I colori di Arò, l’arte come vibrazione

Una mostra dal titolo "I colori di Arò" sul pittore Saverio Armenio, in arte Arò, si terrà a Frosinone dal 23 al 31 ottobre presso la villa comunale.

Silvia Buffo
Silvia Buffo
Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.
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Una retrospettiva dedicata al pittore Saverio Armenio 1924/2000, in arte Arò, si terrà a Frosinone dal 23 al 31 ottobre, tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, presso la villa comunale dal titolo “I colori di Arò”, in via Casilina Nord, 31. Lo presentiamo con una nota del critico Franco Miele:

Sembra che Arò abbia raggiunto una sua sintesi formale e una robustezza di linguaggio, dimostrando di aver positivamente assimilato alcune esperienze della ricerca contemporanea. Ma è altresì interessante rilevare che in ogni circostanza il pittore non è mai venuto meno alle specifiche esigenze di un temperamento che è portato a dare corposità al fatto rappresentato in una immediatezza di vibrazioni ampie e cadenzate.

Miele ha ben descritto l’aspetto più caratterizzante dell’arte di Arò:

Arò si inserisce senza confusione nella schiera valida di quegli artisti di nuova generazione che dal ’47 ad oggi vanno percorrendo, senza soste e senza compromessi, la difficile strada di una “riconquista della verità umana”, pagando di persona un pezzo alla genuina conoscenza: un atteggiamento di arte quindi che si risolve coerentemente in un atteggiamento di vita.

Mentre il professor Rosa, che insieme a Toni Amernio, figlio di Arò, ha fortemente voluto questa mostra, sottolinea:

Arò merita di essere ricordato per aver raccontato con originalità la realtà del secondo dopoguerra, con un’umanità eticamente sana e priva delle contaminazioni distruttive contemporanee, con il coraggio intellettuale di non cedere mai al ricatto di un’arte allora troppo spesso sostenuta da sigle partitiche.

Leggi anche: Addio a Philippe Daverio, aveva 71 anni. Portò l’arte nelle case degli italiani

Come racconta bene Nerio Tebano a proposito del rapporto di Arò con la sua terra:

La possibilità di esprimere prima di ogni altra cosa il «suo» sentimento degli uomini e delle cose con la più bella disposizione gli viene dalla forza viva, nativa, che è la sua «mediterraneità» cioè quella sua appartenenza mai rinnegata, alla sua terra d’origine, Taranto, la Puglia, a cui sempre si ispira.

E per concludere vogliamo riassumere Arò con le parole del Professor Rosa:

Arò è un artista che sapeva vedere il mondo con gli occhi di un poeta.

ARò


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