Enrico Lucherini non era solo un addetto stampa: era un artista del racconto, un regista dell’immaginario, un attore dietro le quinte che sapeva trasformare ogni aneddoto in notizia.
Si è spento a Roma, il giorno prima del suo 93° compleanno, lasciando un’eredità vivace e indelebile nel mondo dello spettacolo italiano.
L’uomo che sapeva inventare la celebrità
Enrico Lucherini ha fatto del suo mestiere un’arte. Nato nel 1931, il suo percorso è cominciato con una passione per il cinema che lo ha accompagnato sin dall’adolescenza: ritagliava le recensioni dei film e sognava i riflettori.
Ma fu la realtà, e non la fantasia, a premiarlo con un ruolo di protagonista nel mondo del cinema, anche se dietro le quinte.
Dopo aver abbandonato gli studi in medicina, decise di inseguire la sua vera vocazione: la comunicazione. Fu proprio durante una tournée teatrale in Sud America che, quasi per caso, cominciò la carriera che lo avrebbe reso famoso, organizzando la conferenza stampa della compagnia teatrale. Da quel momento, non si fermò più.
Le “lucherinate”: quando il marketing diventa spettacolo
Non bastava promuovere un film, bisognava farlo vivere. Così nacquero le “lucherinate”: provocazioni mediatiche create ad arte per far parlare di sé.
Una delle più celebri risale al 1959: durante le riprese de La Notte Brava di Mauro Bolognini, fece buttare l’intero cast vestito nella piscina. I fotografi immortalarono l’“incidente” e il film ottenne una visibilità immediata.
Le lucherinate sono finite nei dizionari e nei manuali di comunicazione, come esempio perfetto di come si costruisce una notizia spettacolare, senza rinunciare al gusto e alla creatività. Tutto questo, sempre con ironia e intelligenza.
Un uomo di spettacolo, nel cuore e nella mente

Enrico Lucherini amava definirsi “una canaglia adorabile”, capace di fare tutto, purché se ne parlasse — come recitava il titolo del libro e della mostra celebrativa a lui dedicati.
Lo spettacolo lo aveva nel sangue. E anche quando confessava di essere un pessimo attore, trovava sempre un modo per restare al centro della scena.
Non c’era star che non volesse lavorare con lui: Sophia Loren, Claudia Cardinale, Totò, Monica Vitti, Richard Burton, Gina Lollobrigida. Tutti, almeno una volta, sono passati dal suo salotto romano ai Parioli, diventato leggendario tanto quanto le sue feste sul lettone matrimoniale in mezzo al salotto.
I dietro le quinte che hanno fatto la storia
Enrico Lucherini ha segnato il costume italiano con trovate geniali e racconti fulminanti. A Laurent Terzieff fece dire di essere malato terminale per attirare l’attenzione di Oriana Fallaci; a Sophia Loren “regalò” la foto-simbolo della Ciociaria con un finto sasso in mano.
Ha inventato storie d’amore tra attori che non si erano mai incontrati, ha fatto litigare dive davanti alla stampa, ha trasformato il cinema in una scena continua, dentro e fuori dallo schermo.
Eppure, sapeva anche riconoscere i limiti del mestiere, dichiarando con malinconia:
Tutto è cambiato.
I social network fanno avvicinare gli attori e tu finisci per non parlarci più.
Un addio colorato, come la sua vita
Alla soglia degli 80 anni decise di ritirarsi, non perché fosse stanco, ma perché “non si divertiva più”.
La sua vita è stata una lunga performance, un atto di amore verso il cinema, gli attori e il pubblico. Ironico fino alla fine, Giuseppe Tornatore gli dedicò una frase che resterà nella memoria: “L’Alzheimer? A te quando ti vede scappa”.
L’ultima lucherinata: vivere per essere ricordato
Enrico Lucherini lascia molto più di un mestiere reinventato. Ha creato un modo nuovo di comunicare, giocando con le regole ma senza mai perdere autenticità e passione. In un mondo dove tutto è cronaca, lui ha fatto della cronaca uno spettacolo.
Il cinema italiano perde una delle sue voci più originali, ma la sua eredità continuerà a vivere in ogni notizia scritta con un pizzico di ironia, in ogni foto scattata con un retroscena da raccontare, in ogni attore che grazie a lui ha imparato che apparire può essere un’arte.
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