Tensioni governo-Regioni, interviene Mattarella: “Serve più collaborazione”

Il presidente della Repubblica non entra nel merito, perché non di sua competenza, ma auspica “un dialogo costruttivo” nel Paese per giungere un accordo sul nuovo Dpcm.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Nel momento di più alta tensione nel dialogo tra governo e Regioni, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella richiama le istituzioni alla responsabilità collettiva e a “una più stretta collaborazione” tra le parti. In vista del prossimo Dcpm divisioni e recriminazioni minano la stabilità del Paese, già in evidente in difficoltà. Questo il monito del presidente Mattarella che, in video-conferenza con i rappresentanti della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini e Giovanni Toti, ricorda il “ruolo decisivo delle Regioni nell’affrontare la pandemia”. Mattarella non è entrato nel merito delle misure da adottare, perché non di sua competenza, ma con il suo intervento ha voluto contribuire a distendere il dialogo tra governo e Regioni, finito in una pericolosa impasse.

Dialogo tra governo e Regioni: interviene Mattarella

La tensione nel Paese cresce e il nuovo Dpcm ancora non vede luce. Proprio per questo motivo il presidente Mattarella nell’incontro con Boccaccini e Toti, rispettivamente presidente e vicepresidente della Conferenza delle Regioni, ha parlato del loro “ruolo decisivo” e ha auspicato a “una più stretta collaborazione” tra istituzioni per non rischiare una pericolosa impasse. Ma di fatto un accordo tra governo e Regioni ancora non c’è. Conte propone misure diversificate e “tre aree per altrettanti scenari di rischio”, spiegando ai governatori che “l’inserimento di una Regione all’interno di una delle tre aree avverrà con ordinanza del ministro della Salute e dipenderà oggettivamente dal coefficiente di rischio raggiunto dalla Regione”. Molti governatori, però, si dicono in disaccordo e anzi sostengono che “servono piuttosto misure nazionali robuste”.

Leggi anche: Conte alla Camera anticipa il nuovo Dpcm: “Coprifuoco nazionale e chiusura centri commerciali”

Le Regioni chiedono “misure nazionali robuste”

Il governatore della regione Campania Vincenzo De Luca, tra i più agguerriti di tutti nella Conferenza, ha parlato di “misure di prevenzione e contenimento del contagio semplici e di carattere nazionale, tendenti all’obiettivo”, ritenendo questa strada più utile rispetto alla scelta di limitare mobilità e assembramenti. Anche il presidente della regione Puglia Michele Emiliano, e i presidenti di Regione del centrodestra, hanno espresso perplessità sul metodo scelto dal governo. Divide anche il tema scuola: mentre il governo sceglie la didattica a distanza al 100% per le superiori, il presidente della Liguria risponde: “Sarebbe un disastro. Porterebbe a un’espansione dell’epidemia, non a una contrazione”.

Insomma, l’autonomia tanto rivendicata dalle Regioni ora viene rinnegata e si preferisce lasciar scegliere il premier, ma senza appoggiarlo, visto che a prevalere tra i governatori è stata la richiesta di attuare misure omogenee sul territorio nazionale, senza diversificazioni dettate dall’andamento dei contagi.

Leggi anche: Dpcm, il coprifuoco spetta ai comuni. L’ira dei sindaci: “Governo scaricabarile”

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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