Accise sulla benzina: come limitare l’aumento del carburante

La guerra in Ucraina e la crisi economica globale hanno incrementato il prezzo del carburante, ma se non ci fossero le accise sulla benzina il prezzo sarebbe contenuto: ecco quali sono.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Tagliare le accise sulla benzina per fermare l’aumento carburante è possibile? Già da prima che la Russia invadesse l’Ucraina, le tensioni geopolitiche internazionali che di fatto sono state il preludio all’invasione russa e le minacce di sanzioni poi concretizzatesi avevano contribuito a influenzare i mercati, specialmente quello energetico facendo salire il prezzo della benzina.

Dopo due settimane di guerra e le innumerevoli sanzione dell’Occidente contro Mosca e i suoi oligarchi, tra cui l’estromissione da Swift, ha portato il prezzo dei carburanti a crescere in maniera spropositata toccando picchi storici. Se prima la benzina era considerato un bene di necessità adesso pare essere diventata un lusso. Ma esattamente è possibile in Italia fare qualcosa per contenere l’aumento carburante? La risposta, che appare semplice ma non è sarebbe il taglio della accise sulla benzina. Questione che i politici negli anni hanno sempre imbracciato ogni qualvolta l’aumento dei prezzi sul carburante colpiva le tasche dei cittadini.

Accise sulla benzina: è veramente possibile tagliarle? Ecco quali sono

Accise sulla benzina: è veramente possibile tagliarle? Ecco quali sono

La guerra in Ucraina sta avendo conseguenze notevoli sui mercati energetici e questo ha ovviamente danneggiate le tasche non solo degli italiani ma di tutti gli europei che come ormai ben sappiamo sono dipendenti dal gas e dal petrolio russo, soprattutto per quel che riguarda i rincari energetici. Oltre al gas, anche la benzina ha visto il suo costo schizzare alle stelle. A causa di questi rincari vertiginosi il Codacons ha chiesto al Governo di azzerare l’Iva sui carburanti e di ridurre le accise sulla benzina. Ma cosa sono le accise sulla benzina? E perché le paghiamo, se alcune risalgono addirittura agli anni ’50?

Una sezione del Ministero della Transizione Ecologica spiega bene come è composto il prezzo finale alla pompa, aggiornato settimanalmente. Si scopre, così, che le accise sulla benzina hanno un ruolo determinante e che all’interno di questa voce vengono finanziate numerose misure economiche dei governi che si sono susseguiti negli anni. Ovviamente come ben sappiamo il prezzo del carburante varia a seconda della Nazione. Questo perché oltre al prezzo del petrolio, influisce sui mercati anche il cambio tra euro e dollaro. Secondo una nota diffusa dal ministero della Transizione ecologica lo scorso 28 febbraio, le accise sulla benzina costituiscono ben il 57% del prezzo finale.

Cosa sono le accise sulla benzina e perché le paghiamo

Le accise sulla benzina sono delle tasse che lo Stato italiano pone ai cittadini all’interno delle imposte che questi versano nelle casse statali. In questo case tasse sul carburante e sui suoi derivati. Il gasolio ha più o meno le stesse accise della benzina, ma gli importi, in alcuni casi, variano leggermente. Secondo quanto riportato dall’ADM (Agenzia delle accise, dogane e monopoli, su 1.000 litri di benzina si pagano 728,40 euro di accise. Si scende a 617,40 euro col gasolio e a 267,77 euro col Gpl (ecco perché costano sostanzialmente di meno, al distributore). L’altra componente, variabile in base al prezzo, è l’Iva che è al 22% e al 7 marzo pesava per 0,35 euro per la benzina, 0,31 per il gasolio e 0,153 per il Gpl. Senza queste due componenti il prezzo del solo carburante sarebbe di 87 centesimi per la benzina, 88 per il gasolio e 55 centesimi per il Gpl.

ll presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha chiesto che l’Iva venga sospesa fino al termine dell’emergenza energetica e che vengano inoltre ridotte le accise sulla benzina:

Solo così – ha spiegato – sarà possibile riportare i listini dei carburanti a livelli accettabili, calmierare i prezzi al dettaglio e permettere a migliaia di imprese di continuare la propria attività.

Ecco alcune delle accise ancora in vigore:

  • 0,00723 euro – finanziamento della crisi di Suez del 1956;
  • 0,00516 euro – ricostruzione post disastro del Vajont del 1963;
  • 0,00516 euro – ricostruzione post alluvione di Firenze del 1966;
  • 0,00516 euro – ricostruzione post terremoto del Belice del 1968;
  • 0,0511 euro – ricostruzione post terremoto del Friuli del 1976;
  • 0,0387 euro – ricostruzione post terremoto dell’Irpinia del 1980;
  • 0,114 euro – finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
  • 0,02 euro – rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
  • 0,005 euro – acquisto di autobus ecologici nel 2005;
  • 0,0051 euro per far fronte al terremoto dell’Aquila del 2009;
  • 0,0071 euro – finanziamento alla cultura nel 2011;
  • 0,04 euro per far fronte all’arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011;
  • 0,0089 euro per far fronte all’alluvione che ha colpito Liguria e Toscana nel 2011;
  • 0,082 euro per il decreto “Salva Italia” del 2011;
  • 0,02 euro ricostruzione post terremoto in Emilia del 2012;
  • 0,005 euro – finanziamento del “Bonus gestori” del 2014;
  • 0,0024 euro – finanziamento “Decreto Fare” del 2014.

Leggi anche: L’aumento della benzina riuscirà a cambiare le abitudini degli italiani?

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