Ingiustamente detenuti: il Ministero dell’economia li risarcisce per 2,5 milioni di euro

Errori giudiziari hanno visto decine di persone permanere in stato detentivo da innocenti. Dal 2017 al 2019 il Ministero dell'economia ha risarcito 250 persone. La Puglia è la regione protagonista in negativo con più episodi verificatisi.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
spot_img

Ingiustamente detenuti. Nel 2019 il Ministero dell’economia e delle finanze si è trovato costretto a risarcire ben 78 persone per ingiusta detenzione. I risarcimenti sono arrivati in seguito a numerose segnalazioni, la Corte d’appello di Bari ha poi appreso che tantissimi erano gli imputati prosciolti, assolti in via definitiva o dopo revisione.

Detenuti per errore: gli errori giudiziari costano allo stato 2,5 milioni di risarcimenti

Detenuti per errore: gli errori giudiziari costano allo stato 2,5 milioni di risarcimenti

Lo Stato ha quindi dovuto sborsare ben 2,5 milioni di euro per restituire in forma pecuniaria il tempo sottratto a queste persone, ammesso che sia possibile. Questa è stato dunque la grave inadempienza del sistema giudiziario rilevata dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti, che nella relazione parla letteralmente di “Equa riparazione per ingiusta detenzione ed errori giudiziari”.

Il periodo di riferimento in cui decine di detenuti sono stati reclusi da innocenti va dal 2017 al 2019. I risarcimenti per ingiusta detenzione, come riferito da il Quotidiano del Sud sono stati distribuiti nel distretto di Corte di appello di Bari, che comprende anche Foggia e Bat (Barletta, Andria, Trani).

Sono stati 250 gli episodi per un totale che ammonta a 8,5 milioni di euro di indennizzi riconosciuti. Nel periodo di riferimento 2017-2019, gli episodi sono così distribuiti:

Nel 2017 sono stati riconosciuti dalla Corte di appello 94 episodi di detenzione in carcere ingiusta; nel 2018 i casi sono stati 78, alla pari del 2019.

Un altro dato balza all’occhio per quanto riguarda il 2019. Infatti in quello stesso anno si sono registrati numerosi risarcimenti, anche in numero maggiore, in vari distretti, a dimostrazione che quello dell’ingiusta detenzione a causa di errori burocratici è un’abitudine tristemente diffusa, i casi sono così divisi: Corte di appello di Napoli (129), Reggio Calabria (120), Roma (105) e Catanzaro (83). La riparazione pecuniaria per ingiusta detenzione è prevista dagli articoli 314 e 315 del codice di procedura penale e la disciplina si applica anche ai casi di errore giudiziario.

I casi di ingiusta detenzione sono ogni anno numerosi

La giustizia italiana come al solito rivela le sue numerosissime falle, urge sempre di più una riforma che tarda ad arrivare. Ogni anno sono numerosi i casi di errori giudiziari che causano l’ingiusta detenzione, a volte anche per anni. Il Quotidiano del Sud nell’analisi dei dati riguardanti i detenuti ingiustamente reclusi nelle carceri, riporta anche alcune dichiarazioni molto importanti, tra cui quelle di alcuni magistrati della Corte dei Conti:

Nel triennio 2017-2019, è stato rilevato un progressivo aumento della spesa pubblica, in termini di impegni di competenza, per i casi di errori giudiziari/ingiusta detenzione.

I dati del 2020 dicono invece che c’è stata una lieve diminuzione, anche se bisogna tenere in conto la grande mole di procedimenti rinviati a causa dell’emergenza pandemica causata dal Covid-19. In particolare, nei dati riportati da il Quotidiano del Sud si evince che mentre nell’anno 2019 (48.799.858,00 euro) la spesa era risultata aumentata più del 27% rispetto al 2017 (38.287.339,83 euro), nel 2020 l’importo complessivo (43.920.318,91 euro) è risultato superiore a quello del 2017 ma inferiore a quelli del 2018 e 2019.

Ci sono dei casi dove la custodia cautelare dura mesi, in cui spesso vengono anche rigettate le istanze di scarcerazione, e c’è chi resta tra i detenuti in carcerazione preventiva da innocente. La legge italiana prevede, però, un risarcimento per ingiusta detenzione. È la stessa Costituzione italiana ad affermare che la legge deve determinare le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari.

Un’altra dichiarazione rilasciata dalla Corte dei Conti spiega:

Tale istituto rappresenta il riconoscimento, a livello normativo, del principio di civiltà giuridica e di attuazione dei valori di un ordinamento democratico in virtù del quale chi sia stato privato ingiustamente della libertà personale ha diritto ad una congrua riparazione per i danni materiali e morali patiti.

Dall’indagine, sviluppata dalla Sezione del controllo esaminando un campione di ordinanze irrevocabili, è emersa, tuttavia, una difforme applicazione dei criteri di liquidazione di tali ristori da parte delle Corti d’appello. Questo suggerisce l’opportunità di un monitoraggio del ministero della Giustizia per l’acquisizione dei provvedimenti giudiziari per i quali si potrebbero prefigurare indennizzi.

Leggi anche: CPR, i luoghi senza via d’uscita che imprigionano i migranti

spot_img

Correlati

Chi è Alessandro Araimo, CEO di Warner Bros Discovery che ha portato Fazio e Amadeus sul NOVE

Alessandro Araimo è Executive Vice Presidente, General Manager e Amministratore Delegato di Warner Bros....

Antitrust restituisce 122 milioni a 600mila consumatori: “Beneficenza e sponsorizzazione li penalizzano”

Nella giornata di ieri 17 aprile il presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del...

Stellantis, approvato il maxi stipendio del CEO Carlos Tavares: quanto guadagnerà al giorno

Il 70,2% degli azionisti di Stellantis, nata dalla fusione di PSA e Fiat-Chrysler, ha...
Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
spot_img