Emanuela Fanelli, da attrice a conduttrice a Venezia: “L’ansia non mi ferma”

Dai David di Donatello al palco della Mostra del Cinema: l’attrice romana Emanuela Fanelli debutta come padrona di casa al Lido, tra emozione, coraggio e impegno civile.

Gloria Caruso
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La scrittura è una strada di cui seguire la rotta, per muoversi con determinazione tra fatti e parole. L’informazione vale solo se è fatta bene: con gli occhi attenti e la mente aperta.
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Carismatica, spontanea, con un’ironia che conquista e una sensibilità capace di lasciare il segno, Emanuela Fanelli si prepara a un nuovo debutto: come riporta l’Ansa, sarà lei a condurre le serate inaugurali e finali della 82ª Mostra del Cinema di Venezia.

Un ruolo che segna un ulteriore traguardo in una carriera in rapida ascesa, dopo i due David di Donatello conquistati in due anni consecutivi. La Fanelli non nasconde l’emozione e l’ansia, ma sceglie di affrontare questa sfida con la sua cifra autentica: non farsi mai guidare dalla paura.

La presenza di Emanuela Fanelli alla Mostra del Cinema rappresenta la consacrazione di un’artista che ha fatto della sincerità il suo marchio di fabbrica. Il suo percorso, nato fuori dai riflettori, testimonia che talento e coraggio possono trasformarsi in una delle voci più interessanti del cinema italiano.

Emanuela Fanelli, un talento in continua crescita

Emanuela Fanelli e Valerio Lundini.

Classe 1986, romana, Emanuela Fanelli è riuscita a costruirsi uno spazio unico nel panorama cinematografico italiano. Dal dramma alla commedia, ha mostrato di sapersi muovere con naturalezza in registri diversi. Il debutto al cinema risale a dieci anni fa, con “Non essere cattivo” di Claudio Caligari. All’epoca Fanelli lavorava come maestra d’asilo e scriveva testi che portava in scena nei centri sociali e nei piccoli teatri off.

La svolta definitiva è arrivata con “Una pezza di Lundini” nel 2020, programma comico e satirico che le ha dato visibilità nazionale. Da lì, una carriera in accelerazione: cinema d’autore, commedie di successo e ora il palcoscenico di Venezia.

Nel 2023 ha conquistato il David di Donatello per “Siccità” di Paolo Virzì, mentre l’anno successivo è stata premiata per l’interpretazione in “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi. Due riconoscimenti che hanno acceso i riflettori su di lei, confermando un talento che non ha paura di sorprendere.

Dopo la parentesi veneziana, Fanelli tornerà sugli schermi con la nuova stagione di “Call my agent – Italia”, in arrivo su Sky, e altri progetti che non può ancora svelare. Nel frattempo si gode il successo di “FolleMente” di Paolo Genovese, che ha confermato la sua versatilità nel raccontare storie corali e contemporanee.

Le parole della conduttrice

Alla Mostra del Cinema di Venezia il ruolo non si chiama più “madrina”: si parla di conduzione. Un cambio che Fanelli accoglie con naturalezza:

Quando me l’hanno proposto, mi hanno semplicemente detto “noi vogliamo te, il tuo modo di vedere le cose”.

Ovviamente io cercherò di unire un po’ il mio tono alla cerimonia ufficiale.

Il suo punto forte? Una combinazione di leggerezza e autenticità, qualità che hanno sempre contraddistinto la sua presenza sul palco e sul set. La Fanelli non nasconde l’agitazione: “Ho un’ansia che non hai idea”, confessa all’Ansa. Ma è proprio davanti al timore che ha scelto di non tirarsi indietro. Con una dichiarazione racconta la sua filosofia professionale e personale, quella trasformare le insicurezze in trampolini verso nuove esperienze:

La ragione che mi avrebbe portato a dire no era la paura, e io non voglio mai sia quella a determinare una mia scelta.

L’impegno e il pensiero su Gaza

La Mostra di Venezia di quest’anno non sarà solo un evento cinematografico, ma anche un luogo di riflessione. Attorno al Lido si stanno concentrando voci e mobilitazioni per Gaza, con il gruppo Venice4Palestine che chiede attenzione sul tema. La Fanelli non resta indifferente, dichiarandosi “totalmente a favore sull’attirare l’attenzione su quanto sta succedendo”.

Eppure, la conduttrice chiarisce la sua scelta di non inserire un riferimento al tema in un breve intervento: a suo avviso, poche frasi rischierebbero di apparire retoriche e fuori luogo. Un’attrice elegante sul palco non sarebbe la voce giusta per affrontare una questione tanto complessa, che andrebbe invece raccontata da professionisti. Una posizione che rivela consapevolezza e rispetto per la delicatezza del momento.

Leggi anche: Festival del Cinema di Venezia 2025: tutti i film in corsa per il Leone d’Oro

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