Variante Delta più contagiosa che mai, ma secondo gli esperti la fine della pandemia è vicina

In USA un documento del CDC reintroduce l'uso delle mascherine. La variante Delta sembra inarrestabile anche tra i vaccinati, ma secondo gli esperti la fine della pandemia è vicina.

Clarice Subiaco
Clarice Subiacohttps://medium.com/@ClariceSubiaco
Classe 1986, passato di studi umanistici e presente nel mondo dei dati. In mezzo, esperienze di lavoro come Digital PR, Content Strategist e Project Manager per startup e agenzie internazionali. Ama raccontare l'innovazione che ha un forte impatto sociale.
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Pochi giorni fa, il Center for Desease Control, il principale organo sanitario statunitense, ha rilasciato un documento contenente un severo avvertimento sul Coronavirus: “la guerra è cambiata”, si legge, in riferimento al fatto che la variante Delta è in grado di diffondersi facilmente anche tra le persone vaccinate.

Negli USA il 90% dei nuovi contagi è causato dalla variante Delta e recentemente sono state modificate le linee guida sull’uso della mascherina che reintroducono l’obbligo di indossare il dispositivo di protezione in tutti i luoghi chiusi e sui mezzi di trasporto.

La variante Delta è altamente contagiosa, probabilmente più grave.

Si legge nel documento. I ricercatori si sono concentrati sulla carica virale, termine usato per indicare la quantità di virus presente nelle persone infette, che può influire sulla trasmissibilità e sulla gravità della malattia. Le infezioni da variante Delta portano a livelli più elevati di virus nel corpo, anche in caso di contagio di individui completamente vaccinati, si legge sempre nel documento. Inoltre, questi livelli più elevati persistono anche più a lungo di quanto osservato con i ceppi precedenti, il che significa che una persona infetta è probabilmente contagiosa più a lungo.

La maggior parte dei nuovi contagi si verifica tra i non vaccinati

Tuttavia, secondo il direttore del CDC, la dott.ssa Rochelle Walensky, le epidemie si verificano principalmente tra individui non vaccinati.

Penso che siamo ancora in gran parte in una pandemia di non vaccinati. La stragrande maggioranza della trasmissione, la stragrande maggioranza delle malattie gravi, dei ricoveri ospedalieri e delle morti avviene quasi esclusivamente tra le persone non vaccinate.

Ha detto Walensky la scorsa settimana, in una conferenza stampa per annunciare una guida aggiornata sull’uso delle mascherine. 

Susan Butler-Wu, microbiologa clinica della University of Southern California, ha affermato che il documento del CDC ha evidenziato elementi di preoccupazione ma non ha indicato che le persone vaccinate sono a maggior rischio.

Penso che questo sia un avvertimento, potremmo avere un problema, rimettetevi le mascherine. Ma non deve essere frainteso nel senso che i vaccini non funzionino. Non è affatto così, in base ai dati che hanno presentato.

I vaccini continueranno ad essere efficaci anche con le nuove varianti

Secondo il documento, infatti, i vaccini continuano ad essere efficaci, in particolare nel prevenire malattie gravi. Ma potrebbero non essere così efficaci nel prevenire l’infezione o la trasmissione della variante Delta.

Questo rappresenta un cambiamento rispetto alle varianti precedenti. I vaccini sono stati molto efficaci nel prevenire la trasmissione della variante Alfa, che era il ceppo dominante all’inizio di quest’anno, quando il CDC ha affermato per la prima volta che le persone vaccinate non avevano più bisogno di indossare le mascherine.

Tuttavia, ci sono nuovi casi e una maggiore diffusione nella comunità nonostante la vaccinazione.

Si legge nel documento.

Tuttavia, i nuovi contagi non sono un evento inaspettato, specialmente quando il virus cambia e la pandemia si evolve, ha affermato Gigi Gronvall, professore associato presso la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health. Gronvall ha affermato che il documento del CDC fornisce ulteriori prove che anche se si verificano nuove ondate di infezioni, i vaccini rimangono altamente efficaci.

Il vaccino non è un campo di forza che impedisce a qualsiasi virus di attraversare il tuo cammino. È un programma educativo per il sistema immunitario che fa sì che se hai un intruso, un virus che ti infetta, questo possa essere pronto a reagire. 

Il rischio di infezione è tre volte inferiore nei vaccinati e il rischio di complicazioni 10 volte inferiore 

La forza della risposta immunitaria, tuttavia, è variabile e dipende in gran parte dalle circostanze individuali, inclusa la quantità di virus a cui una persona è esposta e la variante specifica coinvolta. Gronvall ha affermato che il messaggio di fondo è lo stesso: le persone non vaccinate sono sproporzionatamente a rischio.

