Sigfrido Ranucci, volto di Report e simbolo del giornalismo d’inchiesta italiano, torna a incontrare il pubblico in una veste inedita. Con Diario di un trapezista, tratto dal suo omonimo libro, il giornalista porta sui palchi d’Italia un racconto intenso e personale che attraversa le sfide, i rischi e i dilemmi morali di chi sceglie ogni giorno di camminare sul filo della verità.
Tra aneddoti e riflessioni etiche, Ranucci invita a guardare dietro le quinte del mestiere del giornalista, ma anche dentro le fragilità di un uomo che non smette di credere nel potere della verità e della coscienza.
Il tour di Ranucci, un viaggio tra palco e redazione

Il tour teatrale, che sta attraversando le principali città italiane, nasce come estensione naturale del libro pubblicato nel 2022. In Diario di un trapezista, Ranucci alterna i ricordi delle sue inchieste più delicate, dai dossier sulle mafie al potere delle lobby, fino a riflessioni sulla responsabilità del giornalismo in un’epoca dominata da fake news e interessi economici.
Sul palco, le parole prendono vita in un dialogo diretto con il pubblico: il giornalista non racconta solo fatti, ma esperienze, emozioni, e scelte spesso difficili. L’obiettivo è “riportare l’umanità dentro l’informazione”, ricordando che dietro ogni notizia ci sono persone, dubbi, e paure, come dichiara ad “ANSA”:
Ho imparato che a definire il destino di una persona non sono tanto le sue qualità, quanto le sue scelte.
Anche quelle che non fa.
Un trapezista tra verità e coscienza
Il titolo Diario di un trapezista è una metafora potente: racconta l’equilibrio precario che ogni giornalista deve mantenere tra il dovere di informare e il rischio di cadere. Ranucci si definisce un “trapezista senza rete”, costretto a scegliere tra sicurezza personale e diritto dei cittadini a sapere.
Attraverso immagini, musica e testimonianze video, lo spettacolo diventa un percorso emotivo e civile che interroga il pubblico sul senso del coraggio, sulla libertà di stampa e sulla responsabilità collettiva nel difendere la verità. In un tempo in cui la fiducia nei media è sempre più fragile, Ranucci ricorda che il giornalismo resta una missione, prima ancora che un mestiere.
Con Diario di un trapezista, Sigfrido Ranucci non porta in scena solo sé stesso, ma anche un’idea di giornalismo fatto di rigore, passione e umanità. Il tour rappresenta un’occasione per riflettere sul valore dell’informazione libera e sul coraggio necessario per raccontare verità scomode.
In un mondo in bilico tra disinformazione e manipolazione, Ranucci continua a camminare sul filo, ricordandoci che l’equilibrio più difficile, nonché più necessario, è quello tra verità e paura.
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