Tra gli addi più sonori alla Rai c’è sicuramente quello di Bianca Berlinguer. L’ex conduttrice di Cartabianca su Rai 3, ora approdata a Mediaset, ha vuotato il sacco sui motivi che l’hanno allontanata da Viale Mazzini e spinta verso il Biscione.
La giornalista ne ha parlato dopo la presentazione di ieri dei palinsesti Mediaset, che l’hanno confermata alla guida di un programma su Rete 4. Ecco cosa ha detto.
Bianca Berlinguer: in Rai “estranea” e “un fastidio”. La lotta per Corona e Orsini e la mancanza di libertà
Bianca Berlinguer ha anzitutto chiarito che in Rai – ormai – si sentiva “estranea”, un vero e proprio “fastidio”. La giornalista ha poi elencato tutti gli ostacoli che si è trovata ad affrontare, specie in relazione alla lotta per tenere in trasmissione personaggi divisivi come Mauro Corona e Alessandro Orsini.
La conduttrice ha pure parlato del suo discusso approdo a Mediaset, tacciato da molti di incoerenza visto che si tratta della rete dell’avversato Berlusconi. In merito, Berlinguer ha detto che, pur rimanendo sempre “una donna di sinistra” oggi Mediaset “dà più garanzie di libertà”. Una parola, quest’ultima, piuttosto ricorrente nei discorsi dei giornalisti che stanno “cambiando casacca”.
Poi, la stoccata a Matteo Renzi: “Quando ero direttore del Tg3 lui richiedeva due servizi al giorno – ha detto Berlinguer – uno contro i 5 Stelle e un altro contro Bersani. Vedo che oggi il suo giornale (Il Riformista, ndr) attacca me e altri perché avremmo ceduto al richiamo dei soldi”.
Bianca Berlinguer: la lotta per Mauro Corona e Alessandro Orsini
Nello specifico, parlando di Mauro Corona e Alessandro Orsini, Bianca Berlinguer ha raccontato in alcune interviste:
Per un anno intero hanno allontanato Mauro Corona, una figura importante per la mia trasmissione. Si trattava anche di una questione di principio: è impensabile interferire così pesantemente con l’identità di Cartabianca senza il mio accordo. L’ex ad Carlo Fuortes lo reintegrò e gliene sono ancora grata.
Poco tempo dopo scoppiò il caso Alessandro Orsini e anche allora ho dovuto sostenere una battaglia in Rai perché si può non condividere il suo pensiero ma le sue posizioni hanno tutto il diritto di essere rappresentate perché corrispondono a una fetta dell’opinione pubblica nazionale.
Ho subito tutto questo, fino a quando un mese fa mi sono resa conto che nulla sarebbe cambiato davvero e che tutte le promesse e le garanzie rispetto al ruolo e allo spazio affidati dalla Rai alla mia trasmissione erano prive di fondamento.
Una spia molto significativa si trovava nel fatto che, per l’ennesima volta, mentre tutte le reti proteggono i loro prodotti con un lavoro di squadra e con la massima solidarietà interna, ogni martedì scoprivo che su La 7, la trasmissione mia concorrente, era affollata di volti noti della Rai. Tutto questo conferma quanto poco il tuo editore tenga a te.
Rai, Bianca Berlinguer sull’addio per lo scontro con Fagnani: “Sciocchezze”
Bianca Berlinguer si è pure espressa sull’indiscrezione che vedeva tra i motivi dell’addio alla Rai lo scontro del martedì con “Belve” di Francesca Fagnani, che sarebbe andato in onda in contemporanea a Cartabianca sulla seconda rete.
“Ma figuriamoci, sciocchezze – ha detto Berlinguer – di questo abbiamo riso al telefono, lei e io. Sono piccinerie che non ci appartengono. Non si lascia la Rai dopo 34 anni per 5 puntate di una collega peraltro molto brava come Francesca Fagnani”.
Dopodiché, la conduttrice ha spiegato che l’amministratore delegato Rai Roberto Sergio l’avrebbe chiamata per chiederle di cambiare idea dopo le indiscrezioni che la vedevano vicina a un addio. E ha negato che tra i contrasti ci sia stata la striscia quotidiana di Marco Damilano, che – anzi– le è stata offerta. Poi ricorda che a Mediaset la avrà, alternandosi alla conduzione con Nicola Porro.
Bianca Berlinguer: “Felice di portare un cognome tanto amato, ma voglio essere giudicata per ciò che sono. Corona? Mi seguirà”
In ultimo, Bianca Berlinguer ha parlato pure del padre Enrico, ex segretario del Partito Comunista, e del suo nuovo programma a Mediaset. Ha detto:
Io ho 63 anni, quando mio padre è morto ne avevo 24. L’anno venturo saranno 40 anni. E credo di poter rivendicare il diritto di essere valutata per quello che sono e per quello che faccio. Sono consapevole e felice di portare un cognome ancora oggi tanto amato. Un dono della vita essere stata sua figlia. Un’eredità onerosa che vivo con orgoglio.
Ma poi come tutti devo essere chiamata a rispondere di ciò di cui solo io sono responsabile. Sono una donna di sinistra e lo sarò sempre. Anche se sono stata attaccata più dalla sinistra che dalla destra.
Nel mio nuovo programma Mauro Corona ci sarà certamente. Avrò un budget per gli ospiti: è una dura necessità imposta dalla concorrenza.
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