Test vaccini, cos’è l’effetto nocebo scatenante il 76% delle reazioni avverse

L'effetto nocebo si ha quando dopo aver preso una sostanza placebo si subiscono ugualmente le conseguenze negative. Ciò si è verificato anche nei test sui vacini anti-Covid.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Alcuni soggetti sottoposti ai test sui vaccini anti-Covid che hanno ricevuto il placebo avrebbero subito delle reazioni avverse, chiamate effetto nocebo.

Questo quanto sostenuto dagli scienziati della Harvard Medical School che negli Stati Uniti hanno analizzato i dati relativi a 12 trial clinici sui vaccini Covid. Secondo i ricercatori l’effetto nocebo è responsabile del 76% delle reazioni avverse che si sono verificate dopo la prima dose e il 52% dopo la seconda dose.

I risultati degli studi sono stati pubblicati sulla rivista Jama Network Open.

Cos’è l’effetto nocebo

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L’effetto nocebo si riferisce agli effetti collaterali associati ad una sostanza che non è in grado di produrre conseguenze, il contrario dell’effetto placebo che ci fa sperimentare effetti positivi di una terapia solo perché pensiamo di assumerla. Nei trial gli effetti come mal di testa, stanchezza, affaticamento, dolore al braccio non sono da attribuire al vaccino ma dall’effetto nocebo. Al posto del vaccino infatti è stata inoculata della semplice soluzione salina.

Ted Kaptchuk, professore alla Harvard Medical School e autore dello studio, ha dichiarato:

Dire ai pazienti che la somministrazione del vaccino ha effetti collaterali simili a quelli prodotti dal placebo nei trial riduce l’ansia e induce i pazienti a prendersi del tempo per valutare gli effetti stessi.

Qual è la causa dell’effetto nocebo

Il manifestarsi delle reazioni avverse in seguito all’inoculazione del placebo può essere dovuta all’ansia o a una possibile aspettativa.

Inoltre secondo gli studiosi le persone potrebbero attribuire erroneamente al vaccino certe sensazioni o avere la soglia di attenzione più alta. Di conseguenza i pazienti dovrebbero conoscere le conseguenze dell’effetto placebo/nocebo così che l’esitazione sulla possibile somministrazione del vaccino possa calare.

Leggi anche: Quarta dose, lo studio: “Non fornisce protezione”. Ecco chi dovrebbe farla

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