Il caffè riduce il rischio di diabete e frena l’accumulo di grasso: “È l’effetto della caffeina”

Diabete e caffè: qual è la relazione? A rispondere è stato uno studio pubblicato su BMJ Medicine, realizzato utilizzando una metodologia nuova.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Diabete e caffè: qual è la relazione? A rispondere è stato uno studio pubblicato su BMJ Medicine che, attraverso una metodologia relativamente nuova, ha verificato l’esistenza di un rapporto causa-effetto che lega il consumo di caffeina e il ridotto rischio di ammalarsi di diabete.

Alla luce dei risultati dello studio, realizzato dal Karolinska Institutet di Stoccolma, i ricercatori, diretti da Susanna Larsson, sono convinti che valga la pena approfondire il potenziale delle bevande a base di caffeina prive di calorie per ridurre il rischio di obesità e di diabete di tipo 2.

Diabete e caffè: dimostrata protezione dal rischio attraverso un nuovo metodo

Non è la prima volta che i ricercatori indagano sulla relazione tra diabete e caffè. Studi precedenti a quello del Karolinska Institutet di Stoccolma avevano già indicato come il consumo di 3-5 tazzine di caffè al giorno si associasse a un minor rischio di diabete di tipo 2 o di malattie cardiovascolari.

Ma le ricerche pubblicate finora non avevano mai dimostrato un vero nesso di causa-effetto tra consumo di caffeina e minor rischio di diabete. Mentre i ricercatori del Karolinska Institutet sono riusciti nell’impresa con la cosiddetta “randomizzazione mendeliana”, attraverso la quale hanno esaminato il ruolo di due varianti genetiche comuni dei geni CYP1A2 e AHR, che regolano la velocità del metabolismo della caffeina, in quasi 10mila persone.

Diabete e caffè: lo studio

Diabete e caffè: ecco la relazione. In breve, i ricercatori si sono resi conto che le persone portatrici di varianti genetiche assorbono in modo più lento la caffeina, bevono in media meno caffè, ma hanno livelli più elevati di caffeina nel sangue rispetto alle persone che la metabolizzano più in fretta.

L’analisi ha dimostrato che i livelli geneticamente previsti di caffeina più elevati nel sangue erano associati a persone con un peso e un grasso corporeo inferiori. Livelli più elevati di caffeina nel sangue, sempre per via dei geni, proteggono pure dal rischio di diabete di tipo 2.

I ricercatori hanno scritto che l’assunzione giornaliera di 100 mg di caffeina (una tazza media ne contiene circa 70-150 mg) aumenti il dispendio energetico di circa 100 calorie al giorno, frenando l’accumulo di grasso corporeo e riducendo così il rischio di obesità.

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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