Parlamento UE approva legge sull’AI, Benifei: “Basta ai deep fake, tuteliamo aziende e creativi”

Approvato l'AI Act, il nuovo corpus di norme che regolamenta l'uso dell'intelligenza artificiale in ambito europeo. Abbiamo approfondito con un'intervista al co-relatore Brando Benifei.

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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L’Europarlamento nella giornata di ieri ha approvato l’AI Act, una serie di norme che regolano l’uso dell’intelligenza artificiale con 523 voti a favore, 46 contrari e 49 astenuti. Si tratta di una rivoluzione, come ha affermato in conferenza stampa a Strasburgo Brando Benifei, capodelegazione Pd del Parlamento europeo e co-relatore dell’AI Act: “Per noi è una giornata storica. L’UE è la prima istituzione a regolamentare, a livello internazionale, l’uso dell’AI e ciò indica una chiara strada verso uno sviluppo sicuro e basato sull’essere umano”.

L’AI Act è una direttiva che ha molteplici obiettivi, come ha sottolineato Benifei: “Il nostro regolamento ha come task quello di limitare i rischi e aumentare le opportunità, combattere le discriminazioni, portare trasparenza e i nostri valori democratici di libertà e uguaglianza dentro lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, sostenendo allo stesso tempo l’innovazione e la competitività”.

L’AI Act vale solo in ambito europeo?

L’AI Act introduce nuove misure che regolamenteranno, come si legge nell’Articolo 1, l’uso dei sistemi di IA nell’UE. Tali norme si applicheranno sia ai fornitori pubblici e privati, siano essi persone fisiche, autorità o organi giuridici, che impiegano l’intelligenza artificiale in ambito europeo ― indipendentemente dalla loro posizione geografica ― e a quelli situati al di fuori dall’UE, purché i servizi implementati con l’AI vengano gestiti Europa.

Dovranno rispettare la nuova norma persino gli operatori, tutti coloro che si avvarranno del sistema o servizi generati con l’intelligenza artificiale, a patto che si tratti di un uso esclusivamente personale. Anche in tal caso e per questa categoria valgono le stesse regole per i fruitori, menzionate poco sopra.

Intervista a Brando Benifei

La redazione de “ildigitale.it” ha dialogato con Brando Benifei, capodelegazione Pd del Parlamento europeo e co-relatore dell’AI Act che ci spiega qual è la vera rivoluzione della norma e gli obiettivi futuri. A seguire l’intervista.

Quali sono i benefici per le aziende?

La normativa offre molte tutele per le aziende, perché sostiene quei sendboxes obbligatori e permette loro di avere un sostegno per entrare in modo massiccio nel mercato dell’intelligenza artificiale.

Il nostro obiettivo è questo, le aziende sono sostenute e hanno spazio di libertà e di sviluppo e con il meccanismo di verifica e di conformità aumentano le tutele anche per lavoratori e imprese rispetto alla conoscenza dei modelli più potenti su cui sono posti obblighi di trasparenza. Inoltre, molti più consumatori sono propensi ad acquistare prodotti se ci sono maggiori controlli sull’uso dell’AI.

Cosa cambia per i cittadini?

I sistemi di intelligenza artificiale saranno sottoposti a controlli sulla qualità e appropriatezza dei dati usati per allenarli, anche nell’ambito della cybersicurezza, nei contesti che sono considerati sensibili come l’uso in ambito medico, amministrazione della giustizia, luoghi di lavoro, e anche nella valutazione degli studenti.

Saranno vietate alcune pratiche pericolose come il social scoring, il riconoscimento delle emozioni nel luogo di lavoro e di studio e uso indiscriminato delle telecamere a riconoscimento biometrico, da ora in poi limitate solo per la ricerca di criminali in contesti specifici.

Una maggiore trasparenza nella riconoscibilità dei contenuti generati dall’AI contrasterà il dilagare dei deep fake, favorendo la tutela degli artisti, creativi e creatori dei contenuti che vedranno riconosciuti i lori diritti.

Cosa rappresenta per te questo traguardo e quali sono gli scenari successivi?

È il coronamento di un lungo lavoro durato due anni di negoziazione da parlamentare e con il Consiglio, più un anno di lavoro precedente di approfondimento e di esperienza su uno dei provvedimenti più importanti della legislatura.

In merito ai traguardi futuri, l’implementazione di questa norma richiederà tempo, poiché prima di applicarla, gradualmente, dopo sei mesi diventeranno obbligatori i divieti, dopo poco più di un anno gli obblighi di trasparenza, dopo circa due anni la riduzione dei rischi in generale.

Con incentivi alle aziende, attività di supporto e il confronto con il resto del mondo, USA e Cina, vogliamo far crescere l’interesse attorno a un nostro modello, ciò vuol dire anche aumentare investimenti in ricerca. L’Europa deve fare un salto di qualità su questo.

Pensi che l’Italia debba riconoscerti questo merito, se sì, perché?

L’AI Act è il risultato merito di un lavoro del team del Parlamento UE che è stato unito e ha negoziato con efficacia il testo con il Consiglio, facendo valere l’unità e i nostri principi fondamentali, cioè chiarezza nel vietare alcune pratiche pericolose, tutelare cittadini e lavoratori, aiutare piccole e medie imprese con ingresso nel mercato facilitato attraverso le sendboxes, la trasparenza a favore dei consumatori.

Con il collega Tudorache, rappresentante della Commissione per le libertà civili insieme a quella del mercato interno, che io rappresentavo, abbiamo avuto totalità della negoziazione e ottenuto traguardi di grande rilevanza, non solo per un singolo Paese, ma per tutta L’Europa.

Abbiamo dimostrato che se l’Europa lavora come un mercato unitario riesce a far sviluppare un suo modello dell’AI, ed ecco qual è il risultato: anche i grandi colossi del digitale non potranno rinunciare a stare nel nostro mercato e dovranno accettare di rispettare le regole nell’ambito della norma.

L’AI Act è stato un grande lavoro di squadra dell’Europa che dimostra il suo spirito di iniziativa e ci spinge verso una direzione che ha un valore globale.

Leggi anche: Intelligenza artificiale, arriva un nuovo disegno di legge: “L’Italia investirà un miliardo”

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