Camorra, Procura di Napoli chiede arresto Tina Rispoli: avrebbe gestito la cassa del clan Marino

Secondo l'istanza d'appello presentata dalla Procura di Napoli con la richiesta di arresto, Tina Rispoli moglie del cantante neomelodico Tony Colombo, gestiva la cassa del clan di camorra facente capo all'ex marito Gaetano Marino, ucciso a Terracina nel 2012.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Tina Rispoli, richiesta d’arresto per la vedova di camorra di Gaetano Marino, nonché attuale moglie del cantante neomelodico Tony Colombo. Ieri la Procura di Napoli ha presentato istanza di appello contro la decisione con la quale il 13 ottobre scorso il gip (giudice indagini preliminari) di Napoli, Anna Tirone, ha rigettato la richiesta di decine di misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati ritenuti dalla DDA di Napoli legati al clan Marino delle cosiddette “Case Celesti” di Secondigliano.

Tina Rispoli: la Procura di Napoli ne chiede l’arresto per aver avuto un ruolo di rilievo affianco all’ex marito Gaetano Marino ai vertici dell’omonimo clan

Tina Rispoli: la Procura di Napoli ne chiede l'arresto per aver avuto un ruolo di rilievo affianco all'ex marito Gaetano Marino ai vertici dell'omonimo clan

Nello specifico: la Procura di Napoli ha ripresentato nuovamente una richiesta di arresto per Tina Rispoli, vedova del capo di camorra Gaetano Marino e attuale moglie del cantante Tony Colombo, con il quale è convolata a nozze nel 2019, le cui immagini del matrimonio vennero addirittura trasmette dalle reti Mediaset in onda su “Live non èl a D’urso”.

La richiesta di arresto è stata reiterata anche per gli altri indagati dell‘inchiesta sullo spaccio di droga collegato al clan Marino delle Case Celesti. L’istanza di appello è stata presentata alla luce della decisione del 13 ottobre scorso, con la quale il gip aveva concesso soltanto 11 misure cautelari su un totale di 32 richieste per altrettanti indagati, accusati di avere fatto parte di un gruppo che gestiva il traffico di droga nelle zone di Cappella a Pontenuovo, Case Nuove e Gianturco per conto del clan Marino.

Il gip il 13 ottobre rilevava così i motivi per cui non si doveva procedere all’arresto di Tina Rispoli:

Nella valutazione dello scarso rilievo della figura della Rispoli Immacolata nelle compagini delittuose familiari, depone anche il contenuto del colloquio in carcere di Marino Gennaro con i suoi familiari a cui tra le altre notizie chiede se la Rispoli ha una relazione sentimentale, comunque valutandola come una donna che non aveva mai contato qualcosa.

La relazione ed il successivo matrimonio della Rispoli con il cantante neomelodico ha consacrato la definitiva rottura dei rapporti tra la famiglia di Gaetano Marino e la stessa, come attestato dalle stesse esternazioni del Manganiello e dalla totale assenza dei Marino alla celebrazione delle nozze Colombo-Rispoli, acclarata dagli operatori di polizia giudiziaria

Gli indagati dalla Procura di Napoli del clan Marino di Secondigliano insieme a Tina Rispoli

Gli indagati dalla Procura di Napoli del clan Marino di Secondigliano insieme a Tina Rispoli

L’arresto oltre che per Tina Rispoli sarebbe stato chiesto una seconda volta anche per il nipote acquisito Crescenzo Marino, figlio del boss Gennaro Marino, detto “McKay”, fratello dell’ex marito di Tina Rispoli, Gaetano Marino. Delle 32 richieste avanzate dagli inquirenti lo scorso 13 ottobre, il giudice per le indagini preliminari aveva autorizzato a procedere solo contro 10 degli indagati.

Le richieste sono stata notificate dalla Squadra Mobile di Napoli al ras Roberto Manganiello, nipote e considerato in passato braccio destro di Gennaro Marino, a sua moglie, Maddalena Imperatore. Poi Ciro Peluso, Marco Scaglione, Lorenzo Celentano, Mariano Isaia, Gaetano Magro, Salvatore Sanges, Francesco Montemurro e Luigi Cioffi. Quest’ultimo era inizialmente scampato all’arresto, per poi presentarsi di sua sponte presso gli uffici della polizia.

Però il collaboratore di giustizia Gianluca Giugliano, ritenuto attendibile in altri procedimenti giudiziari, spiegando agli inquirenti la figura della vedova di Gaetano Marino, Giugliano ha dichiaro che:

Tina Rispoli era particolarmente amante dei gioielli, era intestataria di immobili acquistati con i proventi della droga; era consapevole delle attività illecite svolte dal marito boss ed era anche percettrice, direttamente dalle mani di Manganiello, di quote di denaro mensili, frutto della spartizione dei proventi derivanti dallo spaccio delle sostanze stupefacenti.

Per il gip Anna Tirone però, non emergerebbe con chiarezza il pagamento di alcuna mensilità. Nell’ordinanza però c’è anche una conversazione, captata dagli investigatori, nella quale una persona ritenuta a conoscenza delle dinamiche del clan, riferisce «di ingenti somme che Gaetano Marino consegnava direttamente alla Rispoli, una volta ricevute dai compagni».

Frasi che il giudice classifica come “pettegolezzi”, di cui afferma peraltro non è possibile valutarne l’attendibilità. 

Leggi anche: Napoli, 23enne incensurato ucciso davanti alla compagna incinta: era figlio illegittimo del boss

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