“Buon appetito” e gli altri errori che si commettono a tavola: cosa dice il Galateo

Il Galateo considera "buon appetito" un'espressione non appropriata, obsoleta e poco elegante: ecco il motivo, cosa utilizzare in alternativa e altri errori grossolani che commettiamo a tavola.

Rosarianna Romano
Rosarianna Romano
Rosarianna Romano, classe 1997. Formazione umanistica e interessi eclettici, sedotta dall'arte e dalla storia contemporanea, ama leggere i libri e la realtà. Nata in Puglia e bolognese d'adozione.
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Buon appetito galateo: ecco cosa c’è da sapere. La sensazione di gioia che pervade ogni buongustaio che si rispetti prima di un pranzo o una cena è impagabile. Le immense tavolate dei giorni di festa, poi, sono pura goduria. Quando ci si trova seduti di fronte a ogni tipo di prelibatezza, il primo istinto è quello di voler subito cominciare. Spesso si finisce col rompere gli indugi con il classico “buon appetito”, un’espressione utilizzata internazionalmente per augurare ai propri commensali di godersi la cena.

Eppure, il galateo non ama il “buon appetito”. Già: è considerato non appropriato, obsoleto e poco elegante. In breve, le buone maniere non gradiscono tale espressione perché suggerirebbe ai commensali di avere più appetito del dovuto, come se dovessero approfittare di un pasto eccezionale che non avranno più modo di consumare in futuro.

Buon appetito galateo: le origini e il vero significato di tale espressione

Buon appetito galateo. Effettivamente, l’espressione “buon appetito” nasce proprio col fine di invitare i commensali a godere dell’ampia quantità di cibo presente in tavola, un’occasione vista come rara e da non lasciarsi sfuggire. Una sfumatura di significato, questa, che rimanda all’origine di tale espressione, che va ricercata nel Medioevo, più nello specifico durante il periodo del Feudalesimo.

A quell’epoca, quando veniva effettuato il raccolto o si concludeva una buona battuta di caccia, i signori organizzavano dei banchetti a cui potevano eccezionalmente partecipare anche i servi.

Proprio in occasione di queste tavolate eccezionali, è divenuto di uso comune il “buon appetito”, un augurio che il padrone faceva ai suoi servi affinché approfittassero di quel ricco banchetto. Da qui si capisce il motivo per cui tale espressione, nata col senso di “sfamatevi ora che potete”, abbia oggi poco senso ed eleganza. Il cibo non è più una rara occasione di cui approfittare (almeno in moltissimi casi), ma motivo di convivialità, di incontro, di festa.

Le alternative al “buon appetito”: come comportarsi correttamente

Buon appetito galateo: l’Accademia Italiana spiega nel dettaglio quale sia il giusto comportamento da mantenere a tavola. Come detto in precedenza, il “buon appetito” va evitato, non solo perché oggi risulta antiquato, ma anche perché la nobiltà non arrivava mai affamata ad una tavola formale, quindi augurare di avere appetito era quasi offensivo, oltre che scorretto. L’inizio del pasto deve avvenire nel massimo silenzio e con disinvoltura, seguendo il padrone o la padrona di casa.

Certo, se proprio non si può fare a meno di augurare ai commensali di godersi il pasto, esistono delle soluzioni alternative comunque valide, come “buon pranzo” o “buona cena”, ideali perché non fanno alcun riferimento al cibo ma sono solo un invito a passare bene il tempo dedicato alle bontà in tavola.

Oltre il “buon appetito”: altri 5 miti da sfatare a tavola

buon appetito galateo

Oltre al “buon appetito”, ci sono molti altri miti da sfatare a tavola. Esistono infatti alcune espressioni che utilizziamo spesso ma che per l’Accademia Italiana Galateo rappresentano degli errori grossolani, quasi imperdonabili. Tra queste troviamo:

  • Cin Cin!: chi non lo ha detto almeno una volta durante il brindisi. Eppure, per il Galateo è un’espressione poco formale e non adeguata. Le buone maniere vogliono che i calici siano alzati con un piccolo cenno e, se si vuole fare un augurio, lo si può fare, ma dovrà essere sincero e originale.
  • Mai chiedere il sale: già, fare questa richiesta quando il sale non è in tavola è ritenuto un gesto offensivo che suggerisce che non stiamo davvero apprezzando il cibo. In ogni caso, per evitare l’imbarazzo, è sempre meglio posizionare due ciotoline per sale e pepe.
  • Niente coltello per uova, formaggio e pane: per i primi due basta la forchetta, il terzo invece dovrebbe essere fatto a pezzi con le mani (usanza influenzata dalla religione). Inoltre, il coltello non andrebbe utilizzato neanche per aiutarsi a raccogliere uova e formaggio: meglio utilizzare un pezzetto di pane!
  • Attenzione al tovagliolo: andrebbe sempre posizionato sulle gambe oppure a sinistra e utilizzato dopo ogni sorso di acqua o di vino (o altro).
  • Occhio al cucchiaino del caffé: va benissimo per mescolare, ma non va mai messo in bocca subito dopo. Il gesto sarebbe certamente poco elegante e per nulla piacevole da vedere.

Leggi anche: Regole del galateo e buone maniere: quali sono e come si applicano

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Rosarianna Romano, classe 1997. Formazione umanistica e interessi eclettici, sedotta dall'arte e dalla storia contemporanea, ama leggere i libri e la realtà. Nata in Puglia e bolognese d'adozione.
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