Addio al Ddl Zan, passa la “tagliola” di Lega e FdI. Chi ha tradito il centrosinistra?

Il Senato dice addio al Ddl Zan: la legge contro l'omotransfobia è caduta sotto la "tagliola” a voto segreto voluta da Lega e FdI. Il centrosinistra denuncia defezioni, mentre la destra accusa Letta di non aver mai accettato mediazioni.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Addio al Ddl Zan. La legge contro l’omotransfobia è caduta sotto la “tagliola” a voto segreto voluta da Lega e FdI, ovvero lo stop del riesame degli articoli e il passaggio diretto al voto finale. Lega e FI, assieme a Renzi, avevano chiesto il rinvio della discussione in Aula alla prossima settimana, ma Pd e M5S si erano opposti immediatamente, non concedendo nessuno slittamento. “Il rischio è alto, meglio rimandare” aveva ribadito Matteo Renzi al segretario dem Enrico Letta. E a ragione: l’incidente si è consumato e l’Italia, adesso, deve dire addio alla legge contro discriminazione e violenza per sesso, genere o disabilità.

La “tagliola” è stata approvata con voto segreto: 154 i favorevoli, 131 i contrari e 2 gli astenuti. Adesso si ricomincia: la discussione su questi temi potrà ripartire non prima di sei mesi, ma con un nuovo testo. Insomma, i tempi saranno lunghissimi. Quello di oggi è stato un vero e proprio fallimento: il nostro Paese ha perso una preziosa occasione di crescita. Il naufragio del testo, secondo Salvini, punisce “l’arroganza di Letta e dei 5Stelle, che hanno detto di no a tutte le proposte di mediazione, comprese quelle formulate dal Santo Padre, da molte associazioni e da molte famiglie e hanno affossato il Ddl Zan”.

La richiesta di Iv e del centrodestra era quella di una riscrittura degli articoli 1, 4 e 7 del Ddl Zan, relativi a orientamento sessuale, libertà di espressione ed educazione nelle scuole contro le discriminazioni. Su questi punti, su cui di fatto non è mai stato raggiunto un vero dialogo, si è consumato lo strappo politico.

Addio al Ddl Zan, defezione di 18 voti: chi ha tradito il centrosinistra?

Addio al Ddl Zan. La determinazione di Enrico Letta, che non ha accettato alcun compromesso con le forze di destra, aveva radici piuttosto solide: sulla carta, infatti, la “tagliola” non sarebbe dovuta passare. Il centrosinistra avrebbe dovuto avere la meglio, dato che anche Iv aveva garantito un netto “no” allo stop del riesame. Invece i giallorossi hanno perso per 23 voti di scarto: “Avevamo 149 voti, contati e controllati, quindi c’è stata una defezione di 18 voti, le assenze non sono state rilevanti. Il problema è chi dice una cosa e poi ne fa un’altra” ha detto Loredana De Petris di Leu. D’altronde, col voto segreto il rischio c’era.

Le defezioni sono state denunciate anche dalla dem Monica Cirinnà, che ha fatto sapere: “Avevamo fatto dei calcoli che si sono rivelati sbagliati, guardate il pallottoliere e valutate voi. Il centrosinistra della maggioranza Conte è seppellito, riparte da Pd, LeU e M5S”. Poi, ha concluso: “Il Ddl Zan è morto, se ne può presentare un altro diverso sullo stesso tema tra 6 mesi. Tutto lavoro buttato”.

Addio al Ddl Zan, il sì di Casellati a tagliola e voto segreto. Calderoli: “Piuttosto che una porcata, meglio fermarci”

Addio al Ddl Zan, il sì di Casellati a tagliola e voto segreto. Calderoli: "Piuttosto che una porcata, meglio fermarci"

A creare le condizioni ideali per il naufragio del Ddl Zan ci ha pensato la Presidente del Senato Elisabetta Casellati, che non solo ha dato il via libera alla “tagliola”, ma ha pure definito “ammissibile” il voto segreto chiesto dai senatori Calderoli (Lega) e La Russa (FdI). Le scelte di Casellati hanno scatenato le proteste dei giallorossi, richiamati subito all’ordine dalla prima di Palazzo Madama, che ha spiegato:La mia decisione ha solide fondamenta di carattere giuridico, ho giudicato una votazione segreta che è una questione puramente giuridica, infatti ho citato il regolamento e i precedenti che mi hanno indotto alla concessione del voto a scrutinio segreto”.

Piuttosto che fare una porcata, e io me ne intendo, preferisco fermarci qui” aveva detto invece il senatore leghista Roberto Calderoli, proponendo poi lo stop del riesame degli articoli del Ddl e l’arrivo diretto alla votazione finale. Spiegando che la frenata “non è una bocciatura di una legge, ma si può ripartire immediatamente a esaminare un testo vero. Meglio uno stop oggi che un ahimè domani”. Insomma, la destra tutta ha puntato il dito contro il segretario dem: è lui il colpevole del naufragio della legge contro l’omotransfobia.

Anche FI ha votato a favore della “tagliola”, nonostante l’ala più liberal del partito apprezzasse il Ddl Zan. Il senatore forzista Andrea Cangini ha così spiegato questa scelta: “La mia impressione è che Letta abbia finto di aprire una mediazione. Il voto segreto ha un senso più che in altri casi, perché è davvero una questione di coscienza che è diventata iperpolitica. Anche chi è più favorevole alla norma così com’è, non ha espresso criticità rispetto al voto perché è diventata una questione politica e credo che faticherà a esprimersi in dissenso“. Scontri politici che ancora una volta si consumano sulla pelle dei discriminati, con una terribile consapevolezza: per loro, in Italia, non è tempo di tutele e riconoscimenti.

Leggi anche: Ddl Zan, respinta richiesta Fratelli d’Italia per votarlo subito, Alessandro Zan(PD): “Vogliono affossarlo”

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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