Addio a Lea Massari, interprete elegante e drammatica per registi come Sergio Leone o Dino Risi. A dare la notizia della scomparsa è stato Il Messaggero, dopo il funerale dell’attrice.
Da più di 30 anni Massari si era ritirata dalle scene. La discrezione l’ha accompagnata fino alla fine, come dimostrato dal funerale in forma privata nella cattedrale di Sutri.
Chi era Lea Massari
Anna Maria Massatani è nata a Roma il 30 giugno 1933 e, come lei stessa raccontò in una vecchia intervista: “Sono venuta alla luce nel quartiere di Monteverde Vecchio e sono cresciuta tra Prati e Parioli, quando era ancora campagna“.
Per il lavoro del padre, ingegnere, l’attrice è cresciuta tra Spagna, Francia e Svizzera. Una volta tornata a Roma, ha studiato Architettura e nel frattempo, per mantenersi, ha lavorato come indossatrice e ha collaborato con lo scenografo e costumista Piero Gherardi.
È proprio grazie a quest’ultimo che Massanti si è avvicinata al mondo del cinema. Nel 1954, quindi, ha ottenuto il suo primo ruolo cinematografico in Proibito, film di Mario Monicelli, con la partecipazione di Mel Ferrer e Amedeo Nazzari.
Questo è il momento in cui l’attrice ha acquisito il nome d’arte Lea, in memoria del fidanzato Leo che avrebbe dovuto sposare, ma che è tragicamente scomparso prima delle nozze, a causa di un incidente.
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I ruoli cinematografici

Il primo ruolo cinematografico che le ha garantito la notorietà è stato il personaggio della giovane sposa nel film del 1957 I sogni nel cassetto, diretto da Renato Castellani. Si aggiungono, poi, nel 1960, L’avventura, in cui interpreta Anna, accanto a Monica Vitti, e La giornata balorda, di Mauro Bolognini.
L’anno seguente, Massari ha vestito i panni di Elena Pavinato, accanto ad Alberto Sordi, in Una vita difficile, di Dino Risi. Sempre nel 1961, l’attrice ha lavorato per Sergio Leone ne Il colosso di Rodi, interpretando Diala, figlia dell’autore della statua.
Altri film in cui Massari è comparsa sono Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy, del 1962, Le soldatesse di Valerio Zurlini, del 1965. Per il cinema straniero, invece, si ricordano i ruoli in La città prigioniera di Joseph Anthony, del 1962, I cavalieri della vendetta di Carlos Saura, dell’anno seguente, L’amante di Claude Sautet, del 1970, Soffio al cuore di Louis Malle, del 1971.
Nonostante fosse dotata di grande profondità espressiva e drammaticità attoriale, negli anni Ottanta le interpretazioni di Massari hanno iniziato a diminuire. Di quegli anni sono le apparizioni in Il settimo bersaglio di Claude Pinoteau, del 1984, e Segreti segreti di Giuseppe Bertolucci, dell’anno successivo. La sua ultima apparizione cinematografica risale al 1990, nel film Viaggio d’amore di Ottavio Fabbri.
Nella sua carriera, Lea Massari ha vinto un David di Donatello come migliore attrice per le sue interpretazioni in Una vita difficile di Dino Risi e ne I sogni muoiono all’alba, e due volte il Nastro d’Argento come migliore attrice non protagonista per La prima notte di quiete e Cristo si è fermato a Eboli.
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Il teatro e la tv
Oltre al cinema, nella carriera di Lea Massari ci sono state anche apparizioni teatrali. Nel 1960, l’attrice ha debuttato con Due sull’altalena di William Gibson e diretto Arnoldo Foà.
Da nominare, poi, Il cerchio di gesso del Caucaso di Bertolt Brecht, con la regia di Luigi Squarzina e Sarah Barnum di John Murrell, diretto da Georges Wilson. Infine, con Rugantino di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, nel 1962, Massari ha avuto la possibilità di recitare accanto a Nino Manfredi, Aldo Fabrizi e Bice Valori.
In televisione, invece, è stata la Monaca di Monza ne I promessi Sposi, Agrafena Aleksandrovna in I fratelli Karamazov e la protagonista di Anna Karenina. Grazie a quest’ultima interpretazione Massari ha partecipato come giudice al Festival di Cannes nel 1975.
Il ritiro dalle scene e la scomparsa
Nella seconda metà degli anni Ottanta, Lea Massari si è ritirata a vita privata, insieme al marito Carlo Bianchini, ex pilota di Alitalia. La coppia si è separata nel 2004 e da allora l’attrice si è dedicata a numerose campagne per la difesa degli animali e contro la vivisezione.
Massari, dunque, ha sostenuto vari canili, è stata attivista della Lega per l’abolizione della caccia e ha scelto di non mangiare più la carne. L’attrice aveva spiegato il perché di tale vicinanza al mondo degli animali in un’intervista:
Mio padre era un cacciatore e anch’io, da giovane, sparavo – sparavo anche bene.
Mentre giravo Le soldatesse di Zurlini in Jugoslavia, mi venne a trovare mio marito e andammo a caccia con due amici.
Insomma, loro avevano preso tre lepri, io niente… a fine giornata ero così frustrata che sentii un fruscio e sparai al volo senza pensare.
Era un cucciolo di lepre e mi è morto in braccio: conservo ancora la giacca macchiata di sangue.
Da allora ho giurato di smettere con la caccia.
Ma gli animali li avevo sempre amati, fin da bambina, quando andavo a portare da bere ai cani da caccia di mio padre.
Lea Massari si è spenta a 91 anni a Roma. Fino alla fine ha mantenuto la propria riservatezza, tanto che la notizia della morte è stata diffusa da Il Messaggero dopo il funerale.
La cerimonia si è tenuta in forma privata presso la cattedrale di Sutri, in provincia di Viterbo. Successivamente, è avvenuta la sepoltura nel cimitero comunale, dove la famiglia dell’attrice possiede una cappella.