanico”, caratterizzato da un abbassamento e sollevamento del suolo, di cui quest’ultimo prevede terremoti frequenti ma generalmente deboli.

Non ci sono segnali di un’imminente eruzione ma essendo un vulcano attivo prima o poi questo scenario si presenterà. Qualche giorno fa, a Palazzo Chigi, è stato approvato in Consiglio dei Ministri il decreto per far fronte a questa rinnovata emergenza sul territorio dei Campi Flegrei.

Il provvedimento prevede fondi per oltre 52 milioni di euro, a cui però la Regione Campania ha scelto di non partecipare, fa sapere il ministro Nello Musumeci, come riportato da Ansa. Il piano d’evacuazione nei Campi Flegrei sarà stilato entro 90 giorni dall’attuazione del decreto e prevede uno studio sulla sismicità delle microzone, un’analisi del rischio di edifici privati e pubblici e un programma di intensificazione del monitoraggio sismico e delle strutture. Ovviamente non mancheranno i test attraverso le esercitazioni.

Campi Flegrei: quando si metterebbe in moto il piano d’evacuazione

Campi Flegrei cosa prevede il piano d’evacuazione e quando si attuerebbe_

I ricercatori, in base a studi sulla morfologia dell’area e all’attività vulcanica nel corso degli untimi 5000 anni, hanno ipotizzato le caratteristiche che potrebbe avere la prossima eruzione. Stando a studi probabilistici si tratterebbe di un’eruzione di piccola e media entità.

L’eruzione potrebbe avere più bocche eruttive, formate da una colonna di gas e materiale vulcanico, con caduta di grandi dimensioni nelle zone più prossime alla bocca eruttiva e flussi piroclastici di gas, cenere e lapilli a distanze maggiori. Inoltre nei Campi Flegrei potrebbero verificarsi anche esplosioni freatomagmatiche, cioè esplosioni dovute al contatto con acqua esterna.

Cosa prevede il piano d’evacuazione nei Campi Flegrei

Il piano d’evacuazione nei Campi Flegrei prevede due diverse tipologie di interventi: uno nella zona rossa e uno nella zona gialla.

  • In caso di allarme nella zona rossa la popolazione verrà evacuata prima che inizi l’eruzione. L’area interesserebbe i comuni di Pozzuoli, Monte di Procida, Bacoli e Quarto, oltre a parte dei comuni di Marano di Napoli, Giugliano in Campania e alcune municipalità del Comune di Napoli, tra cui Chiaia, Posillipo, Soccavo, Pianura, Bagnoli e Fuorigrotta mentre San Ferdinando Montecalvario, Arenella, Vomero e Chiaiano, solo parzialmente. Nell’area vivono circa 500mila abitanti.
  • La zona gialla invece è interessata dalla caduta di cenere. Gli abitanti potrebbero essere temporaneamente allontanati dagli edifici più a rischio. L’area include i comuni di Villaricca, Calvizzano, Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, Melito di Napoli e Casavatore e 24 quartieri del Comune di Napoli. Nell’area vivono oltre 800mila abitanti.

In base al monitoraggio dell’INGV in futuro il Dipartimento della Protezione Civile potrebbe dichiarare anche il livello arancione di pre-allarme. In questa fase i cittadini possono allontanarsi autonomamente, con i mezzi propri, mentre è con l’alleata rossa che si attua il piano d’evacuazione che prevede l’allontanamento della popolazione nell’arco di 72 ore. Dopo le prime 12 ore, consentite agli abitanti per prepararsi e disporre le misure per il traffico, nelle 48 ore successive si prevede una partenza cadenzata della popolazione dai comuni per poi nelle ultime 12 ore gestire le eventuali complicazioni.

I cittadini che si sono allontanati autonomamente potranno dirigersi verso una destinazione scelta da loro o nelle Regioni e Province gemellate. Mentre chi vorrà potrà scegliere la partenza assistita raggiungendo le aree di attesa stabilite da ogni Comune, da cui partiranno gli autobus verso le aree esterne alla zona rossa, e poi da lì si sceglieranno i mezzi per raggiungere i punti di accoglienza nelle Regioni gemellate.

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