Suicidio Orlando Merenda, l’omofobia non c’entra: si indaga sulla prostituzione minorile

Cade l'ipotesi dell'omofobia e del bullismo riguardo al suicidio del 18enne Orlando Merenda e spunta la pista della prostituzione minorile.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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La procura di Torino è giunta ad una svolta nell’indagine per spiegare le motivazione che hanno spinto Orlando Merenda al suicidio.

Dalla pista iniziale dell’omofobia e del bullismo si è passati ad ipotizzare che il 18enne, già prima di diventare maggiorenne, fosse entrato in un giro di prostituzione minorile e che qualcuno si sia approfittato di lui.

Le indagini della procura, coordinate dal pm Alessandra Barbera, stanno valutando piccoli indizi, raccogliendo confidenze di amici e docenti, per capire cosa possa aver spinto un ragazzo così giovane, il 20 giugno scorso, a gettarsi sotto un treno a pochi metri da casa, nella zona Lingotto di Torino.

Orlando Merenda: ipotesi ricatto a sfondo sessuale

orlando merenda_

Orlando Merenda era un ragazzo sensibile e fragile. Secondo alcuni amici il fatto che, al compimento della maggior età, avesse scelto di non voler più nascondere di essere omosessuale gli avrebbe causato non pochi problemi.

Pare che, da quanto riporta Repubblica e in base alle testimonianze di amici e docenti, avesse paura di qualcuno e che fosse finito in un giro di prostituzione. Un collega ha raccontato che piangeva spesso e aveva attacchi d’ansia.

Gli inquirenti sperano che dalle chat e dal telefono emergano ulteriori elementi per valutare la situazione.

Le dichiarazioni dei genitori di Orlando Merenda

orlando merenda_mamma

Anna Screnci, la madre del ragazzo, ha raccontato di aver ricevuto una chiamata dal figlio alle 12,06, qualche ora prima di compiere il tragico gesto. Ecco cosa ha detto la donna:

Sembrava sereno, ma quando mi ha detto ‘divertiti’ la sua voce era strana.

Me lo diceva nell’ultimo periodo “sento una pressione sul petto” ma non capivo se era psicologica o no. Eravamo una cosa sola, ma non voleva farmi preoccupare e mi diceva di star tranquilla.

Anche il padre del ragazzo, in un’intervista a La Stampa, ha raccontato di aver avuto un confronto con il figlio, in cui gli avrebbe accennato qualcosa però senza voler allarmare il genitore:

Mi aveva detto di aver paura di alcune persone. Era stato minacciato, ma non aveva voluto dirmi altro, forse per non farmi preoccupare.

Gli avevo anche chiesto se dovesse dei soldi a qualcuno. Di spiegarmi quale fosse il problema, che l’avremmo affrontato insieme. Però i suoi atteggiamenti non sembravano allarmanti e così gli avevo consigliato di pensare alle vacanze.

Leggi anche: “Posti letto occupati al 100% da tentativi di suicidio, sono giovani”, l’allarme del Bambin Gesù

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