Andrea Purgatori poteva salvarsi, i periti: “Sarebbe bastato un antibiotico”

Andrea Purgatori, affetto da un tumore ai polmoni e da un’infiammazione alle valvole cardiache, non è stato curato opportunamente dai medici che sono intervenuti sul suo quadro clinico, compiendo degli errori che si sono rivelati fatali per la sua sopravvivenza.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
spot_img

Il giornalista Andrea Purgatori avrebbe potuto salvarsi. Questa è la conclusione della perizia dopo che l’autopsia, svolta sul corpo del giornalista, morto a settant’anni il 19 luglio scorso, ha dimostrato l’assenza di metastasi al cervello.

Non sarebbe stato, quindi, il tumore ai polmoni a provocarne il decesso, ma un’endocardite, infiammazione delle valvole del cuore, curabile con un semplice antibiotico. Secondo i periti, Luigi Marsella e Alessandro Mauriello, tutto sarebbe partito da una diagnosi sbagliata, con una serie di errori di valutazione, sviste, negligenze e omissioni.

Nessuno dei sanitari che ha avuto in cura Purgatori ha compreso la grave patologia da cui era affetto, oltre al cancro polmonare per cui era in cura da tempo.

Purgatori: la ricerca della verità da parte dei familiari

purgatori_

Tutto è partito da un esposto presentato dalla famiglia di Andrea Purgatori, che ha portato il procuratore Sergio Colaiacco e il pm Giorgio Orano, che stanno indagando sulla morte del giornalista, a ordinare una perizia legale.

A seguito di questa richiesta i periti Luigi Marsella e Alessandro Mauriello sono giunti a una conclusione: i dottori che avevano in cura Purgatori non hanno compreso quale patologia lo avesse colpito. Per il momento quattro di loro sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo. Intanto la famiglia, tramite l’avvocato Alessandro Gentiloni Silveri, commenta così:

Ad Andrea sono state diagnosticate e curate con urgenza metastasi cerebrali che al momento della morte si è scoperto non esistere.

E questo ha portato a uno sviamento della corretta diagnosi e terapia.

L’errore medico che ha portato Purgatori alla morte

Andrea Purgatori era un paziente oncologico, avendo un tumore ai polmoni. Il primo errore, confermato anche dagli esami istologici, è stato accertare la presenza di una metastasi al cervello, anziché comprendere che lo avesse colpito un’ischemia. La diagnosi errata di metastasi, diagnosticata l’8 maggio 2023 dal professor Gualdi, indagato insieme al collaboratore Claudio Di Biasi, alla dottoressa Maria Chiara Colaiacomo e Giudo Laudani, l’ha portato a sottoporsi a una pesante radioterapia, dagli effetti collaterali evidenti.

Il mese successivo, giugno 2023, il cardiologo Giudo Laudani, nella clinica privata Villa Margherita, non si rende conto dei campanelli d’allarme “omettendo la prescrizione di accertamenti clinici, laboratoristici e strumentali finalizzati alla diagnosi di endocardite infettiva. Tali omissioni risultano a nostro avviso ascrivibili a imperizia e non rispondenti alle buone pratiche cliniche da noi individuate in letteratura”, scrivono i consulenti del pm. Poi, secondo la perizia, vi è un altro errore: la diagnosi, proposta dalla dottoressa Giallonardo, di embolia conseguente a una fibrillazione atriale. Si pensa a un’infezione urinaria ma le analisi danno esito negativo. Anche in questo caso, scrivono Marsella e Mauriello:

Sarebbe stato certamente opportuno eseguire un set di emocolture e richiedere una consulenza infettivologica.

Gli accertamenti indicati avrebbero potuto intercettare il patogeno responsabile degli eventi febbrili e dell’endocardite infettiva con successiva richiesta di trasferimento in altra struttura.

Quando, in seguito, Andrea Purgatori viene sottoposto a degli accertamenti al Policlinico Umberto I, i medici, gli diagnosticano subito un’endocardite batterica: “All’Umberto I, sostanzialmente con gli stessi elementi, i sanitari sin da subito ipotizzavano un’endocardite batterica e tempestivamente effettuavano gli accertamenti necessari a confermare la diagnosi”. Ma questa volta è troppo tardi. Una terapia antibiotica, somministrata in tempo, avrebbe potuto salvargli, o quantomeno, allungargli la vita.

Leggi anche: Andrea Purgatori, la famiglia sulle indagini: “Facciamo luce sulla verità, vogliamo giustizia”

spot_img

Correlati

Perché il primo maggio è la data ufficiale della festa dei lavoratori? Ecco l’origine

Il primo maggio è il giorno in cui si celebra la Festa dei lavoratori,...

Concerto del primo maggio, scaletta, i cantanti sul palco e a che ora va in onda

Manca poco al Concerto del Primo Maggio che quest'anno non avrà luogo nella solita...

Vittorio Sgarbi: “Mi candido alle Europee con FdI. Ne ho parlato con Meloni”

Vittorio Sgarbi ha confermato a "Repubblica": si candida nella lista di Fratelli d'Italia alle...
Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
spot_img