Manovra, asilo gratis al 2° figlio e contributi pagati alle mamme. Addio a Opzione Donna

Asilo gratis: il Governo - che da sempre ha fatto della natalità il suo cavallo di battaglia - ha stanziato un ulteriore miliardo per le politiche per la famiglia. Ecco i dettagli.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Asilo gratis al secondo figlio: ecco cosa c’è da sapere. Come noto, ieri il Cdm ha approvato il testo della nuova legge di bilancio, che ora dovrà passare al vaglio delle Camere. Il Governo – che da sempre ha fatto della natalità il suo cavallo di battaglia – ha stanziato un ulteriore miliardo per le politiche per la famiglia.

Concentriamo le risorse su famiglia e con particolare incentivo alla natalità. Ai provvedimenti dello scorso anno, confermati, si aggiungono tre ulteriori misure. Per il congedo parentale, arriva un ulteriore mese, utilizzabile fino a sei anni di vita del bambino dalla madre o dal padre, retribuito al 60%. Il primo mese resta all’80%”, ha spiegato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Asilo gratis al secondo figlio, è davvero così?

Asilo gratis al secondo figlio: ci sono novità anche su questo fronte. “Aumentiamo i fondi per gli asili nido, il nostro obiettivo è dire che al secondo figlio l’asilo nido è gratis”, ha detto la Premier Meloni. In verità, questo non significa che l’asilo nido per il secondo figlio sarà automaticamente gratuito. Si tratta semplicemente di un aumento di fondi per il bonus pari a oltre 150 milioni di euro.

Altra misura a favore delle mamme è quella che prevede la loro decontribuizione. In breve, le donne che lavorano e hanno due figli non pagheranno i contributi a carico del lavoratore, ma sarà lo Stato a farlo per loro. Ma, anche in questo caso, ci sono dei limiti. La regola sarà valida infatti solo fin quando il secondo figlio non compierà 10 anni. Per le madri con tre o più figli, invece, la misure sarà valida fino a quando il più piccolo ne avrà 18.

La Premier Meloni ha spiegato: “Il concetto che vogliamo stabilire è: una donna che mette al mondo almeno due figli, ha già offerto un importante contributo alla società e quindi lo Stato cerca di compensare pagando i contributi previdenziali e facendo una cosa che non solo aiuta nella pensione, ma aiuta anche a scardinare l’assunto per cui favorire la natalità è un disincentivo al lavoro delle donne. Le due cose possono stare perfettamente insieme”.

Asilo gratis al secondo figlio, ma salta taglio Iva su prodotti infanzia. Maxi-deduzione a chi assume mamme

Se la misura dell’asilo gratis al secondo figlio è stata confermata, non lo sono stati invece i tagli dell’Iva sui prodotti della prima infanzia, un’iniziativa che – spiega la Premier Meloni – è stata “assorbita dall’aumento dei prezzi”. Sì invece a una maxi-deduzione del 120% per chi assume a tempo indeterminato, che sale al 130% per chi assume mamme, giovani under 30, soggetti con invalidità ed ex beneficiari del Reddito di Cittadinanza.

Tutte misure, queste, così commentate dalla ministra per la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella: “La legge di bilancio conferma la grande attenzione del Governo per le famiglie, per la natalità, per il lavoro femminile, per il valore sociale della genitorialità, per il sostegno alle situazioni di fragilità. Il tutto non attraverso bandierine o misure spot, ma tramite interventi organici che proseguono nella rotta tracciata fin dallo scorso anno e che delinea una direzione ben precisa”.

Asilo gratis al secondo figlio, ma saltano Opzione donna e Ape sociale

Asilo gratis al secondo figlio, decontribuizioni e deduzioni. Ma non è tutto rose e fiori. Si sta infatti discutendo molto del colpo di spugna che la nuova manovra ha dato ad Ape sociale e Opzione donna. Al loro posto, è stato introdotto un Fondo per la flessibilità in uscita per l’accesso alla pensione con 63 anni di età e 36 di contributi per caregiver, disoccupati, coloro che sono impegnati nei lavori gravosi, i disabili e per le donne, “come prevedeva Opzione donna con 35 anni di contributi”, sostiene Meloni.

Di fatto, però, ora per le donne si alza il requisito anagrafico rispetto alla formula precedente di Opzione Donna: si potrà andare in pensione solo a 60 anni (con una riduzione per i figli). Il sistema in questione, inoltre, renderebbe più difficile l’accesso alla pensione per i disoccupati, caregiver e disabili che oggi con l’Ape sociale possono beneficiare di un ammortizzatore di accompagnamento alla pensione (che non è però la pensione vera e propria) con 30 anni di contributi.

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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