Pesce d’aprile, lo scherzo di Volkswagen ai giornalisti: “Non è stato divertente. Era un inganno”

Volkswagen fa il suo pesce d'aprile annunciando il nuovo nome del marchio USA, ma ironizzare sulla sostenibilità sembra far ridere solo l'azienda tedesca.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
spot_img

Volkswagen e il pesce d’aprile finito male.

Il 30 marzo, la stampa statunitense diffonde un comunicato stampa in cui l’azienda tedesca annuncia il nuovo nome del marchio USA: Voltswagen, con enfasi sul processo di elettrificazione in corso.

Poco dopo dall’azienda stessa arriva la smentita: si è trattato di uno scherzo. Uno scherzo pericoloso e per molti di cattivo gusto, primi tra tutti i giornalisti che avevano avuto la premura di accertarsi della notizia e sono stati ingannati.

Il pesce d’aprile di Volkswagen

Il pesce d'aprile di Volkswagen.

Il 29 marzo alcune delle più importanti testate, prime tra tutte la CNBS, informano che la Volkswagen in America si chiamerà “Voltswagen”, per rimarcare l’impegno dell’azienda in materia di elettrificazione.

Diversi giornalisti si preoccupano di verificare l’autenticità della notizia e in un comunicato del 30 marzo l’azienda stessa, oltre che confermare il rebranding, annuncia il nuovo nome dell’account Twitter.

Tutto bene fino all’ultimo comunicato ufficiale: “Si è trattato di un pesce di aprile“. Ma Volkswagen ride da sola. Ancora a curare le ferite del dieselgate del 2015, la stampa americana si incollerisce.

Leggi anche: Italia in verde per San Patrizio: luci accese su oltre 40 edifici. Ma chi li vedrà?

La reazione della stampa al pesce d’aprile Volkswagen: “Siamo scoraggiati dal fatto che l’azienda scelga marketing ingannevole

La reazione della stampa al pesce d'aprile Volkswagen: "Siamo scoraggiati dal fatto che l’azienda scelga marketing ingannevole".

La stampa non ci sta. La Associated Press, prima agenzia di stampa internazionale, non si risparmia nell’ammettere l’amarezza lasciata dal brutto scherzo. Lauren Easton, la portavoce di AP, chiosa:

I giornalisti sono abituati a diffidare dei burloni che tirano fuori le bufale del pesce d’aprile in questo periodo dell’anno.

Pochi, però, se le aspettano da una società multimiliardaria.

La Volkswagen ha ammesso martedì di aver diffuso un falso comunicato stampa, affermando di aver cambiato il nome della sua filiale statunitense in ‘Voltswagen of America’ nel tentativo di essere divertente e promuovere un nuovo veicolo elettrico.

Diverse organizzazioni giornalistiche, tra cui The Associated Press, Usa Today, CNBC e The Washington Post, avevano riportato il comunicato stampa originale come una vera notizia, alcuni dopo essere stati specificamente rassicurati del fatto che non si trattasse di uno scherzo.

Rimarca:

L’Associated Press è stata ripetutamente rassicurata dalla Volkswagen che la sua filiale statunitense aveva pianificato un reale cambio di nome e ha riferito informazioni che ora sappiamo essere false.

E aggiunge:

Abbiamo corretto la nostra notizia e ne abbiamo pubblicata una nuova basata sull’ammissione dell’azienda.

Ma questo e qualsiasi altro rilascio deliberato di false informazioni danneggiano il giornalismo accurato e il bene pubblico.

La Volkswagen ha utilizzato questo annuncio falso come un modo per manipolare giornalisti rispettati e organi di stampa fidati per attirare l’attenzione e promuovere una campagna di marketing.

Siamo scoraggiati dal fatto che l’azienda scelga questo tipo di marketing ingannevole.

E la giornalista di Usa Today Nathan Bomey, tra quelli a cui Volkswagen ha mentito, non ha di certo toni più pacati: “Non è stato uno scherzo. È stato un inganno“.

Volkswagen si difende: “Era solo un’iniziativa di marketing

Volkswagen si difende: "Era solo un’iniziativa di marketing".

L’azienda tedesca si difende:

Non volevamo ingannare nessuno.

L’intera faccenda era solo un’iniziativa di marketing per spingere la gente a parlare della ID.4

Più che non riuscito, lo scherzo di Volkswagen è sembrato poco divertente.

Seppure il disappunto della stampa non desta grandi preoccupazioni, ecco arrivare le autorità di vigilanza statunitensi ad inquietare i sogni dei dirigenti dell’azienda tedesca: il valore del titolo di borsa, impennatosi oltre il 10%, non poteva passare inosservato.

Erano davvero così imprevedibili le conseguenze di questo pesce d’aprile?

Ok il pesce d’aprile, ma ogni scherzo vale?

Scherzi e bugie, oggi tutto vale, almeno stando alla tradizione della giornata degli scherzi e delle burle. La stessa stampa dovrebbe essere da tempo abituata a prendere con le pinze qualsiasi notizia in circolazione il primo giorno d’aprile.

Volkswagen sarà riuscita a ‘farla franca’ per via del largo anticipo con cui ha diffuso i comunicati? Ridenti o dolenti, i giornalisti dovranno ammettere di esserci cascati un’altra volta.

Ma ne sarà valsa la pena? Scherzare su temi importanti come quello della sostenibilità è risultato estremamente fuori luogo, soprattutto visto che a farlo è stata un’azienda colta non al suo primo scandalo: cartellino rosso.

Con i suoi pesci d’aprile la Volkswagen si è assicurata l’inimicizia della stampa, sarà stato davvero così divertente?

Leggi anche: Gelo e neve, sono in arrivo i giorni della merla. Ecco perché questo nome

spot_img

Correlati

Sanremo 2025, Carlo Conti: “Magari torniamo io e Maria De Filippi, chissà…”

Chi sarà il conduttore il Festival di Sanremo? Ancora non è stata data nessuna...

Serena Bortone commenta con Ranucci il caso Scurati: “Voglio continuare a lavorare in Rai”

Sigfrido Ranucci, ospite del suo programma Che sarà, ha commentato assieme a Serena Bortone...

Sigfrido Ranucci rimane a Report: “Ci sono anche la prossima stagione, la Rai è casa mia”

Dopo alcune indiscrezioni sul suo possibile addio alla Rai, Sigfrido Ranucci lo ha annunciato:...
Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
spot_img