Si è spento lo scorso 8 ottobre, a 88 anni, Paolo Bonacelli, attore italiano dalla lunga carriera nel mondo del cinema, della televisione e del teatro. A dare la notizia, come riporta Tgcom24, è stata la moglie Cecilia Zingaro.
L’interprete era da tempo ricoverato presso l’Ospedale San Filippo Neri di Roma. Bonacelli ha attraversato la storia del cinema italiano e internazionale, lavorando tra le altre cose anche a teatro e in televisione.
Tra i film di maggiore successo in cui l’attore ha recitato ricordiamo Non ci resta che piangere, Johnny Stecchino, Fuga di mezzanotte. Dei registi con cui ha collaborato, invece, Bolognini, Rosi, Antonioni, Troisi, Cavani e Benigni.
Chi era Paolo Bonacelli
Paolo Bonacelli, come fa sapere Il Post, è nato a Civita Castellana, in provincia di Viterbo, il 28 febbraio 1937. Diplomato all’Accademia d’arte drammatica di Roma, ha recitato in numerose rappresentazioni teatrali e film sia cinematografici che televisivi.
La sua lunga carriera ha attraversato tutta la storia del cinema italiano e internazionale, dagli anni Sessanta fino al 2025. Il debutto, infatti è arrivato nel 1962, quando l’attore ha lavorato per Vittorio Gassman in Questa sera si recita a soggetto, opera teatrale scritta da Luigi Pirandello.
È apparsa fin da subito evidente la bravura di Bonacelli, che negli anni ha collaborato con registi del calibro di Mauro Bolognini, Francesco Rosi, Michelangelo Antonioni, Massimo Troisi, Liliana Cavani e Roberto Benigni.
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Carriera di Paolo Bonacelli

La carriera di Paolo Bonacelli si è articolata tra cinema, teatro e televisione. Per quanto riguarda il primo ambito, si ricordano le sue interpretazioni in Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pasolini, per cui ha ricevuto la Targa Mario Gromo, L’eredità Ferramonti di Bolognini, Cristo si è fermato a Eboli di Rosi, Il mistero di Oberwald di Antonioni, Francesco di Cavani.
Si aggiungono, poi, i ruoli di Leonardo da Vinci in Non ci resta che piangere di Troisi e Benigni, e quello dell’avvocato siciliano in Johnny Stecchino, sempre di Benigni, con cui ha vinto il Ciak d’oro e il Nastro d’argento. Non solo lavori italiani per l’attore, ma anche internazionali, come la parte del detenuto Rifki in Fuga di mezzanotte, di Alan Parker.
Rispetto all’ambiente teatrale, in cui è iniziata la carriera da attore di Bonacelli, si citano le sue partecipazioni in Questa sera si recita a soggetto per la regia di Vittorio Gassman, Il diavolo e il buon Dio di Squarzina, Sogno di Oblomov di Navello, Il ratto di Proserpina di De Monticelli, Terra di nessuno di Pinter, Mandragola di De Monticelli, Enrico IV e Il malato immaginario. Con Carlotta Barilli, poi, ha fondato la Compagnia del Porcospino.
In televisione, infine, ha raggiunto la notorietà grazie a sceneggiati come Madame Bovary di Daniele D’Anza, Festa di Capodanno di Piero Schivazappa, I promessi sposi di Salvatore Nocita. Tutte le sue interpretazioni sono valse a Bonacelli numerosi riconoscimenti.
Nel 2008, per esempio, l’attore ha ricevuto il Premio Gassman alla carriera, tre anni più tardi il 54º Premio Renato Simoni per la Fedeltà al Teatro di Prosa. Il 7 dicembre 2019, invece, si è aggiudicato il Premio Vincenzo Crocitti International Alla Carriera.
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La scomparsa
Paolo Bonacelli è scomparso la sera dell’8 ottobre presso l’Ospedale San Filippo Neri di Roma, all’età di 88 anni. L’attore lascia un grande vuoto nel mondo del cinema e del teatro italiano, che lo ricorderà sempre per la sua naturalezza nell’interpretare ogni tipo di personaggio.
Non solo versatile, ma anche ironico. In varie interviste, infatti, Bonacelli amava scherzare così sulla collaborazione con Alan Parker: “Tutta la mia fortuna sta negli occhi verdi. Senza quelli Alan Parker non avrebbe mai preso un italiano per fare il turco in “Fuga di mezzanotte” e a Hollywood non ci sarei mai nemmeno passato. Non che mi interessasse tanto, ma pagavano bene!“.
La sua, quindi, è stata una carriera ricca di esperienze e successi, alla base della quale non vi era uno studio morboso del personaggio da interpretare. Piuttosto, Bonacelli si impegnava a leggere e interpretare i copioni, per dare un senso al testo e alla scena.