Assegno unico. Pare che l’Inps stia studiando la possibilità di garantire il rinnovo senza necessità di fare una nuova domanda. Non è certo, ma è possibile che si verifichi un vero e proprio rinnovo automatico. In caso contrario si dovrà presentare la domanda entro il 28 febbraio 2023.
Per il rinnovo automatico invece sarà necessario, per garantire la continuità, presentare l’Isee entro il 31 gennaio 2023, data in cui scadono tutti gli Isee 2022. Per chi invece non rinnoverà l’Isee ma presenterà la domanda riceverà l’assegno unico, ma al minimo.
L’assegno unico aumenterà nel 2023
Il contributo dell’assegno unico, varato dal governo Draghi nel 2022, è destinato ad aumentare nel 2023, e verrà rivalutato in base all’inflazione che dovrebbe attestarsi intorno all’8%.
Se ciò dovesse verificarsi gli esperti stimano un aumento di 14 euro, che nel caso dell’importo massimo passerà da 175 a 189 euro al mese. Mentre per l’assegno minimo l’aumento risulterebbe di 4 euro, da 50 a 54 euro mensili.
A subire una rivalutazione sarà anche l’importo per i figli maggiorenni, oltre alla maggiorazione per numero di figli e disabilità.
A mutare inoltre saranno anche le soglie Isee per accedere alla cifra massima della prestazione, che dovrebbe passare da 15mila euro a 16.200. In pratica per ricevere la somma di 189 euro al mese bisognerà avere un Isee inferiore a 16.200 euro. Stessa cosa per l’importo minimo di 54 euro che passa da un Isee di 40.000 euro, per il 2022, a 43.200 per il 2023.
Assegno unico, perché non spetta alle famiglie con un solo genitore
Sono sempre più genitori a segnalare un taglio dell’assegno unico per i figli, a motivo di un errore nella procedura dei pagamenti. Secondo quanto specificato dalla norma, la maggiorazione per chi lavora spetterebbe solo alle famiglie con due genitori.
Per le famiglie con un solo genitore, sia che si tratti di single o vedovi, dietro la riduzione dell’importo vi è una spiegazione dell’Inps, che riguarda la struttura della misura stessa. L’Ente, come confermato anche a Fanpage.it, ha chiarito che per le famiglie monoparentali la maggiorazione è stata concessa per sbaglio, e poi tolta per via di un errore di procedura dei pagamenti. La norma è stata concepita in modo che per avere la maggiorazioni lavorino entrambi i genitori e non accada che uno dei due smetta di lavorare.
Gli assegni delle famiglie mono genitoriali, che hanno ricevuto una maggiorazione di 30 euro senza che gli spettasse, sono ora in fase di recupero, e torneranno alla soglia corretta una volta che l’Inps li riprenderà. Il caso è stato sollevato nelle scorse settimane da diversi genitori sigle che hanno rirerito la loro storia ai quotidiani nazionali.
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