Dona il fegato all’amico per salvargli la vita: “Un dono impagabile, per sempre”

Alfredo e Gianmarco sono amici da 35 anni e hanno consolidato la loro amicizia con un gesto impagabile: il primo ha donato al secondo il proprio fegato, per salvargli la vita.

Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.
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L’amicizia di Alfredo Ercoli e Gianmarco Governatori dura da 35 anni, e adesso a legarli non è solo la vita passata insieme, ma anche il fegato. il primo, infatti, lo ha donato all’amico, compiendo un gesto dal valore inestimabile.

Gianmarco, affetto da epatocarcinoma, ha definito il gesto un qualcosa per cui non si sa come sdebitarsi. Un dono impagabile, per tutta la vita“. A farlo sapere è Il Resto del Carlino, che evidenzia anche come l’intervento sia stato condotto in maniera robotica.

Si tratta di una tecnica adottata prima d’ora solo a Seoul e Riyad, ma adesso sperimentata anche presso il Policlinico di Modena. Vediamo meglio come è stata eseguita l’operazione e come stanno i due amici.

Il trapianto di fegato

I protagonisti di questa storia sono Gianmarco Governatori, 53enne di Sant’Elpidio a Mare, e Alfredo Ercoli, 52enne di Civitanova Marche. Lo scorso giugno, come racconta Il Resto del Carlino, i due hanno consolidato un’amicizia di oltre 35 anni con un gesto incommentabile.

Alfredo, infatti, ha donato a Gianmarco, affetto da epatocarcinoma, il proprio fegato. Dopo i tentativi vani di donazioni da parte della moglie e della sorella del 53enne, è toccato agli amici prestare aiuto e Alfredo è risultato l’unico compatibile con Gianmarco.

L’intervento è stato condotto con approccio completamente robotico, sia per il donatore che per il ricevente, attraverso una tecnica finora adottata solo a Seoul e Riyad. Il primo caso in Occidente, quindi, vede come protagonisti il Policlinico di Modena, Alfredo e Gianmarco. Quest’ultimo ha commentato:

Quando ho scelto il policlinico di Modena per la robotica, perché è una tecnica meno invasiva, non sapevo ci fosse la possibilità della donazione.

D’altronde, a chi chiedere una cosa del genere?

Con Alfredo ci conosciamo da oltre 35 anni, attraverso il movimento dei Focolari.

Dei 6 amici disponibili alla donazione, la maggior parte provengono da lì.

Al policlinico, ho avuto modo di vedere la commozione degli operatori di fronte ad una così generosa risposta dei miei amici.

Leggi anche: Doppio trapianto, mamma salva la figlia donandole parte di fegato: “È il primo caso in Italia”

Il coronamento di un’amicizia

Il Resto del Carlino fa sapere che Alfredo è un donatore Avis e, quando ha scoperto di essere compatibile con il gruppo sanguigno di Gianmarco, non ci ha pensato due volte ad aiutarlo. L’amico, quindi, ha raccontato:

Nella donazione da vivente le verifiche sono continue e costanti.

In due mesi, hanno rivoltato Alfredo come un calzino.

E c’è un percorso psicologico (passando anche dal giudice) da affrontare: per me per verificare la volontà di procedere alla donazione da vivente; per il donatore, per confermare una scelta consapevole e senza costrizione.

Poi Alfredo ha scherzato: “La psicologa, vedendoci sempre scherzosi, ha chiesto se eravamo consapevoli di cosa andavamo incontro. Ma mica faccio come quello che lancia il sasso e nasconde la mano e poi, che facevamo? Gianmarco lo lasciavamo così? Sapevo che sarebbe stato in robotica, non ho conseguenze dell’intervento. E sapevo che il fegato sarebbe ricresciuto“. Il 53enne, invece, ha detto:

Il giorno prima dell’intervento, ad Alfredo dicono che doveva essere rimossa anche la cistifellea, ma non se ne era mai parlato.

Ho pensato che mi ero “giocato” il donatore perché, un conto che sai che ti tolgono un pezzo di fegato, tutt’altro che all’ultimo, ti tolgono anche un altro organo.

Ma lui ha risposto: “E che sarà mai, se l’è tolta pure mamma.

Quanta gente non ce l’ha più e vive ugualmente? Non succede niente”.

Questo è Alfredo.

Poi un appunto sulla fede e sul valore profondo dell’amicizia. Sempre Gianmarco, infatti, ha raccontato:

È stata il motore che ci ha legato fin dall’inizio, ma il rapporto umano è rimasto con Alfredo e con gli altri che si sono fatti avanti.

Si dice che siamo disposti a dare la vita per gli altri ma poi niente è scontato.

La nostra storia deve essere anche di speranza: ci sono ancora rapporti così.

Quello che ha fatto Alfredo per me è qualcosa per cui non si sa come sdebitarsi.

Un dono impagabile, per tutta la vita.

Leggi anche: Doppio trapianto per due gemelli al fegato e rene, la mamma: “Dopo tanta paura oggi stanno bene”

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