Riforma pensioni. “Nessuna decisione su Quota 100 è stata presa, così come richiesto dai ministri della Lega. Nei prossimi giorni si decideranno modalità e tempi delle modifiche del sistema pensionistico. Escludo qualsiasi ritorno alla Legge Fornero”, aveva detto il ministro dello Sviluppo economico leghista Giancarlo Giorgetti dopo l’approvazione del Documento programmatico di bilancio (Dpb). Questo è il momento dei confronti e delle trattative in vista dell’approvazione, prevista per la prossima settimana, della prima legge di bilancio post-pandemia. Ma, nonostante i malumori, l’esecutivo non sembra avere ripensamenti sul tema pensioni.
D’altronde il monito dell’Ocse è chiaro: “L’Italia spende per pensioni e servizi del debito molto di più rispetto agli altri paesi Ocse e questo penalizza i giovani e le prospettive di crescita future”. E sulla scia di tale evidenza, l’esecutivo progetta sì di attutire lo scalone che si creerà a fine anno con l’addio a Quota 100, ma pure di tornare alla piena vigenza della Legge Fornero nel 2024.
Nello specifico, il piano del Premier Draghi prevede di abbandonare la costosissima Quota 100 e di procedere “a scalini”: nel 2022 si passerà a Quota 102, con pensionamento a 64 anni di età con 38 di contributi. L’anno successivo, il 2023, l’età di uscita da lavoro si alzerà di altre due unità con Quota 104 (65 anni più 39 di contribuizione o 66 anni e 38 di contributi versati). Infine, dal 2024, si tornerebbe per tutti solo al regime Fornero, che fissa l’età pensionabile a 67 anni. Ma i sindacati non ci stanno.
Riforma pensioni, l’attacco dei sindacati: “Una presa in giro per i lavoratori”
Riforma pensioni: oltre alla Lega, che ha dichiarato di mantenere una “riserva politica” in merito al piano elaborato dall’esecutivo, anche i sindacati si sono espressi a sfavore della strategia di Draghi. L’attacco di Cgil, Cisl e Uil è piuttosto diretto: Quota 102 e Quota 104 sono state definite “una beffa”, “una barzelletta e sfottò per milioni di italiani” e “una presa in giro”. Quello che le parti sociali chiedono adesso è un incontro col Premier. La Cisl ha dichiarato in una nota: “Dal governo ci saremmo aspettati maggiore attenzione sul tema pensioni, sono inaccettabili nel merito e nel metodo le due Quote. Chiediamo un incontro urgente col Governo per affrontare la questione previdenza nel suo complesso”.
La stessa aria di delusione si respira nella Cgil. Il segretario confederale Roberto Ghiselli ha detto: “Ove confermata dal governo, la proposta Quota 102 e 104 costituirebbe una vera e propria presa in giro per i lavoratori” perché, come sostenuto anche dalla Uil, “solo poche migliaia di persone accederanno alla pensione nei prossimi anni con quei vincoli”.
Poi, Ghiselli ha avvertito: “Il governo ha sempre ignorato il tema pensioni e ora sembra apprestarsi ad un aggiustamento raffazzonato in vista della scadenza di Quota 100. Vogliamo aprire un confronto con Draghi, diversamente non staremo con le mani in mano”. Al piano di Draghi, i sindacati oppongono un progetto presentato al Governo da molto tempo, ma che difficilmente sarà preso in considerazione: uscite flessibili dai 62 anni di età o 41 di contributi.
Riforma pensioni, risorse limitate. Nisini: “Spostare sulle pensioni i fondi del Rdc”
Riforma pensioni. Il Documento Programmatico di Bilancio, in realtà, non ha dato indicazioni specifiche sul futuro del sistema pensionistico italiano: “Vengono proposti interventi in materia pensionistica, per assicurare un graduale ed equilibrato passaggio verso il regime ordinario”, si legge. Ad essere evidenti, però, sono le limitatissime risorse destinate alla riforma delle pensioni: 602 milioni nel 2022, 452 milioni nel 2023 e 508,5 milioni nel 2024.
Tanto che la leghista Tiziana Nisini, sottosegretaria al Lavoro, avrebbe già trovato un modo per destinare più fondi alle pensioni: “Otto miliardi per il reddito di cittadinanza sono troppi, è una misura di assistenzialismo che mette in difficoltà il mondo del lavoro, parliamo ogni giorno con imprenditori che non trovano manodopera a causa del sussidio. Bisogna che una parte di quei fondi sia spostata sulle pensioni, in modo da favorire il ricambio generazionale”. Quel che è chiaro è che sulle pensioni il Carroccio tenterà di ottenere il più possibile dal Governo, anche per riconquistare la fiducia degli elettori. Ma uno strappo con Draghi, al momento, è escluso.
Riforma Pensioni, Orlando: “Nessun ritorno diretto alla Fornero”. 7 giorni per l’intesa
Sulla riforma pensioni si è espresso anche il ministro del Lavoro dem Andrea Orlando, che ha detto: “Al di là delle Quote, di cui si discuterà una volta aperto un confronto di merito, mi pare che ci sia un principio affermato che condivido: attenuare l’impatto del venir meno di Quota 100 affinché non si torni direttamente alla Fornero. Su questo siamo tutti d’accordo. Bisogna eliminare le distorsioni di Quota 100 e differenziare i lavori gravosi, recependo il lavoro dell’apposita Commissione”. Il riferimento è alla riclassificazione dei lavori gravosi per accedere all’Ape sociale, realizzata dalla Commissione presieduta da Cesare Damiano.
Al momento, il Governo non esclude la proroga dell’Ape sociale (che però sarà probabilmente meno esteso di quanto previsto dalla Commissione) né quella di Opzione Donna, che prevede invece l’uscita anticipata dai 58 anni ma con forti penalizzazioni sull’assegno. I prossimi sette giorni saranno cruciali per raggiungere un’intesa.
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