Silvestri: “Remdesivir contrasta Covid19. Il primo pugno sul naso della scienza a questo virus”

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Uno dei farmaci candidati per fermare l’azione di SARS-CoV-2, l’antivirale remdesivir, starebbe dando incoraggianti risultati in uno studio condotto negli USA. Ad annunciarlo è Anthony Fauci, immunologo e massimo esperto americano di malattie infettive e ora consulente della Casa Bianca su Covid19. Lo studio suggerisce che i pazienti curati con remdesivir guariscono più in fretta rispetto a quelli trattati con un placebo.

Remdesivir, in attesa di approvazione

La conferma dello studio, che al momento non è ancora stato pubblicato né risulta consultabile, sarebbe importante perché vorrebbe dire che esiste un antivirale efficace su Covid19. Ha commentato il virologo italiano docente alla Emory University di Atlanta Guido Silvestri:

Il primo pugno sul naso che la grande fratellanza della scienza ha rifilato a questo virus. Se tutto va secondo i piani, remdesivir dovrebbe essere ora approvato dalla Fda per uso ospedaliero negli Usa. Spero che lo stesso possa avvenire presto anche in Italia.

Una seconda occasione per remdesivir

Il remdesivir è stato sviluppato dall’azienda statunitense Gilead contro Ebola e mai utilizzato, dopo che i primi test in Africa non avevano dato risultati. Il farmaco ‘depotenzia’ un enzima che diversi virus sfruttano per replicare il loro RNA. In sostanza, ostacola la riproduzione di particelle virali. Lo studio condotto dal NIAID, National Institute of Allergy and Infectious Diseases, istituto diretto dallo stesso Fauci, ha coinvolto 1.063 pazienti con Covid19. Alcuni hanno ricevuto remdesivir, altri un placebo. È stato riscontrato che l’antivirale ha accorciato il periodo sintomatico della malattia. Inoltre, nel gruppo curato con remdesivir, c’è stata percentuale di decessi inferiore. Il 31% in meno circa. Fauci ha sottolineato che i risultati devono ancora passare la revisione della comunità scientifica, ma si dice fiducioso. Leggi anche: “Un enzima che veicola Covid è inibito da farmaci per tumore alla prostata”

Bisognava aspettare?

Senza dati consultabili non possiamo dire se il farmaco semplicemente acceleri la guarigione dei pazienti che sarebbero guariti comunque o se possa scongiurare i trattamenti in terapia intensiva. Non sappiamo se funzioni meglio nei giovani o negli anziani, negli uomini o nelle donne, nelle persone con o senza malattie pregresse, in fase precoce o avanzata della malattia. Per ora, a supportare le speranze sul remdesivir ci sono le sperimentazioni su pazienti Covid curati in ospedale, ma non sono studi controllati. La decisione di rendere noto l’esito dello studio durante un briefing alla Casa Bianca prima che sia pubblicato e che i dati siano condivisi con la comunità scientifica, ha infatti destato non poche perplessità.

Lo studio con risultati opposti

In contemporanea sulla rivista scientifica Lancet è stato pubblicato uno studio controllato sul remdesivir condotto su 237 pazienti adulti di 10 diversi ospedali di Wuhan. La ricerca non ha riscontrato benefici nel gruppo trattato con l’antivirale rispetto a quello trattato con placebo, né nella durata dei sintomi, né nella riduzione della mortalità. Dunque, il remdesivir su questa popolazione di pazienti non ha avuto alcun effetto. Sarà bene aspettare i trial della comunità scientifica per poter confermare lo studio americano. Leggi anche: Covid: “È ufficiale, tutti i pazienti sviluppano anticorpi” di Elza Coculo    

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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