Lia è la figlia di Renzo Piano, uno dei più influenti architetti italiani e del mondo. Dirige la Fondazione che porta il nome del padre ed è da poco tornata in libreria con “L’arte di perdersi”, in cui oltre ai ricordi d’infanzia nell’immensa villa di Genova, ai temi paterni emerge forte la malattia della madre, la documentarista Magda Arduino, da poco scomparsa. Nel testo non si accenna espressamente all’Alzheimer, anche se lo si intravede descritto nei racconti della figlia. A tal proposito ne parla così in un’intervista al Corriere della Sera:
La malattia ha colpito in mia madre il suo organo più bello e veloce: il cervello.
L’Alzheimer è una rapina: ti deruba, toglie lucidità, intelligenza, memoria, dignità.
E attiva un meccanismo di autoisolamento: i malati fanno cose strane, dicono cose strane, si mettono e ti mettono in imbarazzo.
Ogni malattia che riguarda la mente è ancora un tabù.
Chi è Lia Piano, figlia di Renzo Piano

Lia Piano è nata a Genova nel 1972, terza di quattro figli avuti da Renzo Piano e Magda Arduino. Laureata in Lettere, dal 2004 dirige la fondazione che porta il nome del padre, e di cui è anche ideatrice. Vive e lavora tra Genova, Parigi e altre parti del mondo, dove organizza workshop, borse di studio, premi e pubblicazioni, promuovendo l’architettura come “arte del costruire”.
Da poco è tornata in libreria con “L’arte di perdersi”, dopo “Planimetria di una famiglia felice”, editi entrambi da Bompiani. In quest’ultimo aveva spiegato come al centro della sua vita felice, libera e senza limiti vi fosse la casa di famiglia in cui era cresciuta, ambiente del cuore e spazio dai solidi valori. Racconta così, come riportato da Ad-Italia:
La casa in cui sono cresciuta è l’unico personaggio realmente esistito di questo romanzo.
Ho iniziato a scriverlo proprio nel momento in cui mia madre traslocava, abbandonando definitivamente il luogo che è stato il teatro della mia infanzia.
Ho pensato così di salutare una casa e un tempo che stavo perdendo.
In qualche modo, descriverla metro per metro l’ha salvata per sempre almeno nella mia memoria.
Era una grande casa in collina, appena sopra Genova, circondata da un giardino pensile.
Ai miei occhi di bambina, i suoi confini coincidevano con il mondo.
Tutto quello che mi interessava, allora, si trovava all’interno di quello spazio.
Il rapporto di Lia, la figlia di Renzo Piano, con il padre

La figlia di Renzo Piano, Lia, ha sempre avuto un rapporto speciale con il padre. Essere l’unica femmina ha agevolato questo aspetto, come lei stessa ha raccontato in un’intervista del 2017, sempre al Corriere della Sera:
Sì, un po’ sono la cocca di papà: del resto sono l’unica femmina e a lungo sono stata la più piccola.
Oltre all’amore per il padre dalle sue parole, e dalla sua stessa vita, è evidente la stima nei suoi confronti e del suo lavoro. Tra i progetti a cui è maggiormente affezionata ammette essere il Centre Pompidou:
Per la sua storia: c’è dentro un’epoca così folle… Non è il più bello, ma è quello a cui sono più legata.
Ho comprato casa a Parigi e se mi affaccio da una finestra lo vedo: quella è la finestra di Edipo.
Del padre, inoltre, ama “l’ottimismo, il lanciarsi sempre in avanti”, come spiegato in un aneddoto, raccontato recentemente:
Un paio d’anni fa doveva fare un intervento chirurgico, eravamo a Parigi.
La sera prima aveva lasciato sulla sua scrivania un foglio con degli appunti, non resistetti e lo lessi.
In cima c’era scritto: “Ricordati di fare ancora due o tre cose piene di poesia”.
Ecco, uno così campa 100 anni.
Glielo auguro.
Pur consapevole di aver avuto un padre “ingombrante”, per il peso che il suo nome si porta dietro, tuttavia la figlia di Renzo Piano è grata perché grazie a lui ha potuto vivere “la maggior parte del tempo in luoghi belli, circondata da paesaggi belli, con persone belle”.
Leggi anche: Chi è Carolina Cucinelli, imprenditrice tra le 50 donne più influenti nella moda