Doppio trapianto, mamma salva la figlia donandole parte di fegato: “È il primo caso in Italia”

Per la prima volta una bimba di 6 mesi è stata salvata con il trapianto di una parte di fegato donato dalla mamma e l'autotrapianto di vena giugulare, nella Città della Salute e della Scienza di Torino.

Lorenzo Eugeni
Lorenzo Eugeni
Curioso, interessato alle innovazioni in ogni campo e da sempre attento al mondo dell'attualità.
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Una bimba di sei mesi è stata salvata grazie al trapianto di una parte di fegato donato dalla mamma. La piccola era affetta da una rara malformazione delle vie biliari, e solo grazie a questo delicato e complicato intervento si è potuta salvare.

La mamma è stata dimessa dopo sei giorni e la ripresa funzionale del fegato trapiantato nella bimba viene definita “ottimale” dai sanitari, al punto che ha già iniziato la fase di riabilitazione nutrizionale.

L’eccezionale intervento, durato tredici ore, è stato condotto “per la prima volta”, come sostenuto dalla Città della Salute e della Scienza di Torino, dall’équipe del professor Renato Romagnoli.

Perché è stato necessario l’intervento al fegato?

Nata a fine dicembre 2024, ad aprile la bambina è arrivata al Pronto soccorso dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino in preda ad uno scompenso epatico con un ittero severo e liquido nell’addome.

Subito ricoverata e presa in carico dai gastroenterologi pediatrici diretti dal dottor Pierluigi Calvo, era apparsa da subito in condizioni cliniche talmente compromesse da non poter essere sottoposta ad alcun intervento chirurgico a scopo riparativo.

È quindi stata inserita nella lista d’attesa per trapianto di fegato pediatrico ma, in assenza di offerte di organi, le condizioni del fegato si sono aggravate, con ricovero in ospedale per un’insufficienza epatica così grave da non lasciare più alcuna speranza di sopravvivenza anche a breve termine.

È stato allora che la mamma 32enne ha proposto di donare parte del suo fegato per cercare di salvare sua figlia.

Dall’operazione alla riabilitazione

Mamma e figlia sono state prese in carico dai professionisti delle Molinette di Torino.

Portati a termine gli accertamenti di idoneità, e ottenuta l’autorizzazione del Tribunale di Torino e del Centro Nazionale Trapianti di Roma attraverso il lavoro di coordinamento del Centro Regionale Trapianti (diretto dal dottor Federico Genzano), due settimane fa è stato effettuato l’intervento al Centro Trapianto Fegato delle Molinette di Torino.

Durante le 13 ore di sala operatoria, si sono avvicendati nei turni numerosi infermieri ed operatori socio-sanitari esperti nel trapianto di fegato, mentre i Laboratori analisi e la Banca del sangue si sono attivati a supporto delle necessità degli interventi in corso.

Come precedentemente affermato, l’intervento ha consistito nel trapianto di una parte di fegato, donato dalla madre, e nell’auto-trapianto della vena porta, il tronco venoso che raccoglie il sangue dall’apparato digerente e lo trasporta al fegato, rimpiazzata dalla vena giugulare prelevata dal collo della bimba stessa.

Il decorso post-operatorio è stato regolare per entrambe le pazienti e la mamma ha fatto rientro a casa dopo soli 6 giorni dall’intervento. La ripresa funzionale del fegato trapiantato nella figlia è stata ottimale e le condizioni generali della bimba sono migliorate in modo straordinariamente rapido.

Infatti, a sole due settimane dal trapianto, la piccola è stata trasferita all’ospedale infantile Regina Margherita per la fase di riabilitazione nutrizionale a cura del Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino ospedale Regina Margherita, diretto dalla professoressa Franca Fagioli.

Una storia a lieto fine grazie all’eccellenza torinese

L’intervento eseguito dimostra l’eccellenza della Molinette di Torino, a proposito della quale Thomas Schael, commissario della Città della Salute di Torino, ha dichiarato:

Una storia a lieto fine che ancora una volta diventa esempio delle eccellenze della nostra Città della Salute e della Scienza, del valore dei nostri operatori e della collaborazione interdisciplinare imprescindibile tra i nostri presidi.

Mentre l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi, ha affermato:

il sistema trapianti della Regione Piemonte si conferma ai vertici italiani con un trapianto epatico pediatrico di eccezionale difficoltà tecnica.

Il grande gesto d’amore della mamma, coniugata con l’eccellenza dei nostri professionisti sanitari ha reso possibile ciò che non lo sembrava essere più.

Anche per questo la Giunta regionale ha deciso di nominare il professor Romagnoli quale coordinatore del Centro regionale Trapianti Piemonte e Valle d’Aosta.

Leggi anche: Operata al cuore, a Roma inizia una nuova vita: “Voglio aiutare i bambini con malattie rare”

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