L’incidente senza scampo, poi il miracolo al San Camillo: “Angelo vivrà senza un polmone, ma ce l’ha fatta”

Il giovane - dopo un grave incidente - era stato subito trasportato d'urgenza all'ospedale San Camillo di Roma, trovandosi ad affrontare qui una vera e propria sfida di sopravvivenza.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Un terribile incidente, poi l’operazione ai limiti del miracoloso. Questa la storia di Angelo Lemmetti, 26enne di Anagni (Frosinone), rimasto vittima il 23 luglio scorso di un gravissimo incidente a Ferentino.

Il giovane era stato subito trasportato d’urgenza all’ospedale San Camillo di Roma, trovandosi ad affrontare qui una vera e propria sfida di sopravvivenza. A raccontare la storia del ragazzo, riportata pure da Roma Today, è il nosocomio romano sulla propria pagina Facebook.

Angelo Lemmetti e il polmone asportato: “Intervento raro con tasso di mortalità sopra il 60%”

Quella a cui è stato sottoposto Angelo Lemmetti, stando a quanto riportato dall’ospedale San Camillo, è stata “un’operazione con un tasso di mortalità del 60%”. Al suo arrivo in pronto soccorso, al giovane sono state subito diagnosticate un’emorragia cerebrale, fratture costali e pneumotorace, fratture degli arti inferiori. Da qui la decisione di sottoporre d’urgenza Angelo a posizionamento di drenaggio toracico e stabilizzazione ortopedica delle fratture, con successivo ricovero in Terapia intensiva nella Uosd Shock e Trauma diretta da Emiliano Cingolani.

Nelle ore successive, i radiologi d’urgenza diretti da Michele Galluzzo, analizzando la Tac del ragazzo, hanno iniziato a sospettare una lesione ancora più grave e potenzialmente mortale confermata poi dall’esame endoscopico: l’impatto dovuto all’incidente aveva provocato il distacco del bronco principale sinistro dalla trachea.

Necessario quindi tornare in sala operatoria, dove i chirurghi toracici Giuseppe Cardillo e Sara Ricciardi hanno eseguito una complicatissima ricostruzione delle vie aeree, ricollegando il bronco alla trachea. Ma, nonostante il successo dell’intervento, nei giorni successivi il polmone sinistro di Angelo aveva iniziato a richiudersi. Anche il destro, quello interessato dal trauma, stava peggiorando: non sembrava più possibile una ventilazione e ossigenazione adeguata e un ulteriore peggioramento avrebbe significato morte certa.

Così il 28 luglio, con il supporto dei tecnici della perfusione del gruppo di Carlo Contento, è stata avviata l’ossigenazione extracorporea (Ecmo), una scelta molto rischiosa, ma di fatto l’unica possibilità di sopravvivenza per il 26enne.

Nel frattempo, per circa una settimana, mentre l’ossigenazione di Angelo Lemmetti era affidata unicamente alle macchine, gli pneumologi del gruppo di endoscopia bronchiale guidato da Sandro Batzella hanno tentato ogni giorno il possibile per ‘riaprire’ il bronco. Poi, il 3 agosto, perse le speranze di salvare il polmone sinistro di Angelo, Cardillo e la sua équipe hanno eseguito un delicatissimo e complesso intervento di asportazione del polmone, il tutto senza staccare il giovane dalla macchina per la circolazione extracorporea che, anzi, viene portata direttamente in sala operatoria.

Si tratta di una procedura eseguita pochissime volte al mondo e con un tasso di mortalità di oltre il 60% – ha spiegato Cardillo, direttore della Uoc Chirurgia toracica – E se pensiamo che è stato eseguito dopo un precedente evento traumatico di questo livello, possiamo definirlo eccezionale”.

Angelo Lemmetti e il recupero dopo il grave incidente: “Incredibile vederlo risorgere”

Angelo Lemmetti, salvato a 26 anni dopo un grave incidente:

Un intervento tanto delicato quanto provvidenziale quello di asportazione del polmone. Otto giorni dopo l’operazione – riporta sempre l’ospedale San Camillo – le condizioni dell’unico polmone di Angelo Lemmetti sono migliorate significativamente, tanto da permettergli di tornare a ossigenarsi autonomamente, sebbene connesso alla ventilazione meccanica, da cui il ragazzo rimarrà dipendente per un altro mese.

Poi, finalmente, con l’arrivo di settembre e il recupero della forza muscolare, Angelo è tornato a respirare autonomamente. E il 23 settembre scorso ha lasciato la Terapia intensiva per essere trasferito in reparto, in attesa dell’inizio del percorso di riabilitazione.

Le condizioni di Lemmetti sembravano senza speranza – il commento di Cingolani, direttore dell’Unità Shock e Trauma – Vederlo risorgere giorno dopo giorno è stata per noi una gioia incredibile“.

Il percorso di Angelo al San Camillo è stata una danza tra la vita e la morte, puntellato da momenti di speranza intensa e angoscia profonda. La sua forza interiore è stata determinante – riportano dall’ospedale – così come la caparbietà e lo spirito di squadra di tutti i medici, infermieri, tecnici, operatori sanitari, psicologi che hanno seguito Angelo con cura, attenzione e professionalità“.

Nel 2022 abbiamo ricevuto al San Camillo 1.220 traumi maggiori, di cui circa 200 pazienti soccorsi sulla scena e elitrasportati presso di noi, con esisti straordinari come nel caso di Angelo” ha affermato Narciso Mostarda, direttore generale dell’azienda ospedaliera.

Che poi ha concluso: “Questi risultati ci portano a riconoscere almeno 3 punti di forza nel ‘Progetto Politrauma’ al San Camillo. Il primo è una logistica dell’emergenza davvero efficace, il secondo l’abitudine dei professionisti del San Camillo a trattare la massima complessità, e il terzo è l’attitudine a lavorare contemporaneamente in équipe multidisciplinari”.

Leggi anche: Trapianto di cuore da record a Bologna: “Aveva smesso di battere da più di 20 minuti”

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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