Sgarbi spara a zero su Ferragni: “Un’incapace totale, una inetta, una capra, goffa”

Anche stavolta Vittorio Sgarbi non le ha mandate a dire. Ecco cosa ha affermato il critico d'arte e sottosegretario alla Cultura del Governo Meloni sul Festival di Sanremo appena concluso.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Anche stavolta Vittorio Sgarbi non le ha mandate a dire. Il critico d’arte e sottosegretario alla Cultura del Governo Meloni ha sposato in pieno la volontà della Premier di silurare i vertici Rai, visto che il Sanremo appena conclusosi “è stato un fallimento culturale totale”.

L’attacco che Sgarbi ha lanciato in un’intervista per La Stampa è duro e senza sconti: “Non puoi lasciare la più grande azienda culturale italiana in mano a Presta, Coletta, Amadeus e due capre come Fedez e Ferragni, che non sanno parlare. Ora serve una svolta di carattere”.

Vittorio Sgarbi: “Sanremo un fallimento totale, serve una svolta culturale”

Quando gli viene chiesto di descrivere quest’ultimo Festival di Sanremo, Vittorio Sgarbi non utilizza certo aggettivi lusinghieri: “Miserabile, insensato, insignificante, infantile. Niente musica né canzoni, non resta in mente nulla”. E sul palco trasformato in presunta tribuna elettorale contro il Governo, il sottosegretario alla Cultura dice: “La destra dovrebbe dire ‘quello che abbiamo visto non era contro di noi, era inadeguato’. Pessimo”.

Anche il record di ascolti non sarebbe indice di qualità: “Basta con i dirigenti che misurano soltanto in termini consumistici, di ascolti – dice Sgarbi – Come se il capolavoro di un grande scrittore fosse tale solo per le copie vendute. Manca un amministratore, un presidente, un direttore di rete”.

Per questo motivo, sottolinea il critico d’arte, “devono andare a casa i vertici Rai, perché è stato un fallimento totale, serve una svolta culturale. I vertici hanno mancato di funzione di controllo. Non è censura per impedire quello che è accaduto, ma per impedire che il livello sia così basso”.

Vittorio Sgarbi: “Bisogna vigilare su quanto accade, non in senso censorio ma qualitativo”

Vittorio Sgarbi ha descritto lo squarcio della foto del viceministro delle Infrastrutture meloniano Galeazzo Bignami da parte di Fedez come “un attacco infantile che andrebbe impedito sul piano deontologico dalla Rai. Perché consentire che un uomo di Governo sia irriso da Fedez? Un livello di politica troppo basso”.

E non si tratta di censura: “Non puoi avere un editore che non vigila su quanto accade, non in senso censorio ma qualitativo – spiega Sgarbi – Di questo Festival non ti ricordi un gesto, una strofa, una canzone, solo vestiti. Non si può scambiare la cultura con Benigni, Fedez e Ferragni. Serve una direzione di carattere. Dov’è oggi un Angelo Guglielmi?”.

E su chi vedrebbe bene ai vertici della rete ammiraglia Sgarbi ha le idee chiare: “Per la direzione del Festival Morgan, un ponte fra musica classica e contemporanea. Meglio un vero stravagante come lui che uno finto come Fedez. Per la presidenza Paolo Mieli, un uomo che abbia equidistanza. Al posto di Fuortes bisogna puntare in alto: Corrado Augias, Geminello Alvi, Roberto Andò, Emma Dante, Toni Servillo, Giorgio Montefoschi”.

Vittorio Sgarbi: “Ferragni? Un’inetta, una capra, goffa”

Poi, Vittorio Sgarbi ha dato i voti ai protagonisti del Festival di Sanremo. Per Amadeus 7 e mezzo, “un buon presentatore, quello che non è Ferragni, sobrio ed elegante”. A Chiara Ferragni un severissimo 2: “Analfabetismo funzionale, una inetta, una capra, goffa. Leggeva dei foglietti in una lingua improbabile che non è italiano. Mai visto niente di simile. Sarebbe stata meglio Elly Schlein”.

Mentre Fedez è “buono come spalla” e il bacio con Rosa Chemicalnon si può giudicare negativamente, è il modo in cui Rosa Chemical è esistita. Gli do fra il 5 e il 6, è pessimo ma non è un incapace totale come la moglie”. Mentre sulle canzoni il giudizio di Sgarbi non è certo più generoso: “Vanoni e Paoli sono stati i punti più alti, canzoni che ancora hanno un senso, un mondo che non c’è più. Mostri sacri, non mostriciattoli”.

Leggi anche: Sanremo, Meloni vuole cacciare i vertici Rai: tutti i momenti che l’hanno fatta infuriare

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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