Le ultime parole del pilota: “Sto deviando, chiedo rientro”. Procura di Milano procede per disastro colposo

Le ultime conversazioni tra il pilota mulltimiliardario del Pilatus caduto ieri a Milano e la torre di controllo: "Perché state deviando?". Ecco le ipotesi sulla causa dell'incidente. La Procura procede per disastro colposo.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Aereo caduto a San Donato. Emergono novità riguardo il dramma che si è consumato ieri a Milano, quando un piccolo aereo turistico, appena partito da Linate e diretto in Sardegna, è caduto su una palazzina in ristrutturazione. Il bilancio è stato tragico: tutti gli otto passeggeri a bordo hanno perso la vita.

Le vittime sono il pilota del velivolo, ovvero il 68enne plurimiliardario Dan Petrescu, uno degli uomini più ricchi della Romania trasferitosi in Germania per fuggire dal regime di Nicolae Ceausescu, la moglie 65enne Regina Dorotea Petrescu Balzat e il figlio 30enne, il ricercatore Dan Stefan Petrescu. Oltre a loro, sono rimasti uccisi Julien Brossard, il compagno canadese di Dan Stefan, Filippo Nascimbene, manager milanese 33enne, la moglie di quest’ultimo, la manager pubblicitaria Claire Stephanie Caroline Alexandrescou, loro figlio Raphael, un bambino di quasi due anni, e la madre della donna, Miruna Anca Wanda Lozinschi.

Angelo Suma, testimone oculare del terribile incidente, descrivendo lo schianto del velivolo ha detto: “Avete presente l’aereo che è venuto giù sul Pirellone, vent’anni fa? Ecco, è caduto così, come una bomba.

Aereo caduto a San Donato, le parole tra pilota e centro di controllo: “Perché deviate?” “Per evitare maltempo”

Aereo caduto a San Donato, le parole tra pilota e centro di controllo: "Perché deviate?" "Per evitare maltempo"
Un Pilatus Dc-12

Aereo caduto a San Donato: il velivolo coinvolto nell’incidente era un Pilatus Dc-12, un classico aereo taxi, e avrebbe dovuto trasportare i passeggeri da Linate a Olbia. Da qui, il gruppo si sarebbe spostato nella villa della famiglia Petrescu in Gallura, dove ad attendere gli ospiti c’era la madre di Dan Petrescu. Ma gli otto passeggeri non arriveranno mai a destinazione. Il mezzo in questione, il Pilatus, è piuttosto potente e per prendere quota necessita di meno di cinquanta metri.

Durante il volo, l’aereo comunica con la Torre di controllo solo una volta: quando il pilota decide di cambiare rotta. A Dan Petrescu, che guida il mezzo, viene domandato il motivo di quella virata. “Perché avete deviato? Per evitare una turbolenza?” chiedono gli operatori del centro di controllo di Linate. “Per evitare il maltempo” risponde il multimiliardario romeno.

Effettivamente a Linate il cielo è coperto e c’è anche una lieve pioggerellina, ma la visibilità è comunque ottimale. Finché il tracciato del radar registra una nuova e più secca virata verso nord-ovest: “little deviation (piccola deviazione, ndr)” dice Dan Petrescu, senza però riferirne il motivo o dando allarmi specifici. Poco dopo, il multimiliardario avrebbe chiesto un “vettore”, ovvero uno spazio per rientrare verso l’aereoporto: l’ipotesi è che la manovra sia stata effettuata per riguadagnare la pista di decollo o per cercare un luogo dove atterrare in emergenza. Dal mezzo, però, non parte nessun SOS. Subito dopo, il velivolo sparisce dal radar.

Sono le 13.08 e, con ogni probabilità, è questo il momento in cui il Pilatus comincia a perdere quota, passando dai 5.800 piedi (circa 1.800 metri) a un’altezza eccessivamente bassa: praticamente il mezzo è in picchiata e impiegherà appena 16 secondi per schiantarsi. Un lampo, prima della morte.

Aereo caduto a San Donato, ipotesi sulla causa dell’incidente. Procura procede per disastro colposo

Aereo caduto a San Donato, ipotesi sulla causa dell'incidente. Procura procede per disastro colposo

Aereo caduto a San Donato: Suma, il testimone oculare, giura di aver visto “del fuoco su un lato dell’aereo” ed è convinto che il problema sia stato il motore, che prima sarebbe andato in avaria poi in fiamme. Altri ipotizzano si sia trattato di un guasto idraulico, o che il motore si sia “piantato”. Quest’ultima è giudicata l’ipotesi più realistica: da quanto si evince dalla velocità registrata, il velivolo ha raggiunto la sua massima (198 miglia orarie, poco meno di 319 chilometri orari) sette secondi prima dello schianto.

Probabilmente, Dan Petrescu aveva capito che il motore si fosse “piantato” e avrebbe fatto la seconda virata proprio per cercare di rientrare in aereoporto. La manovra, però, potrebbe aver portato il Pilatus in stallo e ciò spiegherebbe anche quell’aumento esponenziale di velocità prima dello schianto.

Adesso la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta per disastro colposo. Sul luogo dell’incidente si è recato ieri il sostituto procuratore Tiziana Siciliano, che ha effettuato un sopralluogo. La scatola nera del velivolo è stata già recuperata e consentirà di fare luce sulle cause dell’incidente. Ma il lavoro per ricostruire quanto accaduto durante gli ultimi sei minuti di volo, fatto di numerosi esami e consulenze tecniche, sarà ancora molto lungo.

Leggi anche: Incidente aereo a Milano: morte 8 persone tra cui un bambino

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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