“Alfredino – Una storia italiana”, arriva la serie sul dramma di Vermicino

A quarant'anni dalla tragica vicenda di Vermicino che sconvolse l'Italia intera verrà trasmessa una serie in ricordo del piccolo Alfredino Rampi.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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La vicenda di Alfredino Rampi, che nel 1981 a Vermicino ha cambiato il modo di fare giornalismo e di vivere il dolore privato rendendolo collettivo, diverrà una serie Tv.

La serie Tv Alfredino, che racconta la storia di un bambino caduto in un pozzo artesiano nel giugno del 1981 e morto pochi giorni dopo, consta di due puntate e verrà trasmessa il 21 e 28 giugno su Sky Cinema e in streaming su Now.

Nel cast Anna Foglietta interpreterà la madre del piccolo, Vinicio Marchioni vestirà i panni di Nando Broglio, il pompiere che cercò di consolare il bambino, mentre Massimo Dapporto sarà l’allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini.

Serie Tv Alfredino, la vera storia del bambino

serie tv alfredino_soccorsi

La vicenda di Alfredino Rampi ha sconvolto l’Italia nell’estate del 1981. Il bambino, di appena sei anni, cade in un pozzo artesiano in via Sant’Ireneo, in località Selvotta, una frazione di campagna vicino Frascati.

Per pozzo artesiano si intende un pozzo che attinge l’acqua da una falda detta artesiana. Perforando la superficie della falda si porta allo zampillare dell’acqua fuori, risparmiando su pompe meccaniche costose.

Il piccolo, mentre stava trascorrendo una vacanza nella sua seconda casa con i genitori, nonni e suo fratello Riccardo, la sera di mercoledì 10 giugno chiede di poter fare un tratto di strada da solo. Per rientrare a casa passa attraverso i campi, ma non vi farà più ritorno. Subito si mette il moto la macchina dei soccorsi, che vede come protagonisti la polizia e i vigili del fuoco. Dopo intense ricerche si scopre che il bambino è caduto in un pozzo non preso inizialmente in considerazione nelle ricerche, stretto 2 centimetri e lungo 80 metri, e bloccato in una rientranza ad una profondità di 36 metri.

I soccorsi durati tre giorni, in cui si sono susseguiti scavi, creazioni di tunnel paralleli e vari soccorritori che hanno provato a calarsi nel pozzo, non hanno portato ad un lieto fine. In seguito a vari tentativi il 13 giugno Alfredino Rampi viene dichiarato morto dopo averne accertato lo stato grazie ad una piccola telecamera fornita da alcuni tecnici della Rai.

Per la prima volta il dolore viene spettacolarizzato perché la Rai a reti unificate vi dedica una diretta di ben 18 ore, seguita da 21 milioni di persone, vietandone poi negli anni a venire la messa in onda degli spezzoni più crudi.

In quei giorni la vicenda di Alfredino riuscì a catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica tanto da sovrastare anche le altre notizie. Pare che agli italiani importasse solo sapere notizie sullo stato del piccolo bambino caduto nel pozzo, e tutti speravano che si potesse salvare.

La testimonianza dell’angelo di Vermicino

serie tv alfredino_angelo licheri

Angelo Licheri, il sardo 37enne di professione fattorino, definito l’angelo di Vermicino e interpretato nella serie Tv Alfredino da Riccardo De Filippis, è stato l’ultimo a calarsi nel pozzo. Nonostante siano passati tanti anni quei momenti gli sono rimasti impressi nella memoria e ammette che senza affidarsi all’aiuto degli ingegneri sarebbe stato facile salvare il bambino. Ecco cosa ha detto, in un’intervista a Fanpage.it, ricordando i momenti in cui ha provato a salvare la vita di Alfredino:

Appena sceso ho toccato le mani del bambino, con un dito gli ho pulito la bocca e poi gli occhi per farglieli aprire, però lui è rimasto così (immobile), rantolava.

Parlavo e lavoravo per liberare la mano per poter infilare l’imbracatura: ‘Quando usciamo di qui ti compro una bicicletta – gli promettevo – i miei bambini ce l’hanno, giocherete insieme. Quando era pronto ho intimato: ‘tiratemi su!’. 

Loro hanno dato uno strattone e il moschettone si è sganciato, allora ho provato a prenderlo sotto le ascelle ma anche allora davano degli strattoni impossibili. Alla fine ho provato a tirarlo dai polsi. Ho sentito ‘track’, lui neanche si è lamentato. Gli ho spezzato il polso sinistro. Mi sono quasi sentito in colpa: ‘ha già tanto sofferto e ora sono arrivato io per rompergli anche il polso’.

Ho fatto l’ultimo tentativo, l’ho preso per l’indumento, ma è caduto. Alla fine ho mandato un bacio e sono salito su.

Dopo un mese dalla triste vicenda, l’11 luglio 1981, il corpo del piccolo viene riportato alla luce.

Leggi anche: Anna, la nuova serie Tv tratta dal romanzo di Ammaniti in cui il mondo è abitato solo dai bambini

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