Perché il caso Ferragni è “unico al mondo”: il punto di vista della difesa

Perché il caso Ferragni è unico al mondo e quale dovrebbe essere la risposta dell’influencer, per arginare il danno alla sua immagine e al suo brand.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Caso Ferragni. La vicenda del pandoro Balocco, che ha portato all’iscrizione nel registro di indagati di Chiara Ferragni, sta assumendo toni sempre più ampi. Ora si è aggiunto anche il caso delle uova di Pasqua e delle bambole Trudi.

L’ipotesi di reato è sempre la stessa: truffa aggravata. Ad essere messo sotto la lente dagli inquirenti è quello che viene ormai definito “metodo Ferragni”.

L’influencer, intanto, non si sta pronunciando al riguardo, continuando a pubblicare contenuti social che mostrano lo svolgimento tranquillo delle sue giornate, in compagnia degli affetti più cari. Sicuramente questa strategia è stata consigliata dal suo team legale e di comunicazione, per ritrovare con i follower un rapporto di fiducia, andato perduto.

Caso Ferragni: il punto di vista degli avvocati

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Gli avvocati di Chiara Ferragni sono sereni, sicuri che la vicenda avrà un risvolto positivo per la sua assistita. Ecco quanto hanno dichiarato, come riportato da Il Giornale:

Una volta che il procuratore generale presso la Cassazione avrà individuato il pubblico ministero territorialmente competente, chiariremo al designato magistrato ogni aspetto delle tre vicende.

I legali si sono detti certi della “assoluta innocenza di Chiara e che detta innocenza emergerà dalle indagini che verranno condotte”, e si auspicano “che il clima mediatico che ha caratterizzato sino ad oggi la vicenda si rassereni”.

Perché il caso Ferragni è unico?

Allo stato attuale non sono state ancora espresse valutazioni. Secondo l’avvocato penalista Marco Gabriele, già presidente di AIGA Roma, (Associazione Giovani Avvocati Italiani) e componente della Commissione di Studio consiliare dell’Ordine di Roma di diritto penale, il caso Ferragni è unico al mondo, perché se vero sarebbe “il primo caso di truffa consapevole pubblicizzata. Spiega cosi a Il Messaggero:

Appare obiettivamente dubbia la rilevanza penale delle condotte che le contestano (se non altro in punto di elemento soggettivo).

Che peraltro devono essere oggetto di prova da parte della Procura. Rimane, però, un caso unico al mondo.

E ancora: “In sede processuale potrebbe affiorare un errore, o l’imperizia, o la negligenza in alcuni passaggi della vicenda, ma non una volontaria condotta ingannatoria”.

Caso Ferragni: il processo mediatico

L’avvocato Marco Gabriele pone l’accento anche sul processo mediatico in atto, che non ha nulla a che vedere con quello che si celebrerà in tribunale:

In primo luogo, occorre difendersi da quello che noi penalisti chiamiamo “processo mediatico”. E cioè un processo celebrato fuori dalle aule di giustizia e in una fase in cui le difese non conoscono gli atti.

Sembra che si sia già decisa la sua colpevolezza. Ma il processo vero, in tribunale, la porterà probabilmente ad un esito diverso e durerà diversi anni. Intanto, il danno è fatto.

Poi da un consiglio a Chiara Ferragni: “Forse, una risposta mediatica più vigorosa – come in occasione delle scuse – sarebbe necessaria. In questi casi, si dovrebbe valutare se organizzare, ad esempio, una conferenza stampa evidenziando la propria estraneità ai fatti. Se non altro per arginare le conseguenza dannose in termini di immagine”.

Non sappiamo come si concluderà la vicenda, e quali saranno i tempi per avere delle risposte dalla legge. Il caso Ferragni, però, potrebbe concludersi in un modo molto meno eclatante di quanto si immagini.

Leggi anche: Chiara Ferragni, la nuova strategia è puntare sull’ADV, nessuna traccia dei vecchi brand

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