Come recuperare gli investimenti in beni strumentali: tutte le agevolazioni

Tra gli incentivi previsti per chi sceglie l'innovazione, una delle misure più vantaggiose è rappresentata dal credito d'imposta. Ecco come recuperare gli investimenti in beni strumentali.

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Perché investire in beni strumentali è così vantaggioso? É davvero il caso di dirlo: per le aziende italiane è arrivato il momento di pensare alla svolta. Il Piano Nazionale Transizione 4.0, che estende il Piano Industria 4.0, è stato pensato proprio per questo: proporsi come strumento di crescita per le imprese. Come? indirizzandole verso il digitale. Solo in questo modo, infatti, il nostro Paese potrà dirsi davvero al passo con la quarta rivoluzione industriale, quella delle nuove tecnologie digitali, la cosiddetta “Industria 4.0”.

Ma qual è il vero segreto per accelerare il proprio percorso di crescita? La chiave è nel corretto utilizzo degli strumenti messi a disposizione per le aziende: solo in questo modo sarà possibile restare competitivi e resilienti, facendo proprie tecniche di produzione innovative ed efficaci. Tra gli incentivi previsti per chi sceglie l’innovazione, una delle misure più vantaggiose è rappresentata dal credito d’imposta. Tale credito, che con l’avvio del Piano Nazionale di Transizione 4.0 ha sostituito la vecchia misura del superammortamento fiscale, fa riferimento a diverse tipologie di sostegno. Grazie a questo incentivo, ad esempio, sarà possibile recuperare gli investimenti sui beni strumentali.

Interessante è l’agevolazione destinata all’acquisto di beni strumentali materiali tradizionali. Si tratta di beni non legati propriamente a tecnologie 4.0, ma rientranti nella categoria di quelli destinati all’impresa tradizionale: veicoli commerciali, computer, stampanti, toner, arredi per ufficio, carriole, impalcature, macchinari agricoli ecc.

Beni strumentali: le modifiche alla Legge Sabatini

A sostenere tale iniziativa è la Legge Sabatini che, con la Legge di Bilancio 2021, ha subito alcune modifiche. L’articolo 16 della Manovra 2021, infatti, permetterà di erogare la Nuova Sabatini in un’unica soluzione anche per i finanziamenti sopra i 200.000 euro di importo. Tale contributo, promosso dal Ministero dello Sviluppo economico, viene calcolato in base al valore degli interessi sui finanziamenti: nello specifico, è previsto un tasso annuo del 2,75% per gli investimenti ordinari e del 3,575% per quelli in Industria 4.0.

A dispetto di quanto si potrebbe pensare, la misura in questione non è rivolta alle grandi aziende, ma alle micro, piccole e medie imprese, a cui sono stati destinati per tale agevolazione un totale di 370 milioni di euro. L’agevolazione ha durata massima di 5 anni e interessa investimenti compresi tra i 20 mila e i 4 milioni di euro. Oltre a coprire la spesa totale dell’impresa, questa può anche essere affiancata dalla garanzia del Fondo per le PMI (fino all’80% dell’importo).

La novità introdotta dalle modifiche apportate dalla Legge di Bilancio 2021 semplifica l’accesso al sostegno per l’acquisto di beni strumentali materiali tradizionali, riducendo l’erogazione da sei quote annuali a un’unica soluzione. Stando ai dati diffusi dal Mise, quello previsto dalla Legge Sabatini è tra i sostegni più richiesti dal tessuto produttivo italiano. Basti pensare che a novembre l’importo del contributo statale prenotato è pari a 1.972.186.629 euro (il 92% delle risorse), per un finanziamento totale di 23.361.229.455 euro.

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Beni strumentali tradizionali: le aliquote

Tornando al credito d’imposta, ci sono novità che interessano anche le aliquote per l’acquisto di beni tradizionali. Tale credito, con la Legge di Bilancio 2021, sale infatti dal 6% al 10%, con un massimale pari a 2 milioni per beneficiario.

L’incremento delle aliquote riguarda anche i software non 4.0: in questo caso il credito di imposta rimane al 10%, ma il tetto massimo si ferma a 1 milione di euro. Per i beni funzionali allo smartworking tale valore si attesta al 15%. Tale misura è retroattiva, anche se le percentuali sono valide solo per gli investimenti effettuati nel 2021: per il 2021, infatti, tornano al 6%.

Beni strumentali nuovi, materiali e immateriali

Beni strumentali nuovi, materiali e immateriali

Il credito di imposta è riconosciuto anche per l’acquisto o leasing di beni strumentali nuovi materiali o immateriali. Nello specifico, sono previsti benefici per gli investimenti in:

  • Beni Materiali Strumentali Nuovi, di cui al comma 188, dell’art. 1, della Legge n. 160/2019 (beni ex super ammortamento);
  • Beni Materiali Strumentali Nuovi, secondo il modello Industria 4.0, di cui al comma 189, dell’art. 1, della Legge n. 160/2019 (beni ex iper ammortamento);
  • Beni Immateriali Strumentali Nuovi, secondo il modello Industria 4.0, di cui al comma 190, dell’art. 1, della Legge n. 160/2019 (beni ex iper ammortamento dei beni immateriali di cui all’Allegato B della cd. ‘Legge di Bilancio 2017’).

La condizione per godere di tali incentivi è che le aziende richiedenti siano ubicate in Italia. Inoltre, gli acquisti o il leasing devono essere stati effettuati tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2020, ovvero fino al 30 giugno 2021 a condizione che, entro il 31 dicembre 2020, il relativo ordine risulti accettato dal venditore e siano stati pagati acconti per almeno il 20% del costo di acquisizione. Per i beni nuovi immateriali la Legge prevede che il credito sia concesso soltanto per gli investimenti in beni relativi all’Industria 4.0. Anche le aliquote variano in base alla tipologia di beni nuovi:

  • Per i beni materiali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modelllo “Industra 4.0”, il credito d’imposta è pari al 40% del costo, per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, mentre si attesta al 20% per la quota eccedente fino al limite massimo di 10 milioni di euro;
  • Per i “beni immateriali connessi a investimenti in beni materiali Industria 4.0”, il credito di imposta è pari al 15% nel limite massimo di 700.000 euro di costi ammissibili, per beni diversi il credito d’imposta è pari al 6% del costo, con un tetto massimo di 2 milioni di costi.

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