Andrea Scotti, un paziente paraplegico di 34 anni torna a camminare dopo quattro anni grazie a una cura innovativa. Appassionato di montagna ed ex rocciatore, il suo caso clinico è oggi considerato unico al mondo. A occuparsene è il gruppo di medici, fisioterapisti e ricercatori del MINE Lab, nato da una collaborazione tra l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
La ripresa di Andrea è stata possibile grazie a una serie di percorsi di stimolazione e riabilitazione rivoluzionari e all’impianto chirurgico di un neurostimolatore midollare nella zona epidurale, che hanno rafforzato la tonicità muscolare, l’autonomia nel cammino e la precisione dei movimenti.
La storia di Andrea e una nuova speranza di cura
Quattro anni fa, a causa di un incidente sul lavoro, Andrea Sacchi rimane paralizzato. La diagnosi è quella di una lesione definita “incompleta”, con danni sia al cono midollare che ai nervi che lo collegano alle gambe. Nonostante due cicli intensivi di fisioterapia, non riesce più né a muoversi né a reggersi in piedi. Per lui, però, c’è una seconda possibilità: viene incluso nello studio sperimentale Neuro-SCS-001, che gli ha permesso di riprendere lentamente a camminare.
Il professore Pietro Mortini, Ordinario di Neurochirurgia UniSR e Direttore dell’Unità Operativa di Neurochirurgia e Radiochirurgia Stereotassica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, afferma a proposito della terapia:
Abbiamo impiantato un sistema di stimolazione midollare con 32 elettrodi.
La stimolazione, una volta attivata, ha consentito di riaccendere alcuni circuiti nervosi residui, in particolare quelli che controllano i muscoli del tronco e i flessori dell’anca, essenziali per il recupero della postura e della camminata.
Dopo una fase iniziale di calibrazione, il paziente ha seguito un programma riabilitativo innovativo che integra esercizi in ambiente di realtà virtuale, utilizzando feedback sensoriali e motori.
Dopo il percorso di riabilitazione rivoluzionario, i miglioramenti di Andrea sono stati sorprendenti. Come spiega Daniele Emedoli, fisioterapista ricercatore dell’Unità di Riabilitazione disturbi neurologici-cognitivi-motori del San Raffaele:
Il paziente ha manifestato un incremento significativo dell’escursione articolare dell’anca, con un conseguente potenziamento della mobilità degli arti inferiori.
inoltre, ha migliorato il controllo posturale del tronco in posizione seduta, permettendo lo spostamento del baricentro senza perdita di equilibrio.
infine, si è osservato un ampliamento dell’angolo di flessione del tronco, riscontrabile esclusivamente con lo stimolatore attivo.
Anche Luigi Albano, neurochirurgo e ricercatore dell’IRCCS di Milano, nonché primo autore della ricerca Neuro-SCS-001, dichiara:
Con questo case study, abbiamo dimostrato, per la prima volta, l’efficacia dell’Ees stimolazione elettrica epidurale coadiuvata dalla riabilitazione nel ripristinare le funzioni motorie degli arti inferiori in un paziente affetto da paraplegia a causa di una lesione grave estesa al cono midollare, consentendogli di raggiungere la stazione eretta e di deambulare per brevi distanze.
Oltre al recupero motorio, la stimolazione ha determinato un miglioramento clinicamente rilevante del dolore neuropatico e della qualità della vita complessiva del paziente.
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Come sta oggi Andrea?

Con il tempo, Andrea ha compiuto progressi costanti nel muoversi autonomamente per brevi distanze. Dai primi esercizi sul tapis roulant con supporti per alleggerire il peso corporeo, è riuscito gradualmente a camminare utilizzando un deambulatore e dei tutori.
Al momento delle dimissioni dall’ospedale, è riuscito a coprire 58 metri in sei minuti e a completare il test dei 10 metri in poco più di 40 secondi. A sei mesi dall’intervento è ingrado di percorrere un chilometro da solo, con l’unico aiuto del deambulatore e dei tutori. Il 4 maggio scorso, prende parte alla celebre corsa benefica “Wings For Life World Run” e adesso cammina in autonomia per due chilometri. Niente male per un ex rocciatore come lui. Dell’operazione racconta:
Sapevo già che magari non ci sarebbe stato un gran recupero.
Però, ora lo posso dire: mi hanno ridato la possibilità di poter camminare con degli ausili, cioè i tutori e il girello. Non ricordavo di essere così alto. Da seduto, vedi il mondo da un metro e venti.
Ogni tanto vado ancora a fare il rocciatore in sedia a rotelle. Quando Fisip, la Federazione italiana sport invernali paralimpici, mette a disposizione i raduni io vado con tutta la nazionale.
Spero che gli allenamenti diano i loro frutti e che mi chiamino. Vediamo.
È questione di carattere, determinazione, voglia di fare e di mettersi in gioco.
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