Bonus bollette 600 euro: a concederlo è il tuo datore di lavoro

Bonus bollette 600 euro. Vediamo come funziona e a chi spetta quest'ulteriore agevolazione prevista nel Decreto aiuti bis.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Bonus bollette 600 euro per i lavoratori. Il decreto Aiuti bis, recentemente entrato in vigore, ha stabilito una nuova soglia pari a 600 euro per i fringe benefit, ossia quei benefici che comprendono auto aziendali, buoni pasto e polizze assicurative.

Il limite massimo di spesa è stato fissato a 600 euro per il 2022. L’aumento è derivato dal voler tenere in considerazione gli aumenti di luce, gas e acqua. Le aziende però possono decidere anche di fornire benefit superiori a questa somma, ma la cifra in più dovrà essere tassata.

Inoltre per l’anno 2022, oltre al bonus bollette 600 euro, è prevista anche l’esenzione fiscale per i buoni benzina, ceduti dai datori di lavoro privati ai dipendenti per l’esclusivo acquisto di carburante.

Bonus bollette 600 euro: cos’è e come avviene l’erogazione

bonus bollete 600 euro_

Il bonus bollette 600 euro consiste in un rimborso dato dall’azienda al lavoratore, che include i consumi energetici, ossia il pagamento delle utenze domestiche come luce, acqua e gas.

Si tratta di un aiuto una tantum che le ditte possono dare, con un importo che varia da 258 a 600 euro. Per il datore di lavoro si tratta comunque di soldi deducibili, che riducono l’imponibile fiscale della società mentre per il lavoratore sono somme nette, non soggette a contribuzione ed escluse dal reddito di lavoro dipendente ai fini Irpef.

Per quanto riguarda l’erogazione del bonus sono possibili due vie:

  • erogazione diretta
  • rimborso in busta paga

Ciò ne deriva da un approfondimento dalla Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro, secondo cui “Il comma 1 dell’articolo 12, in particolare, consente sia l’erogazione diretta delle somme al fornitore della somministrazione del servizio (ipotesi evidentemente più complessa in quanto i canoni delle utenze sono di norma addebitate direttamente al titolare delle stesse), sia il rimborso delle spese sostenute direttamente dagli stessi lavoratori, previa documentazione di averne sostenuto il costo“. Nel primo caso i dubbi riguardano quelle utenze ad esempio intestate al coniuge, e nel Decreto legislativo manca qualsiasi riferimento ad essi.

Inoltre va specificato che il bonus non è un obbligo per un’azienda ma rappresenta una scelta: la ditta autonomamente decide chi aiutare e quale somma elargire.

Leggi anche: Bonus 200 euro per autonomi e professionisti: requisiti e come richiederlo

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