La storia di Domenica Canna richiama quella di Frank Morris e dei fratelli Anglin, evasi dalla prigione di massima sicurezza di Alcatraz, negli anni Sessanta. La psicologa aquilana, infatti, ha lasciato l’isola, per raggiungere a nuoto San Francisco.
L’impresa è stata compiuta dopo una serie di spiacevoli eventi accaduti nella vita della donna, che non si è lasciata però abbattere e ha continuato a coltivare le proprie passioni, prima fra tutte il nuoto.
La storia di Domenica Canna
Domenica Canna ha 52 anni, è una psicologa ed è originaria de L’Aquila. Come riportato da La Repubblica, la donna ha dovuto affrontare, in passato, un tumore al seno e un aneurisma, che l’hanno portata ad allontanarsi da ogni tipo di svago:
L’anno del terremoto all’Aquila ho dovuto interrompere qualsiasi attività per curare un tumore che, se non preso in tempo, sarebbe stato pericoloso.
Sono stata seguita dal senologo Alberto Bafile, con il supporto a distanza di Umberto Veronesi, e dall’associazione L’Aquila per la Vita, che mi ha dato gli strumenti per guardare avanti.
Poi è arrivato anche un aneurisma, e un’altra operazione delicata.
Convivere con la paura non è facile ma ho imparato a non dare nulla per scontato e a coltivare le mie passioni.
Tra le grandi passioni della psicologa abruzzese rientra sicuramente il nuoto, che, dopo aver ricevuto il via libera da parte dei medici, è diventato una delle principali attività che hanno tenuto vivo il suo spirito.
Tant’è che lo scorso anno Canna si è cimentata nella traversata dello Stretto di Messina: “Nuoto da una vita ma quella è stata la mia prima vera prova in mare. Ho impiegato un’ora e sedici minuti: non cercavo il tempo, ma la resistenza“.
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Le imprese passate e presenti

Oltre ad aver attraversato a nuoto lo Stretto di Messina, Domenica Canna si è cimentata, nel 2023, nel raggiungimento del Campo base dell’Everest, portando con sé per tutto il tragitto il cartello: “Coppito (L’Aquila) c’è“.
La 52enne ha scalato, poi, la Guglia di Cala Goloritzé, in Sardegna, in nome dell’amico e guida Emilio Ciammetti, scomparso in un incidente. Infine, quando quest’anno è arrivata a San Francisco, il primo pensiero è stato rivolto a Frank Morris e ai fratelli Anglin, che nel 1962 sono evasi dalla prigione di massima sicurezza Alcatraz.
Ecco, quindi, che è nata l’idea di nuotare da Alcatraz a San Francisco, richiamando la fuga dei tre evasi degli anni Sessanta. Sui social Canna ha scritto: “All’arrivo a San Francisco ho pensato che Frank Morris e i fratelli Anglin, la cui storia mi ha sempre preso, ce l’avessero fatta a raggiungere la terraferma. E, nel mio piccolo, pure io“.
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La traversata negli Stati Uniti
Domenica Canna ha raccontato l’impresa compiuta a ilcapoluogo.it, sottolineando quelle che sono state le emozioni provate in acqua e una volta raggiunta la terraferma. Ecco le sue dichiarazioni:
Da sempre, Alcatraz ha rappresentato nel mio immaginario un contrasto tra curiosità e timori.
Sono sempre rimasta affascinata dalla fuga di Frank Morris e dei fratelli Anglin dal carcere di massima sicurezza, considerandoli dei geni per il modo in cui la progettarono e la realizzarono.
Nel 2018, quando con la mia famiglia visitai Alcatraz, mi balenó l’idea di attraversarla a nuoto.
Oggi ho potuto farlo.
Ho trovato la traversata molto difficile con la corrente a sfavore sino alla fine del percorso, la temperatura dell’acqua glaciale, ma la muta fortunatamente mi ha consentito di sopportarla.
Un ambiente marino ostile e poco invitante, un cielo di opprimente cupezza.
Inoltre, la mia paura atavica degli squali ha condizionato tutta la nuotata.
La notte poi avevo dormito pochissimo, anche a causa del lungo fuso orario.
Per un breve tratto mi sono fatta supportare da una barca.
Eppure, tra apprensione, acqua gelida e paura degli squali, Domenica Canna è riuscita nel suo obiettivo, che va ben oltre la traversata. La psicologa, infatti, ha dimostrato che non è una malattia a definire la persona e che, soprattutto, se ci si riesce, bisogna reagire con coraggio e determinazione.