Variante Delta: Italia quinta nel mondo per incidenza, focolaio di 24 casi nel Piacentino

Stando ad uno studio del Financial Times, l'Italia è quinta al mondo per incidenza di variante Delta: sarebbe presente in 1 positivo su 4. Nuovo focolaio di 24 casi nel Piacentino.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Mentre ieri è arrivata nel nostro Paese la notizia che in zona bianca dal 28 giugno potremo dire addio alle mascherine, ne è giunta assieme un’altra piuttosto contrastante: stando ad una stima del Financial Times, l’Italia sarebbe al quinto posto nel mondo per circolazione della variante Delta, la B.1.617.2, col 26% dei casi. Tale stima è stata calcolata tenendo conto delle sequenze genetiche del virus depositate nella banca internazionale dei dati genetici Gisaid e dei dati dell’istituto di ricerca belga Sciensano.

Sembrano così prendere forma i dubbi di molti immunologi, che già nei giorni passati avevano annunciato il rischio concreto di una sottostima della diffusione effettiva della ex-variante indiana nel nostro Paese. L’Ansa in mattinata ha poi diffuso la notizia del rilevamento di 24 nuovi casi di variante Delta in due aziende nel piacentino: 10 sarebbero i dipendenti contagiati, mentre i restanti 14 sarebbero amici e parenti dei primi.

Studio del Financial Times: in Italia un caso su quattro è di variante Delta

Variante Delta: Italia quinta nel mondo per incidenza, focolaio di 24 casi nel Piacentino

I progressivi allentamenti che hanno caratterizzato i giorni scorsi, con gran parte dell’Italia in zona bianca e l’addio alle mascherine all’aperto fissato per il 28 giugno, ci hanno fatto provare immediatamente quell’ebbrezza di normalità e libertà che mancava da troppo tempo. Ma, forse, non è ancora il momento di esultare per la fine del Covid-19. C’è un messaggio che tutti dobbiamo avere molto chiaro: non è finita, questo è il monito di Bruno Lina, dell’Università Claude Bernard di Lione. E se non è finita è soprattutto a causa delle ormai note varianti del virus: se prima a preoccupare era quella inglese, chiamata ora “Alpha”, adesso a fare più paura è la variante Delta. Specie se si analizza lo studio del Financial Times.

Stando ad esso, l’Italia si trova attualmente al quinto posto nel mondo per circolazione della variante Delta. Il calcolo è stato fatto sulla base delle sequenze genetiche del virus depositate nella banca internazionale dei dati genetici Gisaid e dei dati dell’Istituto di ricerca belga Sciensano. Lo studio ha fatto emergere che la variante Delta è particolarmente dominante in Gran Bretagna e Portogallo, con rispettivamente il 98% e il 96% di concentrazione. A seguire gli Stati Uniti con il 31%, l’Italia (26%), il Belgio (16%), la Germania (15%) e la Francia (6,9%). In breve, nel nostro Paese un caso su quattro sarebbe da rimandare all’ex-variante indiana, mentre le stime raccolte fino ad ora ci parlavano di una diffusione della Delta pari circa all’1% di casi sul totale. Un dato a dir poco sottostimato.

Oltre a ciò, è stata evidenziata una tendenza peculiare in UK, Portogallo e Russia: l’aumento dei casi di variante Delta corrisponderebbe a un calo di quelli di Alpha. Tale fenomeno però non si è ancora verificato negli Usa, in Italia, in Belgio e in Germania, dove l’ex variante inglese rimane ancora il ceppo dominante. Anche se gli esperti del Financial Times hanno le idee piuttosto chiare: la variante Delta è destinata a soppiantare le altre praticamente ovunque, e questo a causa della sua maggiore trasmissibilità (40% più trasmissibile di quella Alpha).

Per questo motivo è importante che ogni Paese faccia un grande lavoro di sequenziamento: ma mentre UK, Germania, Francia e Spagna hanno reso disponibili alla ricerca del Financial Times le sequenze di Sars-CoV2 ottenute, l’Italia si è presentata completamente a mani vuote. Perché? La risposta arriva da parte di Antoine Flahault, direttore dell’Institute of Global Health a Ginevra: “Il sequenziamento è costoso, richiede tempo e per questo è stato trascurato”.

Variante Delta, focolaio di 24 casi nel Piacentino: “Siamo riusciti a contenerlo”

Nel frattempo, nonostante la sottostima della diffusione reale della variante Delta, continuano ad essere individuati nel nostro Paese nuovi casi della contagiosissima versione del virus: in mattinata è arrivata la notizia di un focolaio di 24 casi di ex-indiana tra il Cremonese e il Piacentino. I positivi in questione sono tutti riferibili al polo logistico piacentino, nello specifico a due aziende: 10 sarebbero dipendenti, gli altri 14 amici, conoscenti o parenti stretti dei primi. Molti di loro abitano nel Cremonese e si spostano tutti i giorni a Piacenza per andare a lavorare, utilizzando la linea di bus Piacenza-Cremona: per questo motivo l’Ausl ha lanciato nei giorni scorsi alcuni appelli per spingere i passeggeri di quella linea a fare il tampone, ma l’indagine, per fortuna, non ha registrato casi gravi.

I positivi alla Delta sarebbero persone abbastanza giovani: nessuno di loro avrebbe sintomi gravi o preoccupanti. Solo un soggetto è ricoverato in ospedale, ma non in terapia intensiva. Marco Delledonne, responsabile del dipartimento di Sanità Pubblica Ausl di Piacenza, ha evidenziato l’intervento tempestivo dei sanitari e ha detto:

Siamo intervenuti molto precocemente perché il nostro laboratorio di biologia molecolare fa sequenziamento di tutti i casi di positività quindi ci ha allertato immediatamente: pensiamo di essere riusciti a contenere il focolaio. Anche perché gli ultimi tamponi fatti sono quasi tutti negativi.

Abbiamo fatto quasi mille tamponi in una settimana e messo in isolamento un centinaio di persone. L’attività è stata molto intensa. Quello che è essenziale è fare subito il sequenziamento dei positivi.

Leggi anche: Variante Delta in Italia: 81 casi in Lombardia, 12 in Sardegna. Gli esperti: “Da noi è sottostimata”

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