C’è stato un tempo in cui la carriera nel mondo dello spettacolo seguiva binari rigidi: prima la gavetta in TV, poi forse il successo. Oggi, l’innovazione passa anche attraverso nuovi percorsi professionali e Gianluca Gazzoli ne è l’esempio vivente. Classe 1988, speaker radiofonico e videomaker, ha costruito il suo impero partendo dal basso, letteralmente da un “basement”.
Oggi quel percorso lo ha portato alla consacrazione definitiva: Gazzoli sarà infatti uno dei protagonisti del Festival di Sanremo 2026. Come riporta “Cosmopolitan”, dopo aver guidato con successo la competizione di Sanremo Giovani, il conduttore di BSMT salirà sul palco dell’Ariston il prossimo febbraio per presentare le Nuove Proposte in gara.
Una scelta strategica quella del direttore artistico Carlo Conti, che punta a intercettare un pubblico più giovane portando in prima serata un volto nato sul web ma capace di parlare a tutti. Gianluca Gazzoli del resto non è solo un conduttore, ma un narratore ibrido che ha saputo unire i tempi veloci di YouTube alla profondità della radio, dimostrando che la qualità dei contenuti paga sempre, indipendentemente dalla piattaforma di diffusione.
La ‘scossa’ di Gianluca Gazzoli
Ma dietro il sorriso e la parlantina veloce, c’è una storia personale di resilienza che ha plasmato il carattere del conduttore. La biografia di Gianluca Gazzoli è segnata da una sfida invisibile ma costante. Come riporta “Panorama”, fin dall’adolescenza convive con un defibrillatore impiantato nel petto a causa di una grave aritmia cardiaca scoperta quando aveva 15 anni.
Una condizione che ha bruscamente interrotto il suo sogno di diventare un giocatore di basket professionista, costringendolo a reinventarsi completamente. Questa ‘scossa’, come l’ha definita lui nel suo primo libro autobiografico, è diventata il motore della sua ambizione. Gazzoli si è fatto portavoce della filosofia degli “underdog”, quelli che partono svantaggiati, che nessuno vede arrivare, ma che alla fine vincono la partita.
Dal fenomeno BSMT al palco di Sanremo
Il vero capolavoro di Gianluca Gazzoli, che lo ha reso un punto di riferimento nell’ecosistema digitale italiano, è senza dubbio il podcast “Passa dal BSMT”. In un’epoca di contenuti “mordi e fuggi” e video di 15 secondi su TikTok, lui ha scommesso sulla direzione opposta: conversazioni lunghe, rilassate e senza filtri.
Nel suo studio interrato sono passate star di ogni genere, da attori di Hollywood come Jared Leto e Ben Affleck a leggende dello sport come Valentino Rossi e Roberto Baggio. Ma non solo, oggi tutti vogliono “passare dal basement”, e Gazzoli continua a portare ospiti sempre più importanti: musicisti, calciatori, attori, ma anche giornalisti e magistrati.
Il segreto del suo successo risiede nell’approccio “human-to-human”. Gianluca Gazzoli non fa interviste, crea connessioni. La sua capacità di mettere a proprio agio l’ospite ha trasformato il BSMT in un confessionale laico dove i personaggi pubblici si tolgono spontaneamente la maschera, sentendosi liberi di essere loro stessi al 100%.
Grazie a questa sua predisposizione è stato scelto da Carlo Conti per condurre Sanremo Giovani, e assieme a lui tornerà sul palco dell’Ariston il prossimo febbraio per presentare le Nuove Proposte in gara al Festival.
Gianluca Gazzoli a Sanremo 2026 rappresenta il trionfo della contaminazione tra vecchio e nuovo media, ma è anche una rivincita per chi, come lui, ogni giorno soffre a causa di problemi di salute. La sua ascesa ci racconta un’Italia diversa, in cui un microfono acceso in uno scantinato può fare tanto rumore quanto un’orchestra in prima serata.
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