Il documento rileva che il rischio di infezione è tre volte inferiore nelle persone vaccinate e il rischio di malattie gravi o di morte è almeno dieci volte inferiore nelle persone vaccinate.

Pregliasco: “il virus rimarrà con noi ancora 2-3 anni

Sebbene la variante Delta sia molto più contagiosa delle precedenti, gli esperti sono concordi nel dire che la vaccinazione resta comunque un modo efficace per prevenire lo sviluppo di forme gravi. Resta normale, però, chiedersi se ci libereremo mai di questo virus, alla luce della situazione attuale. 

Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano, 

il Coronavirus ci farà compagnia ancora per un po’ di tempo, e l’immunità di gregge non si raggiungerà facilmente. Il Covid rimarrà con noi, penso, ancora per 2 o 3 anni.

Ha detto l’esperto a La Repubblica.

Pregliasco ha poi aggiunto:

Comunque, anche allora, non dovremo aspettarci una dichiarazione di fine emergenza, uno spegnimento del virus. Semmai un andamento endemico, anche alla luce della percezione del pericolo che ne ha la gente. Un esempio: ancora oggi si infettano 10 persone al giorno a causa dell’Hiv, ma la gente non lo percepisce. Eppure il pericolo c’è. Così avviene anche per il Covid-19: continuerà a muoversi tra noi e il fatto che le persone ne sottovalutino la presenza non può che agevolare l’estendersi dell’infezione.

Terza dose: dovremo vaccinarci per sempre?

Sulla terza dose, il virologo ha affermato che si tratta dell’inizio di un processo destinato a proseguire, ma è necessario attendere la fine del primo ciclo di vaccinazioni per tutti: 

Prima è necessario terminare il primo giro di vaccinazioni, perché l’obiettivo è quello di offrire una protezione a tutti; poi, in base all’andamento epidemiologico, si vedrà come procedere, soprattutto per le persone fragili.

Per quanto riguarda la tempistica della terza dose, Pregliasco ha chiarito:

Non abbiamo dati certi al riguardo. Alcuni studi, sulla base di parametri di laboratorio, avanzano la tesi che le due dosi di vaccino proteggano per 9-12 mesi, ma si tratta di una schermatura che si deteriora progressivamente. Il picco di anticorpi si rileva a 14 giorni dalla seconda dose, poi le difese scendono progressivamente. Quindi, ragionevolmente, sarebbe opportuno pensare a una terza dose a 5 mesi dal richiamo e, almeno in un primo momento, non prevederla per tutti, ma solo per i pazienti più fragili. In seguito si potrebbe valutare se sarà necessario adottare un approccio universale.

Balloux: “la pandemia finirà quando il virus diventerà endemico. In Europa e Usa siamo già a buon punto”

Dovremo continuare a vaccinarci per sempre, dunque? Può darsi, ma la cosa importante, secondo gli esperti, è che la pandemia passi a uno stato endemico, ovvero diventi una malattia al pari di un raffreddore o un’influenza stagionale. La tesi sostenuta da Pregliasco, è confermata anche dal direttore del Genetics Institute dell’University College di Londra, che in un’intervista al Guardian ha dichiarato: 

Questo passaggio avverrà progressivamente, con ondate epidemiche di ampiezza decrescente che si stabiliranno in inverno. Questo stato endemico stagionale sarà raggiunto in un momento diversi in vari luoghi. Per la maggior parte dell’Europa e degli Stati Uniti, la transizione verso l’endemicità è già ben avviata ed è improbabile che si verifichino in futuro ondate epidemiche legate a massiche morbilità e mortalità, come quelle che abbiamo sperimentato prima. 

Balloux: “lo stato pandemico del Covid finirà entro la fine del 2021”

Spesso mi è stato chiesto quando finirà la pandemia di Covid e ho sempre risposto intorno alla metà-fine del 2021. E non mi sono mai sentito più sicuro di adesso di questa previsione. Questo in alcune parti del mondo (Europa, Nord America e alcuni altri paesi in altri continenti) e precisando che, con fine della pandemia intendo ‘fine della fase pandemica della pandemia’: Sars-CoV2 passerà a uno stato endemico e rimarrà in circolazione a livello globale.

Scrive Balloux in un Tweet. Nel frattempo il virus continuerà a mutare fino a raggiungere la sua massima trasmissibilità, che dovrebbe verificarsi in inverno, secondo l’esperto.

Con la vaccinazione della maggior parte della popolazione e un probabile ritorno ai tassi di contatto pre-pandemia, si prevede che Covid raggiungerà presto il suo equilibrio epidemico. 

Leggi anche: Il Covid ha i giorni contati: ecco le date in cui torneremo alla normalità

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