Università, perché gli atenei online hanno successo?

Nonostante il numero di corsi di laurea magistrale offerti dalle università italiane continui a crescere, il 22% ha meno di venti studenti e le iscrizioni sono in calo.

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Iscrizioni in calo per i corsi di laurea delle università italiane. A confermarlo è un’indagine di AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati. Tuttavia continuare a studiare dopo la triennale è il modo migliore per trovare lavoro. 

I dati

Secondo un’indagine della società di consulenza Talents Venture, gli atenei italiani hanno ampliato l’offerta dei corsi di laurea magistrale, con un incremento del 15% dall’anno accademico 2018-2019 al 2022-2023. 

Nonostante ciò, però, gli immatricolati del biennio 2021-2022 sono stati molti meno rispetto a quelli degli anni scorsi, tanto che il 22% dei corsi di laurea magistrale non ha raggiunto nemmeno i venti iscritti. Tra gli atenei più in difficoltà, l’Università degli Studi della Basilicata, l’Università degli Studi del Sannio e l’Università degli Studi di Teramo.

Bene l’università telematica

Ma se gli iscritti alle facoltà universitarie tradizionali sono in calo, ad aumentare sono invece quelli dei corsi di laurea magistrale online. Il 13% degli studenti iscritti al primo anno delle magistrali nel 2021-22 ha infatti scelto le università telematiche, soprattutto per le facoltà nell’ambito delle scienze motorie e sportive (66%), della psicologia (26%), della formazione e dell’educazione (37%) e delle lingue straniere (23%).

La percentuale di iscritti ai corsi magistrali telematici è aumentata costantemente nel corso del tempo: secondo i dati Talents Venture, nell’anno accademico 2018-19 erano l’8%, nel 2019-20 il 10%, nel 2020-21 il 12%. 

Tra i motivi del successo degli atenei online, l’assenza di test d’ingresso, la possibilità di iscriversi in qualsiasi periodo dell’anno e il risparmio su affitto, trasporti e iscrizione. Lo stesso dicasi per la presenza di tutor, la flessibilità d’orario e l’elaborazione di piani di studio su misura. Fattori, questi, fondamentali non solo dal punto di vista didattico, ma anche psicologico.

Le opportunità della laurea magistrale

Nonostante alcuni studenti si fermino alla laurea di primo livello, i vantaggi della magistrale sono innegabili. Oltre a offrire maggiori competenze e conoscenze più approfondite, la laurea magistrale dà infatti accesso a molte più offerte di lavoro – circa il 39.5% in più – fin dal primo anno dalla conclusione del percorso universitario. 

In base al rapporto AlmaLaurea del 2023, il numero di iscritti ai corsi di secondo livello ha raggiunto punte del 67.2% nel 2021. Gli ambiti di maggiore interesse sono quello tecnico-scientifico, farmaceutico e sanitario, mentre il ramo giuridico e umanistico sembra dare meno opportunità ai neo-laureati.

Quanto al tipo di occupazione post-laurea, il 23.2% di chi ha conseguito la specialistica ha ottenuto un impiego da dipendente a tempo indeterminato, il 25.2% a termine e il 27.7% ha firmato un contratto di tipo formativo. Solo l’8.2%, infine, svolge un’attività in proprio a un anno dal conseguimento del titolo. 

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