Salario minimo, entro martedì l’approvazione dell’Ue: in Italia i politici sono in disaccordo

Lunedì inizieranno i negoziati tra le varie istituzioni europee e presto si giungerà ad un accordo sul salario minimo. In Italia invece il provvedimento è fermo in Senato.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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L’Unione Europea un anno fa, il 25 novembre 2021, aveva approvato a larga maggioranza la proposta che mira a stabilire i requisiti per garantire un salario minimo, in modo da conferire un livello di vita dignitoso per i lavoratori.

Entro martedì dovrebbe giungere un accordo politico tra le istituzioni europee sulla direttiva, nel rispetto delle diverse impostazioni nazionali dei 27 Paesi. I negoziati prenderanno il via lunedì sera alle 19 a Strasburgo. In Italia invece il provvedimento è fermo al Sentato, le visioni sono contrastanti e la posizione dei partiti non è univoca.

Fino ad oggi il minimo garantito è previsto solo in sei paesi: Danimarca, Finlandia, Svezia, Austria e Cipro. Mentre nel resto dell’Europa il salario minimo oscilla tra i 332 della Bulgaria ai 2257 del Lussemburgo.

Salario minimo, l’opinione di Visco

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Al salario minimo sembra favorevole il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il quale avrebbe dichiarato che “se ben studiato è una cosa buona”, ma ha sollevato anche alcune questioni importanti. Ecco cosa ha detto al riguardo al Festival dell’Economia di Torino, concluso ieri:

Il salario minimo ha vari effetti positivi ma il rischio sta nel livello perché se è eccessivo può portare a non occupare persone che potrebbero invece voler lavorare al di sotto di quel livello e che hanno una produttività sostanzialmente in grado di non arrivare a quel livello lì, ma credo non sia una cosa così importante.

Quello che è importante è non legarlo ad automatismi che poi ci possono costare, per esempio un salario minimo che ha piena indicizzazione ai prezzi al consumo se diventa il modello di riferimento per tutti i salari, tutte le contrattazioni, incorpora direttamente quel meccanismo automatico.

Bisogna aumentare la produttività, se cresce anche i salari crescono.

Salario minimo: il parere dei partiti

Nella stessa maggioranza di Governo le visioni sono contrastanti. Il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, non è favorevole al provvedimento sul salario minimo:

Non va bene per legge perché è contro la nostra storia culturale di relazioni industriali.

Il salario non può essere moderato ma deve corrispondere alla produttività.

Parere positivo invece da parte di Conte, che a nome dell’intero Movimento 5 Stelle, avrebbe dichiarato:

Il salario minimo forse non è nella cultura di alcuni politici. Se per alcuni politici è normale che si prendano paghe da fame, di 3-4 euro lordi l’ora, allora diciamo che la politica del Movimento 5 Stelle non è questa.

Non accetteremo mai fino a quando non approveremo il salario minimo. Queste sono paghe da fame.

Leggi anche: Bonus 200 euro, partiti ampliano la platea dei beneficiari: chi lo riceverà

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