Dietro ogni grande uomo c’è spesso una figura discreta che ne custodisce i segreti, ne sostiene le fatiche e ne alleggerisce i giorni. Per Pippo Baudo, icona della televisione italiana scomparso il 16 agosto 2025, quella presenza preziosa è stata Dina Minna.
Non solo una segretaria, ma una compagna di viaggio professionale e personale che per 36 anni non lo ha mai lasciato solo.
Oggi, il suo nome è al centro delle cronache anche per il ruolo che Baudo le ha riconosciuto nel suo testamento: pari dignità con i suoi figli. Ma prima ancora dell’eredità, c’è una storia di lealtà, affetto e quotidiana dedizione.
Una vita professionale al servizio di un maestro della tv
Quando Dina Minna, oggi 54enne, iniziò a lavorare con Baudo negli anni ’80, non poteva immaginare che quel rapporto si sarebbe trasformato in un legame indissolubile.
Nel tempo non si è limitata a organizzare agende, rispondere a telefonate o gestire contratti: ha costruito con lui un rapporto di fiducia totale.
Secondo le testimonianze di colleghi e amici, era lei il filtro attraverso cui passava ogni comunicazione. Perfino Katia Ricciarelli, ex moglie del conduttore, raccontò come per parlare con Pippo dovesse passare da Dina.
Oltre il lavoro: la cura quotidiana

Con il passare degli anni, il ruolo di Dina andò ben oltre l’attività di assistente. Dopo il ritiro dal piccolo schermo, seguiva con attenzione le terapie farmacologiche del conduttore e lo affiancava nelle giornate scandite da visite mediche e piccoli gesti di routine. Non vivevano insieme, ma ogni mattina Dina era da lui per ricordargli le medicine.
È stata al suo fianco anche nell’ultimo giorno e, dopo la scomparsa, ha preso sulle proprie spalle l’organizzazione delle esequie, dall’allestimento della camera ardente a Roma fino ai funerali a Militello, terra natale di Baudo.
Pippo Baudo: “Con lei mi sento protetto”
In una delle sue ultime interviste, rilasciata nel 2020 al programma L’Ora Solare, Baudo parlò di lei con parole che oggi suonano come una dichiarazione d’amore filiale:
Mi cura, mi consiglia, mi rassicura.
Mi sento protetto da lei.
È molto più giovane di me, eppure, davanti a lei, mi sento come un bambino.
Non era semplice riconoscenza lavorativa, ma la consapevolezza di avere accanto una persona capace di proteggerlo e alleggerirgli il peso degli anni. Non sorprende, quindi, che Dina abbia descritto la sua perdita con parole struggenti: “Ho perso un padre.”
L’eredità: un gesto che parla d’affetto
Il testamento aperto nello studio notarile di Bracciano ha confermato quanto fosse forte quel legame. L’eredità di Baudo, stimata attorno ai 10 milioni di euro tra compensi, diritti televisivi e numerose proprietà, è stata divisa in parti uguali tra i figli Tiziana e Alessandro e la sua assistente storica.
A Dina sono stati intestati due appartamenti a Roma, segno tangibile della fiducia e dell’affetto che il conduttore nutriva per lei.
Non è mancato neppure un pensiero a opere benefiche, a conferma di un uomo che non dimenticò mai di restituire al prossimo parte della sua fortuna.
Le proprietà e il patrimonio del “signore della tv”
L’eredità di Baudo non si limita al valore simbolico. Comprende terreni a Fiano Romano, appezzamenti a Noto e Siracusa, oltre a cinque abitazioni nella Capitale, una delle quali nella prestigiosa zona Prati.
A Catania e provincia era inoltre socio in due imprese di costruzioni. Un patrimonio frutto di decenni di successi televisivi, tra Sanremo, programmi storici e diritti d’immagine.
I ricordi e le parole verso Dina
Non tutti hanno accolto con serenità il posto speciale riservato a Dina. L’ex moglie Katia Ricciarelli, ad esempio, in passato aveva espresso risentimento:
Le aveva anche intestato due appartamenti a Roma.
Gli chiesi perché e mi rispose che era buona e gli stava vicino.
Questo fa capire tutto.
Ma proprio quelle parole, seppur amare, rivelano l’essenza del legame: non una scelta di convenienza, bensì la gratitudine verso chi non lo ha mai abbandonato.
Più di un’eredità, un testamento d’amore
Il lascito di Pippo Baudo a Dina Minna non è solo economico. È il riconoscimento pubblico di una presenza silenziosa, discreta e al tempo stesso indispensabile.
In un mondo in cui spesso si celebrano solo i protagonisti, la storia di Dina ricorda l’importanza di chi resta nell’ombra, offrendo sostegno e dedizione senza chiedere nulla in cambio.
Più che una segretaria, più che un’assistente: per Baudo era davvero una figlia. E questo, più ancora dei milioni lasciati in eredità, resterà il vero tesoro di una vita condivisa.
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