Aumento contagi, Battiston: “Cambiare norme quarantena o sarà lockdown per tutti”

L'aumento dei contagi, in seguito al diffondersi della variante Omicron, sta creando molti disagi. Se le regole rimangono le stesse il rischio è un lockdown generalizzato, non voluto.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Aumento contagi. Il picco, dovuto alla variante Omicron, sta aumentando e con questo anche il numero di persone costrette a quarantena preventiva dovuta a contatti stetti con i positivi. Le regole attualmente in vigore prevedono sette giorni di isolamento a chi è vaccinato e dieci a chi non lo è, insieme all’obbligo di tampone.

Se i numeri aumenteranno si rischia di costringere a casa gran parte della popolazione, oltre a mettere in difficoltà diversi settori produttivi.

Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario all’emergenza, ha fatto sapere che questa mattina c’è stata una riflessione con il ministro della Salute Speranza su cosa mettere in campo riguardo al discorso delle quarantene, come conseguenza dell’aumento contagi.

Aumento contagi: “Si rischia un lockdown non deciso per decreto”

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Aumento contagi. Roberto Battiston, professore di Fisica all’università di Trento, che si occupa di monitorare i numeri Covid in Italia, ha espresso il suo pensiero riguardo alla situazione che si sta venendo a creare. Ecco cosa ha detto, come riportato da Repubblica:

Ci troviamo di fronte a un problema che ci ha colti di sorpresa: come gestire la rapidissima diffusione di Omicron senza chiudere tutto. Il rischio è che, applicando alla nuova variante le norme sulla quarantena e gli isolamenti fiduciari pensate in un’altra fase della pandemia, ci si ritrovi in un lockdown generalizzato di fatto, ma non deciso per decreto come quelli del 2020 e non calibrato sulla tenuta del sistema economico.

È la prima volta da inizio pandemia che la frazione di positivi può diventare confrontabile alla popolazione complessiva. Per questo è auspicabile che siano riviste le norme su quarantena e isolamento, o rischiamo di ritrovarci in una sorta di lockdown non voluto. Inoltre il codice dei colori per le Regioni è stato concepito per una epidemia di intensità contenuta, non per l’impatto di Omicron nel contesto di una porzione ancora troppo consistente di non vaccinati.

Aumento contagi: “Lockdown per non vaccinati”

Aumento contagi. E riguardo alla possibilità di lockdown per non vaccinati, come in Germania, il professore ha spiegato:

È l’unico strumento. I dati, per ora, ci dicono che le due dosi più il booster proteggono abbastanza dall’infezione, e quindi, ovviamente, dalla malattia grave. Un livello di protezione che si abbassa un po’, per l’infezione, in chi non ha fatto la terza dose. Ma il vero problema resta quel 10% di adulti non vaccinati. Sono poco meno di 6 milioni di persone e se Omicron, vista la sua alta capacità di diffusione, colpisse in modo sistematico ci ritroveremmo con migliaia di vittime e un sistema sanitario in tilt. Insomma, una nuova Bergamo, ma su scala nazionale.

Sembra effettivamente l’unico strumento a portata di mano per contenere gli effetti sanitari su valori accettabili. Ma non necessariamente la diffusione del contagio, perché sappiamo che i vaccinati possono essere, anche se in misura minore, portatori di Omicron. Le tre dosi proteggono dal contagio di Omicron al 75%, ma al momento solo il 30% degli italiani ha fatto la terza dose. Questo significa che il 22% (30% per 75%) è teoricamente fuori dalla catena dei contagi. Il restante 78% può partecipare alla diffusione del virus. E qui il tema da sanitario diventa economico. Se cioè, bloccando chi a causa di un contatto rischia di diventare portatore, non finiamo per fermare, in modo non programmato, gran parte del Paese.

Dello stesso parere anche virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’università Statale di Milano, l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco e Maria Rita Gismondo, dell’ospedale Sacco di Milano.

Leggi anche: Boom di contagi, Bassetti: “Serve nuovo approccio. Uscire dalla visione della malattia devastante”

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